Torna a casa l'ultimo italiano dalla Somalia
dada Somaiia E' arrivato a Genova Toma a casa dada Somaiia GENOVA. E' arrivato ieri a Genova Francesco Enrico, l'ultimo italiano rimasto in Somalia per cui nei mesi scorsi si era mossa la Farnesina dopo che in una intervista l'uomo aveva denunciato di essere costretto a vivere di espedienti in terra somala. Ad attenderlo all'aeroporto Cristoforo Colombo i fratelli Mario, di 47 anni, e Alfredo, di 52, con i quali non si incontrava da quasi trent'anni. Davanti al varco della dogana un lungo abbraccio commosso ha segnato l'inizio della nuova vita per Francesco, rimasto in Somalia senza mezzi di sostentamento dopo l'assalto di un gruppo di miliziani che nel 1993 saccheggiarono e distrussero l'albergo ereditato dal padre. «In questi ultimi mesi - ha detto Enrico - mi sono arrangiato come potevo, aiutato dall'Unicef e dalla Caritas. Ho saputo che sarei tornato in Italia solo pochi giorni fa. Sono partito 0 giorno di Natale da Chisimaio con un volo pagato dall'unità di crisi del nostro ministero degli Esteri». Piedi gonfi in un paio di mocassini estivi, calzoni leggeri, camicia e maglioncino, Francesco Enrico, 54 anni, aveva come unico bagaglio una piccola borsa semi vuota. Alto e inagrissimo, aspetto piuttosto sofferente, l'uomo si è commosso davanti al gruppo di parenti in attesa: i fratelli Mario con la figlia Fedoni e Alfredo col figlio Giuseppe. Balbettando ha raccontato i particolari del viaggio e gli ultimi mesi in Somalia. «A Chisimaio - ha detto - la situazione ora è abbastanza tranquilla. A parte l'assalto all'albergo di tre anni fa, i somali mi hanno sempre rispettato e trattato da fratello. Ma di politica non voglio parlare. In Somalia si spara ancora, diverse fazioni si uccidono, non si vive bene». Il caso di Francesco Enrico era emerso il 23 giugno scorso, quando aveva raccontato la sua storia di ultimo italiano «insabbiato» al giornalista dell'Ansa che l'aveva scovato a Chisimaio, centro portuale a 600 chilometri da Mogadiscio. «Durante i sanguinosi scontri del 1991 - aveva detto l'uomo - tutti gli italiani del distretto di Chisimaio furono evacuati, ma nessuno venne ad avvisarmi. Seppi della partenza per caso e mi precipitai in porto, ma la nave era già salpata. A Chisimaio restammo solo io e padre Pietro Turati, un frate francescano di 71 anni originario di Brescia, che fu assassinato poche settimane dopo». [Ansa]
Persone citate: Cristoforo Colombo, Francesco Enrico
Luoghi citati: Brescia, Genova, Italia, Mogadiscio, Somalia
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