Nei forzieri dei Gonzaga

Nei forzieri dei Gonzaga Nei forzieri dei Gonzaga Quattro secoli di capolavori d'oro SMANTOVA ONO tornati i Gonzaga in Palazzo Te e si sono portati con sé i «Quattrini» in lega le i «Bagattini» in rame, i «Grossi» e i «Testoni» d'argento e i Ducati e Scudi d'oro. Coniati lungo quattro secoli. Da quando Luigi dei Corradi da Gonzaga si impadroni nel 1328 della piazza centrale di Mantova e dello case dei Bonacolsi e impresse sui «diritti» delle monete l'aquila imperiale con lo scudetto dei Gonzaga e la legenda «Virgilius» a quando Giovanni Battista Guglielmada realizzò il conio del'ultimo Duca, Ferdinando Carlo Gonzaga-Nevers, le Zecche di Mantova e di Casale, di Charlcville e di Castiglione delle Sliviere, di Guastalla e di Novellara, di Sabbioneta e di Solferino impressero tracce della storia e delle fortune economiche ascendenti e discendenti del Ducato. Ferdinando Carlo ci guarda, sdegnoso e melanconico sotto il parruccone, dal bel ritratto dell'anversese Franz Gef'fels della Fondazione d'Arco, con in mano la medaglia d'oro coniata dal Guglielmada; forse è presago della sua fine, cacciato da Mantova nel 1707 dagli imperiali per «fellonia» filofrancese, sul tavolo anatomico dell'Università di Padova, un anno dopo, per sospetto di avvelenamento. Una mostra strana e bella, affascinante, I Gonzaga moneta arte storia, allestita fino al 10 dicembre a cura del Centro Internazionale Arte e Cultura di Palazzo Te, con l'apporto fondamentale della Banca Agricola Mantovana, acquiren te della grande collezione del conte Alessandro Magnaguti 118871966), membro illustre di quella non so se confraternita o specie umana autonoma dei numismatici di cui il primo «socio» è Petrarca. Questa collezione, ora della ban ca, con la monetazione gonzaghesca dai capitani del popolo Luigi e Guido fino a Ferdinando Carlo, è la di grande fascino paesistico. Staccioli piazzerà nel comprensorio Tortoli-Arbatax-Porto Frailis 15 imponenti sculture installate nei punti chiave, cercando una cerniera forte tra terra e cielo. FIRENZE Fotografo e surrealista Museo Fratelli Alinari. «Hervert List. Diario Italiano» (fino al 29 ottobre). Questa rassegna presenta oltre 120 fotografie, in bianco e nero, scattate tra il 1930 e il 1950 in Italia da List, una delle figure più interessan¬ BHHHHHK Sopra il titolo, «Ritratto di Isabella d'Este» esposto a Palazzo Te Da Tiziano a Rubens un1 «arte minore» che affascinò i grandi maestri prima ragion d'essere e l'asse portante della mostra, estesa poi ad uno straordinario rastrellamento di monete nelle collezioni numismatiche, da quella di Vittorio Emanuele III al Museo Nazionale Romano di Roma a Milano e Venezia, da Parigi a Londra, da Berlino a Vienna a Budapest, da Madrid a New York a Pietroburgo. E sarà la gioia di un genere raffinatissimo di guardoni (a disposizione su ogni vetrina sigillata un sistema elettronico con una lente mobile), imparentato o coincidente con quella confraternita dei numismatici; gioia duplicata dal monumentale catalogo Electa, vera enciclopedia su moneta e finanza e mercatura medioevale e rinasci mentale. Ma si tratta anche di un itinerario affascinante e capzioso, fra arte e storia, per il normale e curioso visitatore, accolto dagli strumenti della monetazione, dal grande tor chio a bilanciere del 1734 del Pa lazzo Ducale di Venezia alla pressa monetaria Ulhorn del 1857 della Zecca dello Stato, già pontificia, e dalle immagini della moneta e del la mercanzia. Subito incontra la tela dedicato ria della Zecca di Milano, bell'enigma della pittura lombarda del '600 fra Danedi giovane e il Geno letteratura, psicologia, filosofia nei lavori cosmopoliti di Adami ti della storia della fotografia di questo secolo: fotografo, collezionista, esteta, nato e vissuto in Germania, legato ai movimenti europei di avanguardia e ad artisti come Dali, Magritte, Man Ray, De Chirico, che lo influenzarono in senso surrealista. BRESCIA Magie del colore Abbazia Olivetana di Rodengo. Fondazione Franciacorta. «Valerio Adami opere dalle collezioni italiane» (fino al 30 ottobre). Adami è nato a Bologna, «La spiaggia» olio su tela di Moses Levy una delle opere esposte a Pietrasanta vesino, e tre ritratti quattrocenteschi ad affresco di consoli della mercanzia di Mantova, con ni piedi codici miniati degli statuti dei mercanti e degli orafi e il «Codice Corona», registro della Zecca di Mantova dal 1339 al 1347. Un'accorta regia che fondo arte e storia caratterizza la mostra. Precede l'arte, grande, dello medaglie, le celebri del Pisanello, lo classiche rinascimentali dell'Antico e di Gian Cristoforo Romano, quelle fra 500 e '600 di Leone Leoni e dei Mola, densamente plastiche. Le monete di ciascun signore, che a ben guardare narrano molte cose (il primo «Grosso» d'argento compare quando il capitano del popolo Gianfrancesco diventa marchese nel 1432; sul primo Ducato d'oro del 1460 appare il ritratto di Ludovico II, il signore della «Camera degli sposi»), si incrociano con le immagini loro e delle mogli. Si parte dal ritratto nordicamente «imperiale» che Tiziano fece ad Isabella d'Este, moglie di Francesco 11, concesso da Vienna assieme al bellissimo e poco noto Ritratto ideale di un Gonzaga del Feti, per giungere ai pupazzoni policromi in legno di anonimo veneziano da Sabbioneta, fra celebrazione o giostra. Il culmine centrale non poteva che essere la famiglia di Vincenzo adorante l'immagine della Trinità, il capolavoro di Rubens del 1605 straziato a pezzi dai francesi nel 1801, che è presentalo assieme all'ultimo frammento, recentemente scoperto, di una galleria di New York, con il presumibile ritratto del primogenito Francesco. Nel presentare la mostra, Renzo Zorzi ha preannunciato la prima grande rassegna di Domenico Feti, ringraziando anche in questo caso la Banca Agricola per l'acquisto a Londra presso Matthiessen, in questa prospettiva, del capolavoro Arianna a Nasso. Marco Rosei ma da molto tempo vive a Parigi, dove ha allestito una rassegna al Centre Pompidou. La sua vita cosmopolita si riflette nei quadri, ricchi di rimandi letterari, filosofici, psicologici, che si risolvono in un gioco colto delle forme e del colore. Catalogo Skira a cura di V. Fagone. In breve ASCONA. Museo Epper. «Josef Staub. Scultore e pittore» (fino al 29 ottobre). Staub è noto per le sue grandi sculture in acciaio-inox poste in ampi spazi urbani, in parchi pubblici e privati, in Europa e in America. VENEZIA. Ateneo San Basso. «Bianzan, pitture e disegni» (fino al 30 settembre). La rassegna offre 40 opere dal '70 ad oggi e testimonia l'avventura intellettuale di un artista guidato da un notevole fervore fantastico e da una visione autonoma e silenziosa. Marisa Vescovo