l'assessore riapre la clinica contro la droga di R. Cri.

l'assessore riapre la clinica contro la droga l'assessore riapre la clinica contro la droga Ma un gruppo di genitori diFrosinone denuncia: quella cura è inutile ROMA. Lunedì i cancelli della S. Maria di Castellanza, per drogati e famiglie la «Clinica della speranza», si apriranno ai giovani che chiedono la detossicazione rapida con il metodo Urod. Carlo Borsani, assessore regionale lombardo alla sanità, ha dichiarato che la procedura per la concessione dell'autorizzazione si stata concludendo rapidamente e positivamente. Lo stesso giorno, secondo indiscrezioni dal ministero della Sanità, la Commissione Unica del Farmaco potrebbe già occuparsi del protocollo terapeutico richiesto all'Istituto San Raffaele, «purché arrivi entro lunedì mattina». E quando don Verzè, presidente del San Raffaele, ha dichiarato davanti alle telecamere di non potersi sottrarre alle lacrime e alle minacce di suicidio di quanti invocano questa terapia, è stato evidente che il braccio di ferro con il ministro della Sanità era in atto. E quando il ministro Guzzanti ha dovuto ammettere che «questa è la linea giusta per accogliere le persone sofferenti e dare loro quell'assistenza che l'astinenza richiede» si è capito chi l'avesse spuntata. Ma da Frosinone arriva nuovo materiale per le polemiche. «Tra costo della cura ed Iva ho dovuto sborsare dodici milioni in contanti ma il giorno dopo mio figlio stava peggio di prima, in crisi di astinenza». A parlare in questi tennini agli avvocati Enzo Avino e Mariano Giuliano è un operaio di Cassino, M. G., padre di un giovane diciannovenne, tossicodipendente. L'operaio ha condotto con sè almeno altri tre padri di famiglia, ognuno con la dolorosa storia di mi figlio tossicodipendente giunto ad iniettarsi eroina e che hanno fatto sacrifici economici enormi per farli curare col metodo Urod per la cosiddetta «disintossicazione veloce», ma alla fine, dopo aver spese la stessa cifra tirata fuori da M. G, si sono ritrovati con gli stessi problemi di prima. André Waissman, responsabile del Cita institute, ha sottolineato in una nota che «tutti i pazienti trattati con il metodo cita-urod lasciano l'ospedale senza crisi di astinenza. Altrimenti non verrebbero dimessi. E ogni paziente trattato, che abbia qualsiasi problema sa che deve contattare telefonicamente (è disponibile una linea 24 ore su 24) i nostri medici. Da loro avrà indicazioni specifiche o l'invito a presentarsi in clinica. Anche M. G., se esiste - ha precisato riferendosi al caso del giovane di Frosinone - deve contattarci immediatamente. Tutti i pazienti, se prendono quotidianamente il naltrexone, scientificamente, non possono avere ricadute». [r. cri.]

Persone citate: André, Carlo Borsani, Enzo Avino, Guzzanti, Mariano Giuliano, Verzè

Luoghi citati: Cassino, Castellanza, Frosinone, Roma, San Raffaele