Bosnia svolta di pace di Aldo Rizzo
Accordo di principio a Ginevra: il Paese sarà diviso; Belgrado, Zagabria e Sarajevo si riconoscono Accordo di principio a Ginevra: il Paese sarà diviso; Belgrado, Zagabria e Sarajevo si riconoscono Bosnia, svolta di pace Eltsin: Nato fermati o rischiamo la guerra LA CORSA CONTRO IL TEMPO =1 DOPO quattro anni di battaglie, di carneficine, di sconvolgenti violenze, arriva un primo, serio segnale di pace per la ex Jugoslavia. La combinazione di diplomazia e uso della forza, promossa e quasi imposta dall'America all'Onu e ai suoi stessi alleati, dopo una troppo lunga stagione di incertezze, ha prodotto un effetto importante: l'accordo di principio sul riconoscimento reciproco tra i contendenti, premessa possibile di una soluzione concordata della più grave tragedia europea dopo la fine della seconda guerra mondiale. Non più che questo, per ora, ma è molto. Per la prima volta, i ministri degli Esteri di Serbia, Croazia e Bosnia (le tre maggiori Repubbliche emerse dallo sfacelo della Jugoslavia post-titoista e subito diventate le parti di uno spaventoso conflitto) hanno accettato di discutere seriamente tra loro. Ciò che più conta, la Serbia, alla quale spettano di gran lunga le maggiori responsabilità, si è dichiarata pronta a riconoscere i confini internazionali di quella Repubblica bosniaca, sulla quale, direttamente o indirettamente, attraverso i «fratelli» di Pale, ha esercitato il massimo di violenza, fino ad attirarsi la riprovazione e lo sdegno del mondo. Con ciò stesso, almeno formalmente, Belgrado recede dal sogno perverso della Grande Serbia, che è alla radice della tragedia. Aldo Rizzo CONTINUA A PAG. 2 PRIMA COLONNA LE CARTE DI BORIS Cremlino alza la voce per il pubblico di casa di Giuliette Chiesa A PAG. 2 Amara rinuncia dello ju GINEVRA. Il sottosegretario di Stato americano Holbrooke ha definito «una pietra miliare nella ricerca della pace» l'accordo raggiunto ieri tra i ministri degli Esteri di Sarajevo, Zagabria e Belgrado. Ma Eltsin da Mosca tuona: «Nato fermati o rischiamo la guerra». A nome dei rispettivi governi Muhamed Sacirbej, Mate Granic e Milan Milutinovic hanno accettato i principi di base per il futuro assetto della Bosnia Erzegovina. Sarà composto da due entità: la federazione bosniaco-croata istituita con gli accordi di Washington nel '94 e la Repubblica serba di Karadzic. La spartizione del territorio avverrà sulla base del piano del Gruppo di contatto, 51 per cento ai bosniaci e ai croati e il 49 ai serbi. Per ora, le due entità saranno governate secondo proprie Costituzioni e potranno stabilire «rapporti privilegiati con i Paesi confinanti» nel rispetto della sovranità e dell'integrità territoriale della Bosnia. Badurlna, di Robilant, Passarmi e Zafesova ALLE PAGINE 2 E 3 «L'Alleanza non accetta veti da Mosca I serbi si ritirino e i raid cesseranno» BRUXELLES. «E' mutile che Eltsin faccia la voce grossa, la decisione di bombardare è stata presa dall'Onu con l'ok della Russia. E i serbi devono ritirare i cannoni da Sarajevo, aprire le strade di accesso alla città». Willy Claes (foto), Segretario generale della Nato, non lascia spazio ai dubbi: l'architettura della sicurezza europea si regge sulla Nato. Squillante A PAG. 3 rale sicur la . 3 Mediobanca pensa a un maxiaumento di capi Documento pontificio I bombardamenti sui serbi continuano: tale. Coinvolto l'intero si caric o gru a l'armamento di un caccia Nato ppo De Benedetti
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