Colin Powell, una favola americana

Colin Powell, una favola americana Colin Powell, una favola americana «La mia vita, dal Bronx alla Casa Bianca» WASHINGTON ALLA Banana Boat alla Bomba Atomica. Dal ÉKl^^W^ ghetto jamai- WflHawL W' mH Bronx del 1940 alla Casa Bianca della fine secolo. Questa, raccontata in 613 pagine che da domani inonderanno le librerie americane con una marea di 500 mila copie in prima tiratura, è la storia, la parabola, il viaggio certamente non ancora finito di un uomo che la madre chiamava Sweet Pea, fagiolino, e che fra pochi mesi gli americani potrebbero chiamare Mister Presidenti il generale Colin Powell. Un American Journey, un viaggio americano. Così si chiama l'autobiografia di una vita che soltanto nell'America del XX secolo sarebbe concepibile e che ripropone a una nazione immalinconita, scossa dalla febbre razziale, tradita nella sua fede per le autorità dai mediocri politicanti dell'ora, un apologo esemplare, rassicurante del meglio di se stessa. Una storia che potrebbe valere una presidenza. Perché non ci possono essere dubbi, leggendo le bozze del libro che sta per dare l'assalto alle librerie: il viaggio americano di «fagiolino» è un itinerario verso un traguardo finale e implicito: la Presidenza. Le anticipazioni che ho letto in questi giorni puntano, come vogliono gli uffici stampa, sulle rivelazioni più sensazionali per titillare i futuri acquirenti. Anticipazioni da brivido, come il piano per l'annientamento nucleare della Guardia Repubblicana irachena, chiesto dal ministero della Difesa Cheney al suo capo di stato maggiore Powell che dovette ubbidire, e prepararlo. «Mi resi conto immediatamente che per annientare tante divisioni distribuite su un territorio così vasto avremmo dovuto sganciare una quantità enorme di testate nucleari tattiche. Preparai il piano, ma feci il possibile per dimostrare che era impraticabile. Grazie a Dio, i miei superiori civili se ne convinsero subito». «Gossip», pettegolezzi politici, come i continui, ripetuti corteggiamenti dei politici a questo ma- La moglie Alma non è entusiasta di dovere un giorno sostituire Hiilary Clinton gnifico generale-immagine, bello, nero ma non troppo, con quella personalità «levigata come la buccia di una banana» che garantisce lo scivolamento indenne tra le trappole della politica, della razza, della giungla burocratica e ideologica. Pur avendo lui servito fedelmente due presidenti repubblicani, prima Reagan e poi Bush, Clinton gli offrì di «correre» insieme con lui come vicepresidente e poi, quando Powell rifiutò e Clinton vinse, il massimo portafogli ministeriale, la carica di Segretario di Stato. No, grazie lo stesso.? Ma se queste briciole di rivelazioni sono quelle che fanno pubblicità al libro, se i pettegolezzi familiari sulla moglie del generale, la signora Alma, che ha fl terrore di diventare la prima First Lady nera d'America (e che Barbara Bush chiama di tanto in tanto al telefono per convincerla che non è poi così male vivere alla Casa Bianca), il fascino di questo «viaggio» non sta nelle bombe o nelle interpretazioni politiche. Quel che ci seduce non è la meta, ma il viaggio cominciato nell'isola di Harry Belafonte. I genitori del futuro «primo soldato» d'America erano sbarcati dalla Jamaica, allora colonia inglese, nella New York degli Anni 20. Si sistemarono nel Bronx, un Bronx molto diverso dal selvaggio deserto urbano di oggi. Andarono a vivere in una strada chiamata, curiosa ironia per figli delle piantagioni di banane, Banana Kelly per la sua forma ricurva, appunto da banana. E sarà stata pure un'America depressa, di file per la minestra, di crack finanziari, ma era un'America nella quale, ricorda il generale, «si viveva fra italiani, polacchi, ebrei, neri, latinos, in una rissa continua, ma benigna, senza proiettili e senza gerarchie razziali. Nessuno era inferiore, nessuno superiore». «Io potei tranquillamente diventare uno Shabbath Goy, un garzone del Sabato per la comunità ebrea, facendo per loro piccoli lavoretti nel giorno sacro, e lavorare per un commerciante ebreo, senza che mi sentissi uno schiavo. Il mio primo lavoro fu un lavoro da negro, lavare i pavimenti nel magazzino di un commerciante ebreo. Ma li lavavo bene e il mio boss mi diede una promozione. Capo magazziniere, un lavoro da bianco». Non so dire se questa sia una visione dolcificata da segrete intenzioni elettorali (ebrei, italiani, neri, polacchi sono tutti importanti blocchi di voti) o se davvero la strada curva, la Banana Kelly fosse l'Eden di un'America ormai scomparsa. Ma così fu certamente per «fagiolino» che cresceva racchiuso nel bacello protettivo della famiglia jamaicana, il padre al lavoro, la madre in cucina, le zie, i cugini, i fratelli sempre insieme, nella certezza di una famiglia- tribù che il generale oggi addita a esempio per la società americana che ha smarrito il senso, e dunque i benefìci della famiglia tradizionale. Per Powell, e per l'elettorato conservatore e moderato che ormai è maggioranza in America, la famiglia è il centro, l'alfa e l'omega di una società forte e sana. Come lo è l'Esercito americano, pro¬ seguimento, metafora gigantesca della famiglia. Nell'esercito, Powell entrò come studente del City College di New York, iscrivendosi ai corsi del Rote, peculiare istituzione militare americana che permette agli studenti di seguire corsi speciali e di finire l'Università a spese dell'esercito con la laurea e insieme con il brevetto da ufficiale. Fu mandato in Corea prima e poi in Vietnam, ma non fu mai un eroe, un condottiero. I suoi critici fanno notare che in 35 anni di carriera militare, Powell ne ha trascorsi soltanto 7 comandando reparti o grandi unità. Il suo grande talento è quello di Desk Jockey, come si dice sogghignando nei corridoi del Finalmente dopo 30 anni al servizio di mercati esigenti e qualificati come quelli Svizzeri e Tedeschi, oggi anche in Italia c'è la possibilità di entrare a far parìe di uno dei più esclusivi e prestigiosi Circo/i di Vacanze del Mondo. Il Club vanta oggi oltre 1500 miliardi di proprietà immobiliari con 50 Residence nei posti più belli del mondo. I nostri programmi futuri ci permettono di dire che ogni anno sarà aperto un nuovo residence a disposizione dei soci. Sono in cantiere e di prossima apertura: Winterberg, Binz/Rùgen e Bad-Endorf in Germania; Londra; Atene; La Pentolino vicino a Siena; Yxenhaga in Svezia; Les Issambres in Francia; l'antica residenza e la corte dell'imperatore di Badgastein in Austria. Pentagono, di gran cavaliere di scrivanie, che lui ha pilotato sempre più in alto. «Lo so che il colore della mia pelle mi è servito, che l'essere nero è stato un vantaggio negli anni in cui la gerarchia militare cercava di dimostrare l'integrazione delle forze armate». A 42 anni, oggi ne ha 61, divenne il più giovane generale nero TURCHIA: Bodrvm .1 NOSTRI RESIDENCE. La Card associativa deve essere rilasciata a: Nome e Cognome Residente a Nato il a Codice Fiscale La Card è da me pagata a mezzo assegno NT. intestato a PROMINTUR AGENZIA HAPIMAG che qui accludo Assegno N Tratto sulla Banca li Firma nostri uffici dalle ore 15,00 alle ore 19,00 8 VOGHERA (PV) - Tel. 0383 365541/2 - Fax 0383 365541