La coppia che sedusse Parigi

Vite parallele e influenze reciproche dei due compagni I Palazzo Te, il ducato attraverso le monete Vite parallele e influenze reciproche dei due compagni I Palazzo Te, il ducato attraverso le monete La coppia che sedusse Parigi Gonciarova-Larionov, in fuga da Mosca 7*1 PARIGI L ' TRANO destino quello % della coppia Gonciarovail Larionov (e non sono poi *J I così frequenti i matrimoni pittorici, a parte gli Arp, i Delaunay e pochi altri... loro si sposeranno solo nel 1955). Celeberrimi, stimati anche in Francia dove prendono la cittadinanza (anzi, rappresentano un «ruolo classico nella pittura franco-russa, una posizione centrale» come chiosa Efros), i due artisti in fondo sono più citati e corteggiati che non «visti» veramente (l'ultima loro grande mostra risaliva al 1961). Ben venga dunque questa non vasta ma documentata retrospettiva parigina dei quadri acquisiti o donati al Centre Pompidou, grazie all'interessamento di Seuphor e Jean Cassou, che «riabilitò» i due «decani dell'avanguardia» nella grande esposizione sulle Fonti del Ventesimo Secolo. Divertente seguire nella biografia a doppio registro le loro vite parallele, la nascita a pochi giorni di distanza, nel 1881: lei nella Russia Centrale, in una famiglia di recente nobiltà voluta da Caterina II, il padre architetto e legami coi Pushkin, lui dalla Bessarabia, più modesto di origini, il padre farmacista di paese. Entrambi si occupano di scienza, di botanica, poi si buttano nella pittura; entrambi si ribellano alle costrizioni accademiche, lui fa cendosi espellere ben tre volte per motivi sospetti, lei per non aver pagato le rate. Più autodidatta la Gonciarova, anche se su bito influenzata dalla presenza del compagno, che incontrerà nel 1900. Larionov a contatto di vari maestri, da Serov a Korovin a Levitali, e poi subito legato al circolo di Mir Iskusstva, a Diaghilev, che incontra a una mostra di Ma ckintosh e che lo avvierà alle pri me, fortunate esperienze sceno grafiche. Più difficile, invece, stabilire chi influenza chi: anche se in questa breve carrellata parigina, le prime prove, post-im pressionistiche e fauveggianti, di Larionov sono quanto mai sugge stive. Gonciarova, forse, col suo gusto massiccio delle ripetizioni dei «cicli poetici» di quadri mai veramente finiti, frammenti infi niti d'una «vita-lavoro» che ri verberano uno nell'altro (le varie Vendemmie, le reiterate allegorie contadine delle Stagioni) ha idee più fisse, inizia presto a ca ratterizzare le sue figure col tipico suo «far grosso», un po' sgraziato e monumentale (e forse qui riemerge il suo praticantato presso il principe-scultore Troubetskoij, allevato alla scuola di Rodin). Insieme invece, dopo aver assimilato il linguaggio francese del cubismo, dopo aver subito la suggestione della riscoperta delle icone di Rublev, forgiano quel loro riconoscibilissimo stile «primitivista», che tanto deve alle stampe popolari su legno, alle stoffe contadine, ai dolci di spezie come alle insegne, ai giochi rustici. Senza trascurare, nel profondo, il magistero sottile di Vrubel, che secondo un critico dell'epoca addirittura, «nonostante tutto il rispetto per Picasso, rappresenta l'inizio degli inizi SCEGLIENDO TRA LE sghembe: «Non sono delle donne» urla la poetessa Cvetaeva, la grande innamorata della pittura di Natalia, «sono delle cattedrali. Hanno tutto delle chiese: i doppi battenti, la verticalità, la mate- della pittura contemporanea». Fondi blu, come nei mosaici bizantini, ipertrofia dei tratti, sagome in primo piano monumentali e come deformate dall'ebrezza del colore, figure macchiate e Volevano diventare scienziati, furono pittori di successo Ma i benpensanti: «Creano mostruosità insopportabili» «Les ivrognes» olio su tela realizzato nel 1911 da Nathalie Gonciarova ria, di pietra e di pizzo». Secondo lei, anzi, esiste, e non solo nei temi pittorici dell'amica, una pendolarità stagionale: «L'estate è la raccolta, l'inverno lo spreco», Cioè, Mosca, la città, la corruzione. Come i compositori del Gruppo dei Cinque, anche loro tendono a creare un'arte nazionale, quasi vernacolare. Ma guardano, perennemente, a Parigi. Lei s'irrita a sentir parlare di arte postimpressionista, ammette di aver studiato Braque, Fauconnier, Picasso (secondo Majakovskij è lui ad aver preso dai due russi) anche se il loro cubismo è di tipo emotivo, irrazionale, tende presto a quello che sarà un altro dei loro riconoscibili periodi, il raggismo (e Larionov parla sia dell'influsso delle onde radio, che del pensiero medianico). Schegge, diamanti di luci, cromie brillanti e sbavate che ricordano le stampe popolari, quando il pouchoir sbaglia la mira, debordando dalla sagoma. «Una mostruosità insopportabile» scrivono i giornali benpensanti dell'epoca, «che ci ricorda l'insolenza della giovinezza». E' ora di emigrare. Dopo un significativo periodo spagnolo (mantiglie e pettini) sulla scia di Diaghilev, ecco lo sbarco provvidenziale a Parigi. Roger Fry ricorda quella «tartara dalla carnagione spessa e dal viso rotondo» che s'inchina verso il suolo francese, quasi fosse «ricevuta a corte», al cospetto della zarina. Parigi significa amicizia coi dadaisti (a braccetto con lo Zaum trasmentale russo), il confronto con il purismo di Le Courbusier e Gris. Rappel a l'ordre ma nemmeno troppo. Apollinaire entusiasta e le prime mostre da Guillaume. «Io sono un ragazzo del quartier latino», reagisce scandalizzato Larionov alla moglie irregimentata di Prokofiev, che vorrebbe riportarlo in Russia. Ma un Quartier Latino in cui «batte il cuore della Santa Madre Russia». Forse nuoce loro, paradossalmente, il successo come scenografi, che specie a Parigi li connota. Al punto che della loro pittura Annenkov arriva a dire: «Giunto davanti al quadro, lo spettatore si trasforma in ascoltatore» Scoppia il colore, la festa del quadro. Marco Vallora una lettura esasperata dell'Epressionismo. ARBATAX Tra terra e cielo Museo d'Arte Contemporanea. «Su Logu de s'iscultura "Mauro Staccioli"» (fino al 15 ottobre). Il progetto Ogliastra istituisce un museo a «cielo aperto» che nell'arco di tre anni - si articolerà tramite la costruzione di opere plastiche di grande dimensione progettate da artisti che lavorano direttamente sul luogo e nell'ambiente, così da diventare arredo di una regione