«Così siamo fuggiti tra fumo e lamiere»

«Così siamo fuggiti tra fottio e lamiere» TESTIMONIANZA IDEI FERITI «Così siamo fuggiti tra fottio e lamiere» BISEO O credo che quel ragazzo sia morto. Stava sotto un'altra ragazza, con i piedi incastrati tra i sedili, lei si chiamava Laura. Le parlavo per consolarla, ma in due non riuscivamo a tirarla fuori. E intanto sotto vedevo quell'altro, senza vita. Per estrarlo hanno dovuto usare la fiamma ossidrica. Poi c'erano fumo, grida, freddo, tanto freddo. Io me la sono cavata con una botta al ginocchio, ma altri erano conciati veramente male». Lorenzo Raffaini, 28 anni, è uno dei passeggeri, in tutto 150 persone, scampati alla morte nello scontro fra i treni nella breve tratta fra Calino e Bornato. Rap- presentante di commercio, Raffaini era salito sul treno diretto verso Brescia, alla stazione di Boario. E adesso racconta la sua storia nel pronto soccorso dell'ospedale di Iseo, invaso dai feriti. «Dovevo andare a Montichiari per lavoro. Stavo leggendo il giornale, quando mi sono ritrovato ribaltato. Ho pensato a un deragliamento. Ma poi, quando sono sceso dal treno, mi sono reso conto. Ho visto che usciva del fumo. Così ho sfondato il vetro che custodiva l'estintore, ma dopo due spruzzi non funzionava più. Alcuni passeggeri urlavano, un signore era steso a terra. Ho aiutato qualcuno a scendere, poi sono risalito. La prima ambulanza è arrivata quasi subito e anche gli elicotteri, almeno tre o quattro. Io però sono arrivato qui in ospedale accompagnato da un privato perché nella confusione non mi sono accorto che il pullman che caricava i feriti stava partendo». Racconti a volte drammatici, a volte quasi rilassati. Incredibilmente tranquillo è per esempio Luigi Mediei, 46 anni, impiegato all'Italtel di Milano: «Ricordo una botta fortissima alla schiena e il sedile davanti a me che mi veniva addosso e mi ha rotto il naso. C'era una bambina che mi sono ritrovato in braccio, poi l'ho affidata ai non¬ ni. Ero nel secondo scomparto della prima carrozza, quella partita da Iseo. Venuto qui per le vacanze di Natale. Comunque me la sono cavata da solo, mentre la bambina non s'è fatta niente. Abbiamo fatto fatica a chiamare i soccorsi: non ci crederete ma nessuno sul treno aveva il telefonino». Nessuna polemica? «Secondo me è stato un errore, può capitare. Non sono polemico, incidenti così capitano in tutto il mondo anche in Paesi più avanzati del nostro. Perché qui in Italia non dovrebbero succedere? E poi io qui sono stato assi stito benissimo. Mi trovate spiritoso? Mah, sarà la vicinanza della morte». Ha meno voglia di ridere Stefano Multi, giovane chirurgo dell'ospedale di Iseo arrivato tra i primi nella stradina in fondo a Calino dove si apre uno spiazzo di campagna affacciato sui binari: ha visto i due troni, uno incastrato nell'altro E i feriti tutt'intorno. «Quando sono arrivato sul posto è stato come vedere il disastro del film "Cassandra Crossing": gente che urlava, fumo dalle lamiere, non si sapeva più chi aiutare Mano a mano sono arrivati anche gli altri, i pompieri, i volontari, la polizia, i carabinieri. Tutto sommato, la macchina dei soccorsi ha funzionato benissimo». {p. col.]

Persone citate: Lorenzo Raffaini, Raffaini

Luoghi citati: Boario, Brescia, Italia, Milano, Montichiari