Trapianto di virus Rischio reale, data l'affinità genetica

Trapianto di virus Trapianto di virus Rischio reale, data l'affinità genetica NEI prossimi anni organi di altre specie animali potrebbero essere trapiantati su larga scala allo scopo di salvare vite umane. Cuori, polmoni, reni e midollo osseo ci verrebbero donati dalle scimmie (per l'affinità genetica con l'uomo) e dai maiali (per la stessa dimensione degli organi) con un numero stimato per i maiali in 40 mila reni e 50 mila cuori l'anno. Apparsa a luglio su Nature, questa notizia ha implicazioni così importanti per il nostro futuro da richiedere la più ampia diffusione e discussione possibile. All'inizio dello scorso aprile i medici dell'Università di Pittsburgh e dell'Università di California (San Francisco, Usa) erano pronti per eseguire un trapianto di midollo osseo di babbuino in un malato di Aids, nella speranza di sostituire il suo sistema immunitario indebolito dalla malattia con quello di un'altra specie evolutivamente vicina alla nostra, che quindi può compiere la stessa funzione di difesa, ma non può essere attaccato dal virus Hiv, specifico per l'uomo. L'esperimento però non ebbe luogo per l'opposizione degli organismi di controllo federali previsti dalla regolamentazione americana: il Food and Drug Administration e il Center for Disease Control di Atlanta, quest'ultimo divenuto famoso per l'azione svolta contro il virus Eboia nella finzione cinematografica (nel film «Virus letale») e nella dimensione reale della recente epidemia in Zaire. Le preoccupazioni che entrambi gh istituti avanzano riguardano la possibilità che questa prassi medica dia l'opportunità a virus latenti e per ora sconosciuti di altre specie di «saltare» nella nostra, innescando epidemie non controllabili. L'ipotesi è tutt'altro che infondata. I virus sono brevi ma completamente funzionanti tratti di Dna o di Rna inclusi in una capsula proteica, che devono entrare in una cellula ospite per poter vivere e riprodursi. Il pericolo che i trapianti di organi di altre specie determinino l'insorgenza di nuovi virus per la no stra specie viene in particolare modo dai retrovirus, forme patogene costituite soltanto da Rna: una volta penetrato in una cellula, l'Rna determina la sintesi di una complementare sequenza di Dna, la quale può entrare a far parte di un cromosoma dell'ospi te, dove rimane celata. Sembra che ogni specie, quella umana compresa, porti nei suoi cromosomi una zavorra di Dna costituita da retrovirus appartenenti a un lontano passato, sconfitti, imbavagliati e non più in grado di nuocere finché un evento imprevisto non altera l'equilibrio e li fa riemergere. Un paziente che subisce un trapianto è per così dire il «sogno» di ogni agente patògeno, perché viene a trovarsi in un ambiente dove il sistema immunitario è stato deliberatamente annullato per evitare il rigetto: ecco quindi che antichi retrovirus possono rimettersi in corsa, e virus latenti o forme tuttora belligeranti possono avere nuove opportunità, che permettono loro di adattarsi con successo alla nostra specie. Homo sapiens è, per una nuova forma virale, una ricchissima nicchia: cinque miliardi di individui privi di anticorpi specifici, contro le poche migliaia di una popolazione di scimmie già da lungo tempo a contatto con il virus. E poiché per ora non esiste un test generale di laboratorio capace di scovare una forma virale ignota, noi rischiamo di trapiantare organi apparentemente sani, carichi invece di potenziali virus per la nostra specie. Un caso emblematico ce l'abbiamo proprio sotto gh occhi ed è la storia dell'Aids. E' ormai universalmente accettato che il virus dell'Aids (per l'appunto un retrovirus) deriva da una forma virale delle scimmie (il retrovirus Siv) che si è adattata all'uomo; e vi sono forti sospetti che a permettere il salto siano stati i vaccini antipolio (usati in Africa all'inizio degli Anni Sessanta) preparati utilizzando reni di scimmie apparentemente sani. Invece negli anni successivi divenne evidente che quei primi vaccini avevano propagato in milioni di persone la forma virale delle scimmie Sv40, sospetta di essere una causa dell'asbestosi nell'uomo. Anche il virus Eboia ha qualche cosa da insegnarci: celato in qualche animale finora sconosciuto, esso emerge di tanto in tanto colpendo le scimmie e l'uomo; e in più di un'occasione Per i trapianti occorrono organi, ma il prelievo dagli animali è pieno di incognite (in Germania e negli Stati Uniti) si è sprigionato da una partita di scimmie africane in attesa di essere utilizzate per la produzione di vaccini e la ricerca medica. Infine va considerato il problema etico di usare in un modo così crudele animali che, proprio per il fatto di dividere con noi il 99 per cento dei geni, hanno una psicologia complessa, un ricco mondo affettivo e sociale, soffrono il dolore fisico e mentale, patiscono la prigionia co¬ me noi. Se soltanto provassimo a immaginare di invertire le parti, con la nostra specie al posto della loro, forse accetteremmo anche quello che il nostro orgoglio ci impedisce di ammettere: che facciamo parte di un unico ecosistema, di cui è molto pericoloso sovvertire le regole; e le regole includono anche l'esistenza della malattia e della morte. Maria Luisa Bozzi

Persone citate: Cuori, Maria Luisa Bozzi

Luoghi citati: Africa, Atlanta, Germania, Rna, San Francisco, Stati Uniti, Usa