Pienone in montagna aspettando i Mondiali

Pienone in montagna aspettando i Mondiali REPORTAGE Pienone in montagna aspettando i Mondiali QHELB.8 CHE CAPODANNO 1995. Per prenotare il cenone d'alta quota chic in un ristorante di Sestriere o Bardonecchia bisognava muoversi entro il 5 dicembre. Dopo, scattava la frase «spiacenti, ma è tutto esaurito». Capodanno 1996. Per la stessa prenotazione c'era tempo fino al 20 dicembre, e in certi locali (specie quelli da 300 mila lire a persona) si trova ancora, a 24 ore dalla grande festa, qualche posto libero. Eccola, nascosta nel dettaglio della lista d'attesa per il veglione di San Silvestro, la chiave per capire che differenza passa fra le vacanze di Natale dell'anno scorso e quelle che, in questi giorni, hanno ancora una volta riempito alberghi, residence e case private della Val di Suso. Analisi elementare per i responsabili delle aziende turistiche, abituati a misurare anche dai particolari quanto e come sono cambiate voglia e possibilità di spendere dei villeggianti: «Altro che coda agli skilift o ressa nei parcheggi - spiegano negli uffici del Sestriere in una domenica da meno 12 gradi al sole e i vigili impazziti a domare un traffico da metropoli -, rispetto allo scorso anno, non c'è dubbio, la gente c'è andata molto più cauta. Poco importa se adesso non si trova più un posto, si tratta di soggiorni molto più brevi e decisi all'ultimo minuto». In poche parole è finita l'epoca delle vacanze-fiume che coincidono con quelle scolastiche: «Al massimo si tratta di maxi weekend, durante i quali si concede poco al superfluo salvando alcune voci fondamentali, prima fra tutte lo sport». Conferma la tesi il direttore della scuola di sci del Sestriere, Angelo Perrot: «Quest'anno c'è stato un calo delle lezioni individuali da 50 mila l'ora, a favore di un aumento di quelle collettive: la gente non rinuncia al maestro, ma sceglie quello per il gruppo, che costa sulle 200 mila la settimana». Ma il tipo di lezione, non è l'unico elemento del nuovo risparmio che accomuna i torinesi in trasferta sulle nevi: anche una grande provvista di alimentari acquistata in città è diventata per molti una con- dizione irrinunciabile per non rinunciare alle vacanze: «Noi abbiamo riempito il baule - ammette Elena Vezzoni, 37 anni, docente universitaria - e la sera di Capodanno organizzeremo un bel cenone casalingo». Stesso programma per Miranda Mandrino, che di anni ne ha 60 e di professione fa la nonna: «I ristoranti, la sera del 31, hanno prezzi paurosi, e poi c'è ressa, meglio starsene a casa». Eppure, quei locali, più sono raffinati (e cari) e più non hanno problemi a raggiungere il pienone. A Sestriere il ritrovo più ambi co dai teenager che non perdono una festa alla moda è la discoteca «Tabata»: 130 mila lire a persona, ma senza ceno¬ ne: party no-stop, con biglietto ormai introvabile che dà diritto a panettone, spumante e pure croissant caldo alle 9 del mattino dopo. Per chi teen-ager non è, invece, ci sono ristorantini raffinati come i «Tre Rubinetti» (250 mila menu a base di tartufi e aragoste) o «La Baita». Coloro infine che amano l'elegante sfrecciare dei vip non si perdono il veglione proposto dallo storico «Principi di Piemonte» a 380 mila lire a persona. Quest'anno uno dei commensali eccellenti è Alberto Tomba che in questi giorni si sta allenando sulle nevi che presto ospiteranno i Mondiali. Stesso Capodanno dal «botto ritardato» a Bardonecchia. Anche qui i turisti ammettono di fare più shopping con gli occhi che con il portafogli e gli unici locali che non avvertono la crisi sono quelli storici o ultraraffinati: dall'antichissimo albergo «Tabor» al «Des Geneys», tino al «Ricky». Prezzo medio? Dalle 150 alle 200 mila lire a testa, cotillons compresi. «Rispetto al Natale '95 gli affari hanno stentato a decollare spiega Romano Bosticco, direttore dell'Hotel Des Geneys e responsabile dell'associazione commercianti -. Intendiamoci: la gente non rinuncia alle vacanze, ma le accorcia e fa molta più attenzione ai prezzi». La conferma di tanta cautela si trova sulle piste. Qui, un intervistato su tre ammette, nell'ordine: primo, «quest'anno abbiamo fatto le ferie più corte perché costa un occhio», secondo, «U 31 ci faremo bastare una bella cenetta in casa», terzo «in famiglia abbiamo deciso di sciare soltanto al pomeriggio così ci costa meno». E il quarto? E' chi, sci sulle spalle, si accontenta di fare il pendolare di San Silvestro: «Visto che in montagna non si può dormire in macchila - spiega Giovanni Zanon, 22 anni, studente - ho deciso: quest'anno mi rimetto alla guida subito dopo l'ultimo brindisi, tanto poi posso donnire: vuol mettere il risparmio?». Emanuela Minucci Ma l'anno scorso le prenotazioni si erano chiuse con largo anticipo I turisti sono arrivati più tardi e sono più attenti nelle spese Folla sulle piste, ma anche nei bar per combattere il freddo pungente: la temperatura era inferiore ai -15 gradi Gli impianti di risalita fanno registrare punte record

Persone citate: Alberto Tomba, Angelo Perrot, Des Geneys, Elena Vezzoni, Emanuela Minucci, Giovanni Zanon, Miranda Mandrino, Romano Bosticco

Luoghi citati: Bardonecchia, Piemonte, Sestriere