Sulla rotta del tesoro scomparso

Sulla rotta del tesoro scomparso Dopo Baggio, l'inchiesta sui maxi-investimenti porta ai nomi di altri giocatori beffati Sulla rotta del tesoro scomparso Rimini-Caraibi, così la truffa ai calciatori IL CASO UN INTRICO INTERNAZIONJULE RUMINI DAL NOSTRO INVIATO Da queste parti una storia normale non succede mai. Dovete portar pazienza, ma qui i buoni e i cattivi hanno la stessa incredibile fantasia, la stessa infinita capacità di inventar grovigli e giochi a incastro e racconti da sfogliare perdendoci la vista, come venuti fuori da un racconto di Tonino Guerra, e da un film di Fellini. Benvenuti a Scherzi a parte, e buon divertimento. Solo che stavolta non sembra proprio uno scherzo. E' la storia strana di un affaire fabuloso, che potrà parere una truffa e magari alla fine sarà qualcos'altro, che convinceva la gente a investire i miliardi nelle miniere di marmo nero del Perù, e trovava pure quelli che ci credevano e davano i soldi e gli brillavano gli occhi, anche se erano miliardi e loro magari si chiamavano Roberto Baggio. Cento miliardi rastrellati in Italia, due, tremila in Europa. Passavano da San Marino e da Lugano, prendevano la via dei Caraibi, verso la New Bank Limited di Kingstown, nell'isola Grenadine, che comunque pare estranea alla truffa. Adesso, alla banca risponde una vocina, forse un disco: «Auguri di buone feste. Ci rivediamo il 12 gennaio». Se va bene, si sbagliano. Se va bene. Ma qui, per ora, è difficile capirci qualcosa. Perché nel bel mezzo della storia succede pure che dalla banca accusano i magistrati, e per questo chiedono di spostare l'indagine in un'altra città, e i magistrati rispondono con un comunicato durissimo, minacciando nuovi procedimenti. Altro che mollare. Così può ben capitare che uno ci sperda in questo guazzabuglio riminese. Proviamo a raccontarlo questo pasticcio, partendo dai soprannomi. Sulle locandine in piazza Cavour sotto al Municipio, l'hanno sparata cosi, come la «truffa Baggio», dal nome della vittima più illustre. Gli investigatori invece la chiamavano l'operazione Nautihu. Il capo di quelli che cercavano clienti in Italia. Mario Berton, da Milano, infine, si faceva chiamare capitan Nemo. Il capitano aveva una serie di produttori sparsi in 13 regioni italiane. Il nucleo forte era qui a Rimini, e la finanziaria regina, la Global Service, aveva sede proprio al piano basso della Procura. Scherzi a parte. Lui e i suoi uomini, la Global Service e altre finanziarie, rastrellano soldi e trovano clienti. Quasi trecento, soltanto in Italia. Roberto Baggio, il più famoso. Poi il tam tam elenca: Silvano Martina, ex Genoa, Massimo Carrera, ex libero Juve, che smentisce, Mauro Zironelli, calciatore del Venezia, che non sa, Oscar Damiani, che smentisce e si arrabbia, Donadoni, che è in America e nessuno riesce a parlarci. Pure Cabrini, ma per lui smentisce il magistrato: «Non è vero». Questi, più tutti gli altri risparmiatori comuni. Uno di loro, qualche tempo fa, avrebbe presentato regolare denuncia perché non riusciva a riavere indietro i soldi. L'avvocato della New Bank dei Caraibi, Mario Savoldi. dice che sarebbe «tale Gaetano Papagni, aspetti che leggo bene: residente in provincia di Bari, fratello di Domenico Papagni, capo della squadra Mobile di Bari, cognato di Manganelli, Giorgio Manganelli, vicequestore a Chieti». Sicuro, avvocato? Sì, sta leggendo, «eeh, sono tempi che bisogna andarci piano, ci vuole coraggio a fare gli avvocati e i giornalisti». Coraggio? «Sì, a scrìvere le cose come stanno». Il fatto è che «come stanno» si sa sempre alla fine. E intanto ai magistrati non risulta che sia tutto cominciato con la denuncia di Papagni, visto che hanno cominciato a lavorarci sopra da nove mesi. S'iniziarono, le indagini, molto più semplicemente da un rapporto della Guardia di Finanza di Forlì. E le guidano i due magistrati più famosi di Rimini. Uno è Daniele Paci, quello che ha sgominato la Uno bianca, l'altro è Paolo Gengarelli, il pm di Muccioli nel caso Maranzano e delle mani Pulite in Romagna. Il primo un po' pelato, l'altro con una bella chioma rìccia, uno juventino, l'altro interista. Uno, Paci, preferisce i cara- binieri, l'altro, la polizia. Due uffici