Un grande abbraccio tra il Papa e Dini

Loreto, il Pontefice prega per la pace e si commuove ancora pensando alle vittime nei Balcani Loreto, il Pontefice prega per la pace e si commuove ancora pensando alle vittime nei Balcani Un grande abbraccio tra il Papa e Duri Promessa del premier: aiuteremo famiglia e scuola gnali in quella direzione, di aiuto alle famiglie numerose e alla scuola - ha ripetuto Dini e mi pare che questo sia in linea con i sentimenti che emergono da questa manifestazione che è Loreto oggi». E ha ricevuto «auguri molti, e calorosi» dal Pontefice. Certo il momento politico è tale che il prudentissimo entourage vaticano L'Osservatore Romano a parte cerca di evitare ogni possibile coinvolgimento politico. Anche nelle cose più innocenti. Così il Pontefice ha messo a dimora, sabato sera, un alberello. Avrebbe dovuto essere un ulivo; ma l'ulivo ormai è una specie politicamente troppo L NOSTRO INVIATO Dini va a trovare il Papa a Loreto, presenzia alla messa gigante e gli promette che il governo si occuperà delle famiglie numerose e della scuola; e ne riceve, in cambio, auguri «molti e calorosi». Una visita quella del presidente del Consiglio al Santuario della Madonna che si presta a molte letture. Ce n'è una: più «istituzionale» (il governo ha contribuito in modo generoso alla manifestazione, gli organizzatori hanno inviato Dini, e il protocollo a questo punto prevedeva l'udienza privata dal Papa); e c'è chi parla di diplomazia verso il mondo cattolico, della cui simpatia - chissà il presidente del Consiglio potrebbe avere bisogno in un futuro politico a breve o medio termine. «Questa è un'occasione straordinaria - ha dichiarato il presidente del Consiglio dopo il quarto d'ora di colloquio con Giovanni Paolo II - e sono molto grato al Santo Padre di avermi ricevuto. Mi ha fatto particolare piacere essere qui oggi. Questi giovani sono la nostra gioia e la nostra forza». Hanno parlato del Paese: «L'Italia è sempre nelle preghiere del Papa, nelle preghiere di ogni giorno», ha confidato Dini. «Abbiamo bisogno anche del suo aiuto spirituale per portare avati anche questa opera che con l'aiuto di tutti cerchiamo di fare: contribuire al miglioramento». Al Pontefice il presidente del Consiglio ha raccontato «quello che sarà in particolare il nostro impegno per le famiglie numerose e per la scuola». Non ha specifi cato se nel colloquio si è tocca to il tasto dei finanziamenti alla scuola cattolica, richiesti con insistenza dalla Conferenza Episcopale. «Daremo dei se¬ definita, e allora è stato deciso di sostituirlo con un lauro. La messa è stata un altro bagno di folla per Papa Wojtyla; senza la commozione forte di sabato sera, evidente nelle lacrime copiose sulle gote di una ragazza a Sarajevo, e negli occhi pieni di lucciconi trattenuti del Pontefice, ma comunque all'ombra della tragedia. «Noi siamo qui per chiedere la pace - ha detto Giovanni Paolo II -. Siamo tutti testimoni della guerra dei Balcani, di questa guerra interminabile che ha fatto scempio di ogni umanità e continua a devastare case, scuole, atenei, trasformando quelli che erano sereni luoghi di lavoro e di vita in cimiteri. Ci inginocchiando sulle tombe di tanti giovani insieme con i loro padri e le loro madri in lacrime. E mentre domandiamo per loro il riposo eterno, con il muto linguaggio della loro morte scongiuriamo tutti i responsabili della guerra, perché si volgano a pensieri di riconciliazione e di pace». Un piccolo segnale fra Chiese ieri alla messa: erano presenti un vescovo del patriarcato di Serbia, e un Archimandrita delegato del Patriarca di Mosca. Un altro passo nel disgelo fra ortodossi e Vaticano. LE LACRIME DI WOJTYLA LORETO Commosso pensando a Sarajevo Marco Tosatti «Pas u Sarajevo», pace a Sarajevo, cantavano sabato sera, in Mondovisione, dallo studio tv-rifugio scantinato e gli occhi di Papa Wojtyla si riempivano di lacrime. Cantava Slobodan Prankovic, con le stampelle perché un cecchino l'ha colpito; cantava Daniela, 18 anni, e mentre cantava sulle guance scendevano lacrimoni II Papa l'issava le immagini sul maxischermo a Loreto, i lineamenti tesi, improvvisamente induriti, e la telecamera impietosa faceva vedere gli occhi di Karol Wojtyla che diventavano via via più luccicanti. Poi ha gettato aU'indietro il capo, o ha deglutito. Poi, con un movimento rapido della mano, ha tolto una lacrima dall'angolo dell'occhio. SAN FRANCISCO L abbraccio del bimbo con l'Aids Settembre 1987, Mission Dolores, a San Francisco. Giovanni Paolo II incontra i malati di Aids. Fra loro c'è un bambino di quattro anni, si chiama Brendan O'Rourke. Ha contratto il virus a causa di una trasfusione di sangue. «Ciao, viva il Tapa» gli dice. Giovanni Paolo II lo stringe a sé e il bimbo gli restituisce l'abbraccio mentre sugli occhi del Pontefice compaiono le lacrime. Un attimo di forte commozione generale, che il padre del bambino cerca di spezzare raccontando a Wojtjla: «Fa sempre così con chi gli è simpatico». Brendan è morto un anno dopo quell'abbraccio con il Papa. POLONIA Singhiozzi al ritorno a casa Maggio 1995, quattro mesi fa. Karol Wojtyla torna a casa, nei luoghi della sua giovinezza: a Bielsko-Biala, la diocesi che ha dato i natali a suo padre e dove suo fratello ha esercitato la professione di medico. E lui ha percorso questi monti infinite volte, da ragazzo, da sacerdote e da arcivescovo. Niente di più naturale allora che quando scende dall'elicottero, a Skoczow, non nasconda la commozione, fino alle lacrime, con un accenno al singhiozzo. «Sono stato legato alla vostra città sin dalla prima infanzia - ha detto - a questa terra, a questo angolo di Polonia sono legato da tanti affetti e ricordi». [m. tos.) Accanto: Letizia Moratti, presidente della Rai. Al centro il Papa tra la folla di Loreto ieri pomeriggio dersi, e godere lo spettacolo. Un buon spettacolo di entertainment religioso». La Rai si difende in maniera indiretta. Fa sapere che lo show ha avuto 4.089.000 spettatori fissi, uno share del 24,29 per cento, e quasi a rispondere alle critiche di «Avvenire» ha fatto sapere che Giovanni Paolo II, al termine della Messa, «ha voluto ringraziare tutta l'azienda, nella persona del Direttore Generale, Raffaele Miniateci, per l'impegno e il grande sforzo produttivo messo in opera per l'occasione». [m. tos.) L PAPA ramente, un bambino di cinque anni, toccato dal virus per una trasfusione di sangue. Posava le mani sulla fronte di tutti gli altri. Loro gliele prendevano, sorridevano mestamente, le baciavano. «Vogliono la benedizione del Papa prima di morire», commentava la gente. E, tuttavia, credo che non sia soltanto sul volto di un Papa che occorra andare a considerare la commozione. C'è una preziosità del pianto che va colta anche dentro l'animo e sul viso di ogni persona comune. Come negli occhi in lacrime e nell'incantevole sorriso malinconico delle due ragazze di Sarajevo, che piangevano non di dolore, ma per il dono di gioia che ricevevano l'altra sera da Loreto. Domenico Del Rio