Parolaio

Parolaio Parolaio Mario Capanna NEO NATO. Rotture col passato, fratture esistenziali, strappi con la propria biografia politica. Discorrendo di «poteri forti» con Panorama, per esempio, Gianfranco Fini definisce brutalmente e semplicemente «fesserie» le campagne contro le «demoplutocrazie». Inoltre, per la prima volta nella sua vita e con sofferenze intellettuali presumibilmente indicibili, Rossana Rossanda, intervistata dall'Unità sui raid aerei contro i serbo-bosniaci, dice «sì» a un'azione della Nato. Perciò viene redarguita aspramente da Lucio Manisco che su Liberazione accusa «la giornalista» di aver dato prova, con quel «sì», di «incultura, superficialità e nessun rigore morale». Perciò l'indomani, sul manifesto, Guido Moltedo adopera 51 righe di un articolo per dire che Manisco non ha capito proprio un bel nulla delle cose sostenute da Rossanda salvo utilizzare le restanti 24 righe per dire che sì, effettivamente, la Rossanda «giunge a una conclusione diversa da quella che nelle scorse settimane ha caratterizzato l'orientamento del nostro giornale». Strappi. FIAT LUX. Sull'Espresso Giorgio Bocca invita a uscire dal «conformismo culturale» che impedisce di capire che Hitler è stato «l'ultimo sia pur perverso interprete di una cultura tradizionalista e in ultima analisi razzista che contava tra i suoi esponenti contemporanei Martin Heidegger, Thomas Eliot, René Guénon, Vilfredo Pareto, Konrad Lorenz, D. H. Lawrence per non risalire a Nietzsche e su fino a Montaigne, fino alla Bibbia». Fino a Montaigne, «in ultima analisi razzista»? Però. Fino alla Bibbia, «in ultima analisi razzista»? Però però. PSYCHO. Non pago di aver dichiarato sull'Espresso che «è noto che le mie preferenze trasgressive vanno verso orizzonti come quello eroticosessuale» (è noto?), l'onorevole Alessandro Meluzzi, che è pure psichiatra, consegna in esclusiva a Italia settimanale taluni risultati della propria pluridecennale ricerca in campo psichiatrico, risultati riassumibili in queste due formule che Meluzzi presenta senza tuttavia invitare i lettori a non spaventarsi per la vertiginosa complessità argomentativa e per l'impervio tecnicismo delle enunciazioni: «A I Napoli si dice "u cazzo nun voI le pensiero" e vale il vecchio Veronica Pivett Veronica Pivetti dire di no ai figli quando era necessario. Se non ti importa di saltare un pasto, è perché hai i mezzi, il tempo, la libertà di mangiare altrove. Non voglio fare della retorica, ma se, prima di colazione, tutti i giorni dovessi fare «brusca e striglia» a un mulo, forse dopo non guarderesti più se la gavetta è pulita, ma mangeresti la tua acqua e caffè con galletta senza tante storie. In quanto ai genitori e ai superiori, non ti illudere che non sappiano quanto succede in caserma, lo sanno benissimo, come lo so io e come lo sanno detto siciliano "umannari è megghiu di futtiri"». Al Nobel, al Nobel. VEDO NUDO. Liberazione, organo di Rifondazione comunista, considera «disdicevole» il comportamento di Oscar Luigi Scalfaro il quale, a metà proiezione del film di Antonioni Al di là delle nuvole presentato a Venezia, «si è alzato di scatto e se ne è andato tra l'imbarazzo della figlia». E il quotidiano di Rifondazione comunista avanza la sua spiegazione del misterioso gesto: «I troppi anche se castissimi nudi femminili nel film di Antonioni che hanno urtato la ben nota sensibilità del Presidente della Repubblica nei confronti di temi che evochino il sesso». Ben nota sensibilità. CASA DEL POPOLO. Mario Capanna, sul Corriere della Sera, spiega perché non è stato un privilegio aver usufruito di una casa gentilmente concessa dal Comune di Milano: «Negli Anni Ottanta, quando tutti leccavano le natiche e com pagnia, è proprio in questo appartamento che nascevano le offensive politiche contro lo strapotere del Caf». Ali, beh, allora è un altro discorso. Tante scuse. TUTTI IN PIEDI. «Per scrivere di Storia, bisogna conoscerla bene, e nessuno conosce quella del fascismo più e meglio di De Felice. Ma poi bisogna anche saperla raccontare». Sfiora la ferocia pura, il modo con cui Indro Montanelli conclude sul Corriere della Sera la sua recensione dell'ultima fatica di Renzo De Felice. Ferocia raddoppiata nel giudizio con cui Montanelli, poco prima, aveva liquidato un grande come Concetto Marchesi, presentandolo come «illustre per i suoi studi su Tacito e su Seneca, in compagnia dei quali avrebbe fatto meglio a restare». Basta? No, non basta. Perché Montanelli vuole infierire: «Anche se i saggi ch'egli ha dedicate a queste due star del mondo classico sono scritti come quasi sempre scrivono gli Accademici italiani: coi piedi». Pedata postuma. ACQUA SANTA. Su Sette Veronica Pivetti, showgirl nonché sorella del presidente della Camera, confessa che il suo scrittore preferito è il maledettissimo, sporcaccionissimo Charles Bukovski. Urge rosario di riparazione. Pierluigi Battista sta tutti quelli che sono passati prima di te e sono molti. Non entro nel merito, perché l'argomento, questo argomento, non lo merita, di chi ha dovuto superare le guerre. Vivi tranquillo questi brevi mesi! Ci penserà la vita che ti aspetta dopo a far sì che un giorno questo periodo venga da te considerato un'allegra parentesi. Tanti auguri e ricordati che anche da militare la vita è bella! A. S. ex Cpt di Artiglieria da montagna Gentile Mamma che vuole andare in caserma con il figlio e gentile Papà ipotetico che fa tutto facile, pure ammettendo un errore generazionale, non credo che siate destinati a capirvi. Ma quello che preoccupa è l'avvenire di figli così impreparati a tutto. Speriamo che non sia quello anticipato dalla cronaca nera che racconta ininterrottamente di figli che ammazzano i genitori e si ammazzano e di genitori che ammazzano i figli e si ammazzano, non riuscendo a sopportare la convivenza. lo.d.b.l

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