Antonioni derubato dei ricordi di Maria Grazia Bruzzone
Donna uccisa in strada con 4 colpi di pistola Il regista ultima vittima illustre dopo Montanelli e Verdone Antonioni derubato dei ricordi / ladri fuggono con l'Oscar e altri premi IL PERSONAGGIO LA MEMORIA L #ROMA OSCAR alla carriera, il Leone d'oro avuto a Venezia, la Grolla d'oro ricevuta proprio quest'anno, oltre al Palmarès vinto a Cannes con Blow up nel lontano 1967: i premi di un vita, una lunga vita d'autore, sottratti all'ultimo grande del Cinema italiano. Dopo Indro Montanelli e Carlo Verdone, è toccato a Michelangelo Antonioni trovare la casa svaligiata dai ladri di Natale. Ladri senza più rispetto né per la festa della bontà, né per personaggi di grande prestigio e di età veneranda, emblemi stessi della cultura, come il principe dei giornalisti e il massimo regista nazionale vivente. Ladri irrispettosi e irresponsabili. Montanelli il 22 dicembre ha trovato la sua bella casa di piazza Navone messa a soqquadro da ignoti, senza che fosse stato sottratto nulla. Verdone, oltre la porta blindata dello studio divelta sopra un cumulo di macerie, ha scoperto che i ladri si erano portati via la sua colllezione di orologi, una vecchia pistola Smith & Wesson comprata dieci anni fa durante le riprese del film «I due carabbinieri» e un pendaglio regalatogli dai figli, proprio per Natale. Tutte cose di scarso valore venale, ma di grande valore affettivo. Ad Antonioni è andata ancora peggio. I ladruncoli sconosciuti hanno buttato all'aria il «uo attico della collina Fleming che affaccia sulla città, pieno di luce e di traspa¬ renze ma vuoto di oggetti di pregio e gli hanno portato via i massimi riconoscimenti al suo lavoro. La maggior parte dei quali ottenuti, per malvagia ironia della sorte, solo negli ultimi anni. Nient'altro. Perché nient'altro c'era, nella casa lasciata vuota dai coniugi Antonioni che passavano le feste in Veneto. Niente gioielli né pellicce, che la moglie del regista Enrica Fico, non porta. Niente quadri o altro. «Anche perché tutto il rubabile ci era già stato rubato qualche anni fa», spiega Enrica Fico. Mentre tutti i libri, i film, gli oggetti di qualche valore simbolico sono già raccolti nel museo Antonioni che il presidente Scalfaro ha da poco inaugurato a Ferrara. Lo stesso dove sarebbero stati presto portati anche i premi. Perché premi, film, libri e oggetti di Michelangelo Anto¬ nioni sono ormai parte della cultura italiana, patrimonio degli italiani tutti. Ma evidentemente non dei ladri. Ai quali oggi Enrica Fico si rivolge, perché statuine, leoni e palmarès magari sberluccicanti ma certo non d'oro né d'argento massiccio, dunque non rivendibili neppure a poso, vengano restituiti. Dice Enrica Fico: «E' stato un atto di incoscienza. Un gesto minimo, di fronte a quello che succede e succederà ancora, nella vita. Ma forse gli zingari, o comunque i ladri, che certo non si sono resi conto di quel che facevano, possono ancora ritrovare un po' di coscienza e riportare quegli oggetti. Possono lasciarli ovunque, in qualsiasi luogo visibile della città. Gliene saremmo tanto grati». E forse lo sarebbero anche gli italiani. Maria Grazia Bruzzone La consegna dell'Oscar a Michelangelo Antonioni Con lui jack Nicholson
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