Italiani figli del compromesso

il caso. Da Cavour a Moro, i personaggi di un nuovo «Dizionario storico» che aiuta a capire il Paese di oggi il caso. Da Cavour a Moro, i personaggi di un nuovo «Dizionario storico» che aiuta a capire il Paese di oggi Italiani, figli del compromesso Così la politica ha creato il carattere nazionale SE vi chiedessero di rappresentare la storia italiana dall'unità a oggi attraverso dieci personaggi —I emblematici, chi scegliereste? Dieci volti per centoquarant'anni, un bell'affare. Cavour? Sì. Mussolini? Sì. De Amicis? Mah. D'Annunzio? Forse. E Gobetti? O Marinetti? La sfida è stata accettata da due autorevoli storici, Bruno Bongiovanni e Nicola Tranfaglia, dell'Università di Torino, nel Dizionario storico dell'Italia unita che hanno curato per le «Enciclopedie del Sapere» degli Editori Laterza: mille pagine, settantadue autori, ottantatré voci, da «Agricoltura» a «Unificazione», un'utile appendice cronologica e statistica (di Bruno Maidal. Le voci comprendono dieci biografie di italiani notevoli: il conte di Cavour, Francesco Crispi, Giovanni Giolitti, Filippo Turati, Benedetto Croce, Giovanni Gentile, Benito Mussolini, Antonio Gramsci, Alcide De Gasperi e Aldo Moro. Ai quali si aggiunge un capo della Chiesa: papa Pio XII, al secolo Eugenio Pacelli. Naturalmente il quadro messo insieme dal Dizionario storico di Bongiovanni e Tranfaglia non è in alcun modo riducibile alle sole voci biografiche. Si tratta d'una ricostruzione della vita italiana nei suoi vari aspetti e sviluppi Ipolitici, economici, sociali, culturali). Poiché l'arco temporale è enorme - dal processo di unificazione del 1860 alle elezioni politiche del 1996 - le voci rappresentano, quasi sempre, sintesi esemplari di quanto accaduto, utilissimi bignamini di ciò che bisogna assolutamente sapere. Il maggior numero è sicuramente dedicato agli eventi politici: ogni movimento ha la sua voce lo anche due. come «Fascismo»!. Ampio lo spazio per i temi sociali (presenti nel volume con una dozzina di voci, da «Borghesie» a «Operai»). Numerosi anche gli argomenti istituzionali: «Carceri», «Costituzioni», «Federalismo», «Giudici». In linea con i nuovi orientamenti della storiografia sono le diverse voci che hanno per oggetto consumi culturali e tempo libero, da «Cinema» a «Sport». In questa struttura i personaggi biografati sono un caso a sé. Figure storiche vanno e vengono di pagina in pagina: Togliatti in «Comunisti», Carducci in «Letteratura», Cattaneo, i Rosselli e La Malta in «Radicali, repubblicani, azionisti», e così via Ma i medaglioni delle biografie sono come le tappe della corsa compiuta dagli italiani dall'unità a oggi. Ebbene: che cosa ci dice dell'Italia questo collage di volti? Che caratteri del nostro Paese porta in primo piano? Innanzitutto mette in luce il primato della politica. I grandi italiani del Dizionario storico sono tutti personaggi politici: con responsabilità dirette nella guida del Paese (Cavour. Crispi, Giolitti, Mussolini, De Gasperi, Moro), capi di partito (Turati e Gramsci) o intellettuali il cui pensiero ha ispirato ideologie e movimenti (Croce e Gentile). Resta a parte Eugenio Pacelli, di cui lo storico Giovanni Miccoli studia soprattutto l'influenza esercitata nel mondo cattolico. La sua biografia è infatti articolata in tre parti: la carriera ecclesiastica, il ruolo nella seconda guerra mondiale, la questione dei rapporti tra Chiesa e Stato. In secondo luogo, la maggior parte di questi personaggi, soprattutto quelli che hanno governato, sono uniti da un comune destino: hanno piegato, nel bene e nel male, le idee e le dottrine, le grandi speranze, la forza stessa di partiti e movimenti, alle esigenze della realpolitik, alle necessità della mediazione, a quella che Giolitti chiamava «la politica dei piccoli passi». Così come escono dalle pagine di questo dizionario, i grandi uomini politici italiani sono stati soprattutto maestri dell'arte del compromesso, inteso come capacità tattica di mettere d'accordo e tenere insieme interessi e tendenze in partenza in¬ conciliabili. Non sorprende che questo carattere nazionale venga alla luce nella biografia di Cavour o in quella di Giolitti ma esso contrassegna come un marchio di fabbrica anche personaggi con una opposta immagine quali Mussolini o De Gasperi. Uomo del compromesso, piuttosto che un rivoluzionario, è il Duce nell'inedito ritratto che ci offre Giovanni De Luna: «Il suo progetto di "fare gli italiani" si adeguò a quello burocratico, clericale e militare che aveva caratterizzato gli assetti di potere nell'Italia postrisorgimentale*. Mentre le idealità morali che animavano De Gasperi non gli impedirono di mettere in campo, per rafforzare la de, il progetto antidemocratico della «legge truffa», correndo il rischio, come scrive Pier Giorgio Zunino, di «una gravissima alte razione del sistema politico». Non è un caso che fra le biografie non compaiano quelle di personaggi di grande rigore intellettuale e morale ma di limitate capacità di costruire il Paese. L'assenza più significativa è senza dubbio quella di Piero Gobetti. Ma è sintomatico anche il fatto che fra i biografati figuri Moro e non figuri Berlinguer: c'è l'uomo del compromesso reale, non quello del compromesso ideale. Alberto Papuzzi Le nostre vicende dall'unità al 1996 in 83 «voci» e mille pagine: partiti, economia, società, istituzioni e vita culturale I due protagonisti della stagione del compromesso storico: il leader de Aldo Moro e il segretario pei Enrico Berlinguer A sinistra Mussolini e, sopra, De Gasperi anch'essi legati all'Italia del compromesso

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