Lite in famiglia finisce in strage

La montagna inghiaile tre alpinisti Gioia Tauro, forse all'origine della strage la separazione tra i coniugi Lite in famiglia finisce in strage Ammazza moglie, suocera e cognato, poi si uccide GIOIA TAURO Quattro morti in una villetta alla periferia Sud di Gioia Tauro. Questo resta di un matrimonio finito tragicamente ieri sera, quando un disoccupato, Vincenzo La Ruffa, quarantasettenne, ha ucciso la moglie da cui viveva separato da qualche mese, poi il cognato e la suocera, prima di ammazzarsi sparandosi un colpo di pistola in bocca. Un dramma che si è consumato in più atti e che ha avuto, oltre ai quattro «protagonisti» principali, un solo spettatore, Giuseppe Firenze, 74 anni, l'ex suocero dell'omicida. Ieri sera, poco prima delle 19, La Ruffa si è presentato a casa dei suoceri, un'abitazione inonofamigliare nella frazione Marina di Gioia Tauro. Ha chiesto subito di parlare con l'ex moglie, Maria Firenze, di 42 anni. Sono andati insieme in camera da letto, forse perché lì la donna pensava di poter parlare da sola con lui, mentre i genitori e il fratello erano rimasti nella stanza da pranzo. Dopo qual¬ che istante le voci si sono alzate e le grida dei due hanno messo in allarme la madre e il fratello di Maria Firenze, che pure erano abituati a quelle liti che si erano infittite negli ultimi anni e che, nel luglio scorso, avevano spinto la donna al grande passo, ad abbandonare il marito, avviando quindi le pratiche di separazione. Giuseppe La Ruffa aveva preso molto male la piega che aveva assunto il suo matrimonio, anche perché da tempo non riusciva ad ottenere che lavori saltuari, lavorando come trirnestraiista per conto del Comune. E' stato forse un disperato tentativo di ricucire IL rapporto a spingerlo a chiedere un colloquio alla donna. Ma il dramma era ormai maturo e la follia di un uomo, deluso dalla vita e dagli affetti, ha fatto il resto. La Ruffa, quando forse ha capito che ormai non aveva più margini per riavere con sé la moglie, ha tirato fuori dalla giacca una pistola e ha fatto fuoco. Le detonazioni hanno attirato l'attenzione dei con¬ giunti di Maria Firenze che hanno tentato di sbarrargli la strada. Ma ormai Vincenzo La Ruffa aveva deciso. Ha alzato l'arma e ha continuato a fare fuoco abbattendo prima il cognato. Luigi, 39 anni, poi la suocera, Maria Anni, settantaduenne. A salvare la vita al suocero, Giuseppe Firenze, forse è stato il fatto che l'anziano non ha avuto la forza di uscire dalla camera da pranzo nonostante avesse sentito le grida e le detonazioni, forse presagendo quanto poteva accadergli. Vincenzo La Ruffa ha compreso solo allora l'enormità del suo gesto. E' tornato nella stanza da letto, si è inginocchiato davanti al cadavere della moglie, s'è infilata in bocca la canna della pistola e ha fatto partire il colpo. L'ultimo che era rimasto nel caricatore dell'arma, una Beretta bifilare che di proiettili ne conteneva quattordici. Diego M'ititi

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