Troppa musica soffoca Berlino

Tre grandi teatri, fondi tagliati: il governo municipale corre ai ripari Tre grandi teatri, fondi tagliati: il governo municipale corre ai ripari Troppa musica soffoca Berlino «Mai più tanti Wagner in contemporanea» L BERLINO E solite voci messe in giro dai provinciali gelosi delle tradizioni e della ricchezze di Berlino». Gòtz Friedrich, sessantasei anni, regista di fama, dal 1981 sovrintendente della Deutsche Oper, non accetta neppure l'idea che «la capitale della musica europea» debba rinunciare a una delle sue tre «case dell'opera»: «Prima della guerra ne avevamo cinque! E io resto un democratico iissoluto: all'opera non voglio solo l'elite», ricorda. Nonostante la sua incredulità, il Senato della citta ha approvato una riduzione di cento milioni di marchi (circa cento miliardii in quattro anni al finanziamento per le spese culturali, un settore che occupa circa 50.000 persone. Dopo la tensione con i Berliner Philharmoniker, di cui Claudio Abbado è direttore principale e che sono riusciti a difendere le loro sovvenzioni, il governo municipale ha esplicitamente invitato Deutsche Oper, Staatsoper e Komische Oper a concertare l'attività. Non dovrà più ripetersi l'incidente di novembre, quando la stessa sera tutti e tre i teatri, compresi in un'area di pochi chilometri tra la Bismarck Strasse e l'Unter den Linden, capaci di 4500 posti, programmavano, in evidente concorrenza tra loro, opere di Wagner. Intervistato da le nouvel observateur, Torsten Maas, responsabile del Berliner Festspiele, ha accusato «i sovrintendenti di essersi rifiutati ad ogni riforma. Da quando c'è stata la riunificazione, sapevano che ci sarebbero stati dei cambiamenti, ma non hanno voluto sentire ragioni, ed ora protestano invano». A differenza dei nostri enti lirici - aperti in media settanta sere all'anno e capaci di offrire non più di sette titoli a stagione - quest'anno i tre teatri di Berlino offrono complessivamente novantuno inoli per ottocento rappresentazioni, oltre alle serate di balletto. Troppi per una città di tre milioni e mezzo di abitanti? «Non per questa città, che ritornerà ad essere la capitale», dice Christian Thieiemann, dal 1997 nuovo Generalmusikdirektor della Deutsche Oper. Trentasette anni, primo cittadino berlinese a ricoprire l'incarico, allievo di Karajan cresciuto nella devozione di Furtwàngler. Calendario europeo e americano ormai fittissimo, Thieiemann e noto anche al pubblico italiano: a dicembre ha diretto Otello a Bologna, in primavera tornerà all'Accademia di Santa Cecilia di Roma, dove e stato acclamato protagonista di un Festival beethoven. La Deutsche Grammophon, che reagisce alla crisi del mercato discografico fiutando nuovi talenti, lo ha appena catturato: l'esordio lo vede interprete esuberante, melodrammatico, ma dalla mano saldissima, padrona del suono, di Ouinta e Setti¬ ma. «Beethoven aveva trentacinque aiuti quando ha scritto la Ouinta, e un direttore giovane può esprimere meglio le loro passioni», risponde se gli si rimprovera l'ovvietà della scelta, che difende assolutamente: «Siamo arrivati al punto che il repertorio sintonico viene eseguito soltanto dai grandi vecchi. Mozart ancora non lo tocco, e poco anche Mahler. Ma qui ho avuto il coraggio di mostrare il mio punto di vista, il mio entusiasmo. Non voglio essere un direttore elegante, è il Beethoven romantico che deve emergere. Un suono grasso, che non mi dispiace per nulla». Forse per la Berlino musicale del Duemila, stretta tra memoria, crisi finanziaria e prestigio da riconquistare, c'è bisogno di un simile Rodomonte, saldamente ancorato alla tradizione tedesca, se Wagner e Strauss sono gli autori nei quali eccelle. «I soldi sono il grande problema: le previsiom dei nostri amministratori dicono che, considerando l'aumento dei costi e dei salari, tra dieci anni l'intero budget sarà inghiottito dalle sole spese fisse e non resterà più nulla per produrre, se non cambiamo rotta tutti assieme». Assieme soprattutto a Daniel Harenbohn, dal 1992 direttore della Staatsoper, il teatro voluto da Federico n e che apparteneva a Berlino Est. «Ne ho già parlato con Barenboim. Bisogna differenziare i programmi, privilegiare ognuno alcuni aspetti del repertorio, evitando rivalità. Dovremo creare un nuovo equilibrio, intervenendo in modo più razionale sulle spese amministrative e sui costi di produzione dei tre teatri». Alzando i prezzi? «Circa il 40 per cento del nostro pubblico viene dall'ex Berlino Est: non ha grande disponibilità economica, ma non possiamo perderlo. Non voghamo neppure rinunciare ai ragazzi delle scuole, che sono il pubblico di domani, assieme ai turisti e agli appassionati europei che dobbiamo catturare di più». La musica continuerà a volare sopra Berlino? «E dove, altrimenti?». Il Generalmusikdirektor non è venuto per calare il sipario. Sandro Cappelletto Christian Thieiemann dal 1997 è il nuovo Generalmusikdirektor della Deutsche Oper di Berlino