Le 50 licenze dell'umile cacciatore; Mary Poppins e le nevrosi sataniste

Le 50 licenze dell'umile cacciatore; MaryPoppins e le nevrosi sataniste Le 50 licenze dell'umile cacciatore; MaryPoppins e le nevrosi sataniste sita accompagnata, forse, da poco nobili interessi. Matteo Casalino, Pesaro Al diavolo oggi non crede più nessuno «Il lupo abiterà con l'agnello, - e il leopardo giacerà col capretto, - il vitello, il giovin leone e il bestiame ingrassato staranno assieme, - e un bambino li condurrà. - La vacca pascolerà con l'orsa, e i loro piccini giaceranno assieme, - e il leone mangerà lo strame come il bue. - Il lattante si trastullerà su! buco dell'aspide, - e il divezzato stenderà la mano sul covo del basilisco. Non si farà né male né guasto sul monte santo, - poiché la terra sarà ripiena della conoscenza dell'Eterno, - come il fondo del mare dall'acque che lo coprono». Isaia 11,6. Il professor Massimo Introvigne (non so se sia un prete o un monsignore), direttore del Centro Studi sulle nuove religioni e consulente della Cei sulle sette, s'indigna in un articolo su Avvenire - riportato da La Stampa il 6 settembre col titolo «Mary Poppins? Satana» - che nel libro Mary Poppins come back di Pamela Travers da cui è tratto il bellissimo film che abbiamo visto l'altra sera in tv, «i bambini ritrovano Mary Poppins in uno zoo "rovesciato", dove gli animali guardano gli uomini in gabbia: il leone e la gazzella stanno fianco a fianco senza che il primo faccia del male alla seconda...; i neonati parlano, anche con gli animali e con le stelle, ma solo Mary Poppins è in grado fra gli adulti di capire il loro linguaggio». L'insigne studioso di cose sataniche ne trae la conseguenza che «i legami del libro col pensiero esoterico e satanico sarebbero più che evidenti al punto che più che una semplice governante umana siamo di fronte a una insospettabile, straordinaria, esoterica governante...». Cosa quest'ultima che non avremo mai sospettato malgrado che Mary Poppins si trasferisca abitualmente da un posto all'altro volando attaccata a un ombrello. «... E si muore di assenza d'imma- Gentile Signor Del Buono, mi permetto di disturbarla per rispondere al Prof. De Rita, intervistato dal vostro Sergio Luciano sugli affitti d'oro. Sarei molto grata se lei esprimesse il suo parere. Il Prof. De Rita, in vacanza a Courmayeur, davanti all'edicola dei giornali, si dispiace e quasi ride degli acidi commenti sugli affitti d'oro. Preferirei che facesse i suoi commenti in qualche fila dell'Inps, alla mutua, al catasto, al Comune oppure in qualche mercatino di periferia che dà subito l'idea di certi risparmi quotidiani... Maria Collotti, Torino GENTILE Signora Collotti, le sono grato per la sua lettera che mi consente di trattare un tema che non sarà fondamentale, ma che mi sta molto a cuore. Il Prof. De Rita, che parla spesso e volentieri della situazione, delle tendenze e degli errori degli italiani in generale, è uno dei maggiori romanzieri di cui l'Italia disponga oggi. Forse il maggiore dopo la scomparsa di Alberto Moravia. Ci sono naturalmente tanti altri che si arrangiano a far lo stesso, straparlando degli italiani. Ma il Prof. De Rita è unico come romanziere perché parla meglio e immagina più in grande. Un romanziere come Balzac, per citare il massimo, dominava centinaia di personaggi perche li aveva messi al mondo e sapeva di essere il loro Dio. Fatte le debite proporzioni, il prof. Prof. Dil Badegli i ginazione», scriveva Antonin Artaud riportato da Ceronetti su La Stampa. Qui direi che il cattolicesimo sta morendo anche di assenza di cultura biblica e di sense of humour, oltre che di nevrosi satanista! Per non parlare della conoscenza dell'Eterno citata da Isaia quale ultimo approdo dell'uomo redento, LA LETTERA DI O.d.B. De Rita si comporta come Balzac nei confronti con noi italiani da quattro soldi. Fisicamente e anche intellettualmente, nella realtà non lo interessiamo assolutamente. Quello che soffriamo, quello che desidereremmo, quello che non vorremmo, quello che speriamo, quello per cui protestiamo non lo riguarda, non lo tocca, non risveglia in lui una qualche curiosità. e Rita lzac taliani Non ci dà udienza perché irrilevanti, mentre lui ci narra presente, passato e futuro dei «suoi italiani» ed elabora i suoi interrogativi come le sue risposte che nascono insieme. Lei scrive, gentile