Olivetti alla prova della Borsa

Piazza Affari giudica oggi i tre aumenti di capitale decisi dall'Ingegnere Piazza Affari giudica oggi i tre aumenti di capitale decisi dall'Ingegnere Olivetti alla prova della Borsa Ventura: «Tutto bene se il piano è credibile» MILANO. Replica in piazza Affari. Sette giorni fa tutti con il fiato sospeso ad attendere le reazioni della Borsa dopo l'annuncio dell'operazione GeminaFerfin-Snia, oggi tutti con il fiato sospeso ad aspettare il giudizio su Olivetti. Tre aumenti di capitale onerosissimi (quasi 2.900 miliardi) per Olivetti, Cir e Cofide. La conferma di risultati sempre in rosso, a cominciare dai 1.087 miliardi persi da Olivetti, tantissimi, anche se ben 900 sono da attribuire non a perdite operative ma al fondo straordinario creato per spesare nel '95 tutti gli oneri di ristrutturazione. Più l'annuncio di nuovi tagli che ridurranno di altre 5mila unità i dipendenti Olivetti nel mondo. Questi i cardini del piano approvato sabato dai consigli d'amministrazione e che da oggi passa all'esame più a rischio, quello di piazza Affari. Difficile immaginare un tranquillo lunedì in Borsa nonostante la cautela delle prese di posizione della vigilia: «Non è tanto l'importo che conta quanto quello che c'è dietro l'operazione: se è valida sul piano industriale, se ha una sua credibilità, i soldi ci sono sempre», ha riassunto per tutti il presidente del consiglio di Borsa, Attilio Ventura. Come dire, un conto è mettere quattrini in un'azienda che chiede l'ultimo sforzo ai propri azionisti dopo aver fatto ogni passo per tornare in utile e remunerare al più presto i soci e un conto è gettare soldi in una società con prospettive industriali incerte. Come la pensi Carlo De Benedetti si sa: «Chiediamo soldi adesso perché solo adesso vediamo il giro di boa, vediamo la svolta». Ma gli interrogativi restano. 1) Saranno sufficienti 5mila tagli per riportare la struttura dei costi sotto controllo? 2) Le dure reazioni sindacali all'annuncio non determineranno un clima d'incertezza produttiva? 3) La conferma della permanenza di Olivetti nel difficilissimo settore dei pc non sottrarrà risorse agli altri business della società, soprattutto ai nuovi business: i telefonini, la multimedialità, la «communication tecnology» come la definisce l'Ingegnere? Luci e ombre. Inevitabile. E cosi ecco gli analisti «ottimisti» che sottolineano i dati positivi del fatturato e dell'utile operativo annunciati da De Benedetti per il primo semestre '95. Ed ecco i «pessimisti» che spiegano perché questi 2mila miliardi siano l'ultima chance per Olivetti e l'Ingegnere: se dopo questo salasso, dicono, i soci non verranno remunerati a dovere, addio. Per non parlare degli interrogativi «finanziari» sui quali, c'è da immaginare, insisteranno parecchio gli analisti italiani nell'incontro in programma e domani, alla City, gli analisti stranieri. Il ruolo delle banche, tanto per cominciare. De Benedetti ha bollato come «fantasie» le voci sui contrasti con le banche, NOMI E GLI AFFARI gM^^MMMWWWm UEB#*,sas nil||f LMVMMVMMPMMt!MH!.l » ■WBBBBm^B^ AM ■■■■■■■■i LOTO WMffll^>™™inBHBMI<3gafc-: ^^B ■ &«%«8^JUUiUUHMMHnHHHBw^tt%&

Persone citate: Attilio Ventura, Carlo De Benedetti, De Benedetti, Olivetti

Luoghi citati: Milano, Nomi