Liedholm «Capisco Baggio Anch'io persi una fortuna»

LAI Liedhoim: «Capisco Saggio Anch'io persi una fortuna» INTERVISTA B/EX€AMP!0NE CARO Liedhoim, quanti sono? Settantaquattro? Portati benissimo». Nils Liedhoim, passato dai migliori teatri del calcio alle vigne del Monferrato, allarga le braccia: «Sarà il grignolino». E mentre lei sta qui, sereno e felice viticultore, a Roberto Baggio soffiano la bellezza di sette miliardi. Nella lunga carriera, le è mai capitato di dover consolare una stella della pedata vittima dei marmi peruviani o di consimili bidoni? «Me n'è capitato uno che non era male. Faceva parte di un trio che andava per la maggiore. I suoi compagni si chiamavano Nordahl e Green». Ma era lei. «Ero io». Di quanto l'hanno alleggerita? «Cento milioni. Cento milioni del 1961, una cifra da mandarti in orbita. Addio risparmi d'una onorata carriera durata dodici anni». Una storia da raccontare subito. «Dunque, decido di smettere con i calci e di godermela un po'. Il Milan ha un ragioniere generale e questo ragioniere ha un fratello che, dice lui, fa guadagnale il prossimo. Lo incontro, si parla e mi fa: Nils, ho idea che uno come te si sia messo da parte un bel gruzzolo. Conosciuta la sostanza del gruzzolo, ci medita un po' sopra e conclude che cento milioni sono tanti ma potrebbero diventare molti di più. Ah sì? E come? Ci penso io». Ci ha pensato? «A quei tempi non lo sapevo che bisogna guardarsi da quelli che ci pensano loro. Prendo i cento milioni e glieli dò. Aveva un librone, batteva il dito sulla copertina. Vedrai, vedrai, ogni sei mesi ti ritrovi a fare le capriole per la gioia». E che cosa ha visto? «Niente. Non ho visto più niente. Emersero in quel disgraziatissimo anno un ex illustre mediano al verde e un fratello di ragioniere fallito. Due scudetti vinti col Norrkoeping, quattro col Milan, 378 partite in maglia rossoncra. 84 gol segnati. E per campare mi sono dovuto vendere l'appartamento». Com'è finita? «Il Milan mi aiutò a ricomprarmi la casa. Però dovevo mantenere chi ci stava dentro Ripetevo Niels a tutto c'è rimedio nulla vita e canticchiavo: i cento milioncini se li è portati il vento». Il rimedio quale fu? «Dal momento che a 39 anni non potevo rimettermi a giocare, non mi restava che una soluzione: trasformarmi in allenatore. Il pronto soccorso venne ancora dal Milan. Mi misero alla guida delle giovanili e cominciò la mia nuova carriera». Carriera gloriosa. «Divento il secondo di Rocco, poi il primo, e poi tante panchine e di nuovo il Milan che vince il decimo scudetto. E la Roma E il ritorno al Milan e un'altra volta la Roma con l'ultimo scudetto. Quasi quasi ringrazio il fratello del ragioniere». Giocatori troppo ingenui o bidonisti troppo furbi? «Un calciatore esce un po' alla volta dalla vita chiamiamola nonnaie e si stabilisce in un mondo che ha per confini le tribune dello stadio. Fuori è diverso, fuori non ti salvano i dribbling La partita è diversa Cuori, e magari credi, sei un ragazzo, che tutto prosegua in letizia come su un campo di calcio. Auguro a Baggio d'essere più fortunato di me. Comunque gli vada, ne ha di tempo per rifarsi». Gianni Ranieri bella chioma rìccia, uno juventino, l'altro interista. Uno, Paci, preferisce i cara- LAI LiAnhlufmNmn Nouqn Nils Liedhoim oggi e in un'immagine di quando giocava nel Milan

Persone citate: Baggio, Cuori, Gianni Ranieri, Green, Nils Liedhoim, Nordahl, Paci, Roberto Baggio

Luoghi citati: Monferrato