Signora Collorti: «Quel 65% di italiani proprietari di casa sono prevalentemente quelli che hanno comprato per non finire sfrattati e per avere una vecchiaia un po' più sicura. Economizzano lira su lira e contribuiscono, senza tante storie a far andare avanti questo povero Paese...». E' giusto, ma cosa vuole che interessi al Prof. De Rita che può mobilitare a proprio piacere addirittura moltitudini intere di italiani fantasma accondiscendentissimi a ogni sua volontà e a ogni suo capriccio? L'Opus Dei e i primi cristiani Alberto Papuzzi (Stampa dell'8 settembre) riporta un articolo di Le Monde Diplomatique che presenta aspetti umoristici. Pensare che la personalità di Giovanni Paolo II possa essere presa in ostaggio, dall'Opus Dei o da chiunque altro, significa non avere il senso del reale. Giustamente Papuzzi osserva che si tratta di «un attacco in piena regola» al Santo Padre più che di un'inchiesta giornalistica. Quanto al modo di agire dell'Opus Dei, il vero paragone che dovrebbe essere fatto è con i primi cristiani. E' assurdo parlare di «infiltrazioni» da parte di un'istituzione della Chiesa Cattolica, che è apostolica per natura e che quindi non si infiltra ma conduce le anime a Dio. Circa l'ipotetica commistione fra fini religiosi e carriera mondana, i membri dell'Opus Dei stanno attenti a non mischiare la loro vita spirituale con gli affari personali. Vivono attentamente questa delicata separazione, lo dicono, lo insegnano e lo ripetono, anche a costo di annoiare un poco coloro che li annoiano con ipotesi maliziose, che non hanno alcun riscontro con la realtà. ing. Giuseppe Corighano, Roma Direttore dell'Opus Dei I giudizi di Carli su Giorgio Valerio L'articolo di sabato 2 settembre a firma di Alberto Staterà, sulla costituzione del colosso Gemina-Ferfin, contiene molte affermazioni scorrette per non dire false. E' noto a chiunque abbia vissuto gli Anni Sessanta o se ne sia documentato che l'ingegner Giorgio Valerio è stato il più strenuo difensore e paladino dell'industria privata italiana in quanto presidente di Edison prima della nazionalizzazione dell'energia elettrica e di Montedison dopo la fusione con Montecatini. Le azioni di Edison e delle altre società elettriche erano all'epoca cosi solide che se ne consigliava l'acquisto da parte di fondazioni, tutori di minori, piccoli risparmiatori, come uno degli investimenti più redditizi e sicuri: non a caso erano chiamate la «rendita ambrosiana». E' anche noto che l'energia elettrica italiana, allora all'avanguardia nel mondo, venne nazionalizzata quale condizione per la formazione del primo governo di centro sinistra, e fu fortemente voluta, tra gli altri, da quel triste figuro di Riccardo Lombardi per dare un contentino ai socialisti e perché altri industriali tradirono il fronte comune contro partiti e sindacati sperando egoisticamente di ottenere, come contropartita per la distruzione del più importante comparto industriale italiano, pace sindacale e sviluppo monopolistico per i loro prodotti. Chi mancò ai doveri istituzionali fu proprio Guido Carli che autorizzò la nazionalizzazione che Giorgio Valerio aveva contrastato con forza. Altro che «agente segreto»! Lo stesso Guido Carli che, tradendo il messaggio dell'ex governatore della Banca d'Italia Luigi Einaudi, che aveva sempre posto come compito prioritario della stessa la stabilità della moneta, finanziò la nazionalizzazione dell'energia dando facoltà ai politici di spendere soldi che non c'erano e avviando un indirizzo di spesa dissennata e senza controllo che nei sedici anni del suo governatorato e in quelli successivi hanno portato il debito pubblico agli oltre due milioni di miliardi attuali. Questi sono i fatti, quella era allora imprenditoria seria che sapeva produrre energia, prevederne i fabbisogni futuri, studiare e progettare fonti alternative, onde evitare di essere dipendenti, come avviene oggi, per oltre il 70% del fabbisogno energetico, da Paesi come Algeria, Libia, ex Urss quanto meno poco affidabili sul piano politico. Maria Ludovica Carlesi La signora la pensi come crede. I giudizi di Guido Carli su Giorgio Valerio sono stati tratti dal libro dell'ex governatore della Banca d'Italia Cinquantanni di vita italiana pubblicato, postumo, da Laterza. Alberto Staterà

Luoghi citati: Algeria, Courmayeur, Edison, Italia, Libia, Montecatini, Roma, Torino, Urss