L'ex procuratore ha bloccato la festa: i soldi dell'organizzazione finirebbero ad un clan
L'ex procuratore ha bloccato la festa: i soldi dell'organizzazione finirebbero ad un clan L'ex procuratore ha bloccato la festa: i soldi dell'organizzazione finirebbero ad un clan UN DIFFICILE «MIRACOLO» I retroscena rivelati dai bancarellari di Little Italy alla polizia Da 69 anni il quartiere organizza la cerimonia folcloristica A destra la Società di San Gennaro a «Little Italy». A sinistra un'immagine del quartiere italiano a New York. Sopra: il sindaco Rudolph Giuliani pratica dicono che Thomas Cestaro gestisce la festa illegalmente ma non lo arrestano. Ma andiamo!». E quanto a don Fabian Grifone, il paroco della chiesa del Preziosissimo Sangue, quella fondata appunto per venerare San Gennaro e che detiene la statua che ogni anno viene riempita di soldi, dice che il sindaco, con questa iniziativa, «è indietro di almeno un quarto di secolo». Secondo lui, infatti, «6 possibile che la Mafia controllasse la festa 25 anni fa, ma adesso no». Una prova? La grande novità di quest'anno, spiega il parroco tutto contento. Stavolta, se la festa alla fine si terrà, tutto il denaro che i fedeli sono usi attaccare al- la statua di San Gennaro andrà direttamente alla parrocchia, che lo utilizzerà per le sue opere di beneficenza. Stavolta? E prima dove andava a finire, invece, tutto quel denaro?, è stato chiesto al parroco. «Non ne ho la minima idea». Comunque, per molti l'iniziativa di Giuliani non è giunta inaspettata. Nelle settimane scorse, proprio mentre su Mulberry Street cominciavano ad apparire i primi segni di preparazione della festa, si era saputo che molti bancarellari dell'anno scorso erano stati interrogati dalla polizia di New York e dall'Fbi su quanto avevano pagato, a chi avevano dato i soldi e insomma chi era stato il loro «referente». Che «qualcosa» fosse nell'aria quindi lo sapevano, ma forse non tutti erano al corrente che intanto la magistratura aveva autorizzato l'installazione di microfoni segreti nel club frequentato da Thomas Cestaro e che anche le linee telefoniche di quel club erano state messe sotto controllo Viene da lì la «dichiarazione di guerra» di Giuliani? E' stato grazie agli aggeggi elettronici che le autorità hanno ottenuto sufficienti informazioni per stabilire che la Festa di San Gennaro è sotto il controllo della Mafia? E perché, se è così, non hanno arrestato nessuno? Il mistero rimane, e Alphonse Vitale, presidente della «Society», è in queste ore impegnatissimo a dirimere la faccenda. Se cercate di parlargli al telefono, l'unica cosa che ottenete è una gentile voce femminile che non sa dove lui sia, che non ha idea di quando tornerà e che, spiacente, non può essere di nessun aiuto. Ma se insistete anche la voce femminile a un certo punto perde la pazienza. «Non vorrei usare parole troppo cattive, ma lasciatomi dire che l'intera faccenda puzza parecchio». Un certo sconcerto si nota anche fra i newyorkesi «comuni», quelli cioè che non sono devoti di San Gennaro, anzi non sono proprio cattolici e neanche italo-americani ma ogni anno non mancano mai di fare un salto a Mulberry Street perché nell'aggirarsi in quel mezzo miglio affollato e rumoroso possono associare la degustazione del cibo e del vino italiani al brivido di sentirsi, almeno per un momento, «a contatto» con i mitici gangster tanto celebrati da Hollywwod.
Persone citate: Alphonse Vitale, Fabian Grifone, Giuliani, Rudolph Giuliani, Thomas Cestaro
Luoghi citati: New York
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