accanto, porta a porta. Eppure non si sono mai fatti la guerra, vanno d'amore e d'accordo. Lavorano insieme e scoprono questa bella storia. Capitan Nemo e i suoi uomini rastrellavano quattrini da investire nelle miniere di marmo nero del Perù, vendendo azioni da un dollaro l'una che sarebbero via via salite a 40 dollari. Questi soldi venivano consegnati a corrieri che li portavano a San Marino e a Lugano, e da lì verso i Caraibi, alla New Bank Li¬ mited. La banca sarebbe stata mostrata ai clienti grazie a un video promozionale. Dopo la cassetta, venivano sventolati studi geologici ed economici sulla miniera di marmo, il cui sfruttamento, tra l'altro, deve ancora partire. Ultimo tocco II titolo in questione era già quotato alla borsa di Madrid, e se non ci credevano che leggessero El Pais. Il titolo c'era, in effetti: ma era un caso di omonimia, annotano gli inquirenti. Una settimana fa, il 20 dicembre. !a magistratura di Rimini passa al- l'azione. Sedici arresti, un latitante, 116 perquisizioni Un mare di documenti sequestrati, ricevute, floppy disk. Ma se tutto questo è già un bel pasticcio, purtroppo siamo solo agli inizi II peggio deve ancora arrivare. La banca, dai Caraibi, insorge e denuncia «l'operato gravissimo da parte dei magistrati di Rimini che procedono in violazione dell'articolo 11 del Codice di procedura penale». L'articolo 11 nguarda il caso in cui un magistrato diventa imputato o anche persona offesa. Paolo Gengarelli risponde che «allo stato non ci risulta che magistrati o ex magistrati di Rimini siano tra gli investitori della raccolta di risparmio di cui ci stiamo occupando». E l'avvocato Savoldi, invece rincara. «Mi deve arrivare la documentazione...», dice. E bisogna andarci piano di questi tempi, dice, ed è pazzesco, dice. «Ho una nota qui sotto agli occhi». E legge, e accusa. «Robe da pazzi. Quei magistrati sono altamente censurabili, ma vogliamo scherzare?». E l'inchiesta? «Ah, l'inchiesta è una cretinata. Il supposto reato è l'intermediazione di titoli. C'è da discutere mille anni, perché sono mica titoli italiani. Sono titoli stranieri. E' un reato insignificante». Ma ci sono 16 persone in carcere. «Come si fa a mandarne in carcere 16, e a fare 116 perquisizioni per una storia cosi». Eh, come si fa? «Ma lo sa com'è la storia? Qui si tratta di richieste di disinvestimento che non possono essere concesse alle condizioni dei clienti. Tutto qui Perche si parla di truffa? Chi è il miffatoV L'avvocato Savoldi e così sicuro che fa effetto Uno non sa se ridere o crederci Anche a Palazzo di Giustizia all'inizio pensano a uno scherzo, quando raccontano delle accuse Ci vuole un bel po' per convincere i magistrati che e tutto vero. Non siamo su Scherzi a parte. Allora, rispondono con un comunicato durissimo: «Tuteleremo in ogni sede la nostra onorabilità e correttezza». E' l'appendice che ci mancava. Buon divertimento Pierangelo Sapegno Si parla di circa 3 mila miliardi rastrellati per l'operazione «miniera di marmo» Scambio di accuse tra un avvocato e i magistrati che indagano sulla vicenda ISOLA GRENADINE • (PICCOLE ANTILLE-CARAIBI) QUI HA SEDE LA NEW BANK LIMITED, CHE SI OCCUPAVA DELL'INTERMEDIAZIONE BANCARIA PER L'ACQUISTO DEI TITOLI AZIONARI LUGANO' ANCHE NELLA CITTA' SVIZZERA TRANSITAVANO I FONDI RACCOLTI DALLE FINANZIARIE SPARSE IN TREDICI REGIONI ITALIANE NELLE BANCHE DELLA CITTA-STATO VENIVA VERSATO PARTE DEL DENARO RACCOLTO IN ITALIA E DESTINATO POI ALL'ESTERO OCEANO ATLANTICO RIMINI L'INCHIESTA E' PARTITA DA QUI IN SEGUITO A UNA DENUNCIA L ORGANIZZAZIONE. CON SEDI IN MOLTE LOCALITÀ' POTEVA TRA L'ALTRO CONTARE IN CITTA' SULLA «GLOBAL SERVICE-, SOCIETÀ' INCARICATA DI RACCOGLIERE CLIENTI, CON SEDE NELL'EDIFICIO CHE OSPITA IL PALAZZO 01 GIUSTIZIA E' NELLO STATO SUDAMERICANO CHE SI TROVA LA MINIERA DI MARMO NERO AL CENTRO DELL'OPERAZIONE: SECONDO L'ORGANIZZAZIONE. I TITOLI RELATIVI ALLA CAVA AVREBBERO FRUTTATO 40 VOLTE L'INVESTIMENTO I H LE TAPPE hit BUSINESS In alto l'ex calciatore del Milan Roberto Donadoni e la stella della squadra rossoner.ì. Roberto Baggio Qui accanto. Oscar Damiani: il suo nome circola fra quelli dei personaggi che sarebbero stati beffati dall'investimento, ma lui nega ogni coinvolgimento