«Resto al mio posto» «l'ingegnere: io metto 50 miliardi e non mollo» di Zeni

«Resto al mio posto» «Resto al mio posto» L'ingegnere: io metto 50 miliardi e non mollo MILANO. Arriva puntuale, alle cinque come promesso, fianco a fianco del figlio Rodolfo e dell'amministratore delegato Corrado Passera. Abbronzato, apparentemente rilassato, solita camicia Brooks Brothers. Ha voglia di parlare: «Sono stato zitto tanto tempo...». E promette battaglia contro li; anticipazioni sul perché del maxiaumento di capitale Olivetti: «Ho letto tante illazioni, Carlo De Benedilli che lascia, che viene blindato, che viene dimezzato, con le banche che diventano padrone e i patti di sindacato che cambiano...» Tutte e solo fantasie? «Fantasie. Non siamo arrivali all'8 settembre, lo giuro». E' andato in Mediobanca l'8 settembre, ingegnere... «Forse era mèglio evitare la coincidenza ma non si poteva far altro, dovevamo varare le operazioni a Borsa chiusa, fare i consigli di sabato e prima di un sabato 9 c'è sempre venerdì 8». A proposito, perché Mediobanca? «Perché siamo soci dell'istituto e perché Mediobanca dal '64 è azionista dell'Olivetti, mi pare ovvio che si vada là dove uno ha un rapporto consolidato da 31 anni. E poi, sia chiaro, anche perché sono i più bravi, su questo non ci piove». Dunque, tutto come prima: lei resta al suo posto con le sue azioni, il suo peso? «Ho contribuito a stendere il piano, credo nell'aumento di capitale, per questo la Cir parteciperà per intero secondo la quota di propria spettanza». Le banche entreranno nel capitale? «Non è previsto alcun intervento delle banche nel capitale e non e previsto l'ingresso di loro rappresentanti nei consigli d'amministrazione: fantasie». Nemmeno che le banche diventino azioniste nel caso di un forte inoptato? «Mi auguro che l'operazione vada bene, non è mai successo che un aumento di capitale Olivetti sia andato male». Ammetterà che questa volta è un'operazione onerosa, oltre duemila miliardi: tolti i 400 sottoscritti dalla Cir e i 120 miliardi della Lehmans, ne restano 1500, tantissimi. «E' la più rilevante operazione sul capitale mai effettuata dall'Olivetti e, visto che la maggioranza dei nostri azionisti sono esteri, abbondantemente sopra il 50% dopo l'acquisto da parte di Lehmans di quest'altro 3%, è anche una grande operazione di credibilità internazionale dell'Olivetti e dell'Italia». E se le banche resteranno con molte azioni in tasca? «Speriamo di no, vedremo in dicembre al termine dell'operazione: se alle banche del consorzio resteranno azioni decideranno che farne, se venderle o tenersele: io sono convinto che l'aumento avrà successo». Perché è tanto convinto che gli azionisti le daranno fiducia? I numeri delle società sono quelli che sono, i bilanci in rosso. E poi perché un aumento adesso e non prima? «Prima l'Olivetti non era fuori dal tunnel, oggi si sta rapidamente trasformando da una società di information tecnology in una società di information and communication tecnology, sviluppando il proprio business tradizionale e aumentando la presenza nel mondo multimediale e delle telecomunicazioni dove lo sviluppo è molto forte. Oggi è possibile l'ultimo sforzo perché si vede il giro di boa del turneround. Nel '95 abbiamo cominciato a crescere a tassi del 14-15%, superiori al mercato. Il livello dell'utile operativo, che interessa poco gli azionisti ma ha una forte rilevanza industriale, è stato positivo per 73 miliardi nel primo semestre '95 contro i 6 miliardi persi nel '94» Ma si parla di altri licenziamenti: quanti? «Cinquemila a livello mondo». E in Italia? «Questo lo dirò prima ai sindacati». Ammetterà che la Borsa, appena ha fiutato un aumento di capitale, ha infierito... «Succede sempre quando si parla di ricapitalizzazioni». Nel corso della riunione in Mediobanca c'è chi dice che tra lei e alcuni banchieri ci siano stati attriti: le hanno chiesto di sborsare più dei 50 miliardi da lei previsti? «Io metto 50 miliardi, che per me sono tanti. Ma è falso che su questo ci siano stati problemi. Si è discusso sul nuovo piano Olivetti, c'era chi lo voleva più aggressivo nel taglio dei costi». Elei? «Io ho risposto; questo è il mio piano, se pensate che ce ne possa essere uno meglio, prego...». Valeria Sacchi Armando Zeni

Persone citate: Brooks Brothers, Carlo De Benedilli, Corrado Passera, Valeria Sacchi Armando

Luoghi citati: Italia, Milano