Prezzi fuori controllo? E' un errore di lettura di Alfredo Recanatesi

Prezzi fuori controllo? E9 un errore di lettura Prezzi fuori controllo? E9 un errore di lettura UESTA volta facciamo ricorso ad un grafico che, per la sua semplicità, è più chiaro di ogni discorso. In esso sono riportate le variazioni mensili dell'indice dei prezzi al consumo dal giugno dell'anno passato fino allo scorso mese di agosto. Vi risulta evidente che l'inflazione non è affatto fuori controllo e non sta affatto configurando «zoccoli» imperforabili, come da tutte le parti è stato detto nei giorni scorsi. Al contrario, sia pure con gli inevitabili alti e bassi, l'inflazione sta rientrando dagli strattoni che gli erano stati infetti nella prima metà dell'anno prima dalla manovra sulle imposte indirette, poi dalla batosta che subì il cambio della lira. L'equivoco che conduce ad interpretazioni di segno opposto per altro ricorrente in tutte le statistiche interpretate con il medesimo metodo - sta nella discutibilissima consuetudine di considerare come attuali le indicazioni tratte dai raffronti dei dati di un mese con quelli del corrispondente mese dell'anno precedente. Questo metodo che per confondere ulteriormente le idee fornisce dati che vengono definiti «tendenziali», quando invece riguardano comunque il passato - ha il pregio di saltare a pie pari tutti i fattori stagionali e ricorrenti che possono perturbare l'andamento dei prezzi. Ha, però, due fondamentali difetti. Il primo è che assume come riferimento il dato di un anno prima, e quindi facendo di ogni erba un fascio di tutto quanto nel frattempo può essere accaduto e, quindi, ignorando del tutto i mesi più recenti, che per ovvi motivi sono quelli che interessano maggiormente. Il secondo difetto è che questo metodo assume un riferimento mobile, sicché da un mese all'altro può darci variazioni che in tutto o in parte dipendono dall'andamento dei prezzi di un anno prima. Tanto che ad agosto abbiamo avuto un dato, il 5,8%, che è stato deludente perché calcolato su un mese, l'agosto '94, caratterizzato da una inflazione particolarmente contenuta; e fin d'ora è possibile dire che l'inflazione cosiddetta tendenziale migliorerà ad ottobre perché quel mese del '94 ebbe una impennata allo 0,6%. Per farla breve, basterà dire che con questo metodo ci portiamo appresso per un intero anno lo strappo che può essersi verificato su due o tre mesi, senza capire quali siano le tendenze che possono essere credibilmente Variazioni percentuali Indice generale dei prezzi o! consumo per lo famlnlle di operai e impiegali do giugno 1994 ad agosto 1995 i ppad agosto 1995 i gliig. lugl. proiettate nel futuro prossimo. Considerando, invece, i dati mese per mese, dovremo certamente mettere in conto qualche anomalia dovuta a stagionalità o a qualche fattore accidentale, ma otterremo comunque indicazioni più attuali. Ed infatti una pur fugace occhiata al grafico dice che a febbraio e marzo, innescata dall'aggravio delle imposte indirette, l'inflazione ha avuto una consistente impennata con valori doppi di quelli dei mesi immediatamente precedenti; ci dice poi che fino alla tarda primavera è rimasta sensibile a causa della ipersvalutazione della lira; ma infine ci dice anche che, esauriti questi due fattori, l'inflazione sta già rientrando e che l'incremento dei prezzi sta tornando rapidamente al passo mediamente tenuto l'anno scorso, con incrementi mensili per lo più compresi tra 10 0,2 e lo 0,4 per cento. Letti in questa chiave, dunque, i dati sull'inflazione sono ancora superiori a quelli dei più virtuosi Paesi europei, ma non di quell'abisso che sembra aprirsi se si continua a dire che anche adesso, in queste settimane, l'inflazione è del 5,8% per il solo fatto che si continua a tener conto di eventi della prima parte dell'anno che i dati confermano essere stati circoscritti e superati. Di conseguenza, le previsioni del governo, che sembrano così lontane da quell'inflazione del 5,8% venuta fuori dal raffronto tra l'agosto scorso e quello dell'anno passato, non solo sembrano verosimili, ma trovano già conferna nei risultati degli ultimi mesi (neanche 1' 1 % nel trimestre giugno-agosto). Ed i mercati questo andamento tutt'altro che negativo l'hanno ben percepito, tanto da generare il paradosso, fortunatamente solo apparente, di una lira che rispetto al marco è scesa nuovamente sotto quota 1100 proprio 11 giorno in cui tutti i mezzi di informazione andavano annunciando una inflazione irriducibilmente inchiodata al 5,8%. Alfredo Recanatesi mar, opr. mag. gliig. lugl. ego. TwT " 1