C'è ancora posto a tavola I ristoratori sperano nei ritardatari di Luisella Re

LA VIGILIA LA VIGILIA gè ancora posto a tavola / ristoratori sperano nei ritardatari QUELLI CHE PROGETTI di Capodanno? Al ristorante «Balbo», che monopolizza a Torino l'ambita stella della guida Michelin, Luigi Caputo non ci sta: «Noi resteremo chiusi. La sera del 31, per chi voglia fare un po' di musica, i diritti Siae divorano ogni margine mentre i camerieri costano mezzo milioni,' e più. Meglio rispettare i clienti e lasciar perdere». Ma non è detta l'ultima parola. E lo dimostra l'orgoglio con cui Paissa preannuncia un estemporaneo arrivo di caviale, a conforto dei torinesi rimasti a corto di Beluga e Sevruga prima di Natale «causa una richiesta sopra le righe che, per la prima volta da anni, ci ha svuotato il frigorifero». Sono le due facce della stessa medaglia, gli estremi di una fine d'anno in cui confluiscono buon senso e gusto di strafare. Come sempre e forse più, causa la crisi che enfatizza smanie e paure. Ristoranti. I prezzi andranno dalle 65 alle 200 mila lire e oltre. Gli ottimisti scoprono che nel salone del Cambio non c'è più posto, i pessimisti verificano che, per ora. le salette laterali risultano prenotate soltanto al 60 per cento. Bene o male? Prima di decidere meglio aspettare le ultime ore di vigilia. Lo sperano a Villa Somis («Abbiamo ancora spazio, si può prenotare con tranquillità»). Ci contano a La Cloche («Cè già un po' di gente, ma le prenotazioni cominciano adesso»). Soddisfatto Moreno Grossi, alla Smarrita: «Con la crisi conta attirare gente ad ogni costo. L'abbinamento tra il nostro ristorante e il bistrot al piano terra, con un'atmosfera e prezzi articolati, sta attirando un'attenzione positiva». Rinuorato anche Armando Zanetti alla Vecchia Lanterna, cui la guida Michelin ha strappato la stella al merito. «I miei vecchi clienti, invece di tradirmi, tornano a rincuorarmi». Per ricambiare lui riesumerà la sua celebre zuppa di tartufi in crosta, quella «contrabbandata come un'invenzione degli chef dell'Eliseo che nacque alla Mandria, quando ci veniva in visita il re». Discoteche. Prezzi tra le 60 e le 100 mila lire. Al Tango, il presidente di settore Nicola Acqua vi va pregusta un veglione a pieno ritmo. «Dal Du Park e il Patio all'America e il Pick-Up, arrivano segnali buoni. La gente sta riscoprendo le sale da ballo che garantiscono professionalità». Esauriti i 1200 pósti del «Capodanno Insieme» al Palazzotto dello Sport, riservato dal Comune ai torinesi di oltre 55 anni. E pronti gli altri locali a giocare le carte migliori. Dal Barrumba (6 dj, 30 mila lire l'ingresso con consumazione, una navetta di collegamento sino all'alba con il Mivida) sino all' Hen nessy o al Big Club, dove con 80 mila lire e l'optional di un misuratore cardiaco ci si potrà strusciare su un lettone a palco con Ghibli o {Cristine: chi non fa una piega si diverte meno ma può vincere un viaggio. Gastronomie. I gastronomi gongolano, dopo un Natale che per Sbriccoli è risultato «un successo che non voglio quantificare perché sembrerebbe una boutade» e, da Steffanone, ha confermato le migliori speranze. Dice Redomante Pappi, che ha in programma calamari ripieni con aspic di piovra, bignè di bisquit ai semi di papavero e timhallini di gamberi di fiume: «Dopo un Natale strepitoso, la gente sta ancora facendo il chilo. Dedicherà alla spesa di San Silvestro ie ultime 48 ore di vigilia». Con una differenza, però. Spiega Maurilio Baudracco: «Il Natale gastronomico torinese resta familiare e formale, mentre Capodanno è sinonimo di buffet tra amici, baci di mezzanotte e lenticchie portafortuna». Luisella Re L'abbuffata può costare oltre 200 mila lire Tutti soddisfatti in discoteca e gastronomia

Persone citate: Armando Zanetti, Balbo, Luigi Caputo, Maurilio Baudracco, Moreno Grossi, Nicola Acqua, Steffanone

Luoghi citati: America, Torino