Vespri siciliani missione d'amore Catena di matrimoni per i soldati in servizio

IL CASO Vespri siciliani, missione d'amore Catena di matrimoni per i soldati in servizio IL CASO LOTTA Al BOSS E FIORI D'ARANCIO OPALERMO ALEOTTA fu l'emergenza mafia che negli ultimi quattro anni ha catapultato in Sicilia 132 mila uomini armati per presidiare il patrio suolo minacciato dalle cosche. Sbarcati nell'isola per la missione «Vespri siciliani», i soldatini di piombo hanno scongiurato il rischio-stragi, ma hanno fatto strage di cuori femminili. La notizia, che tinge di rosa la stagione della militarizzazione del territorio siciliano, è stata rivelata ieri - con una certa soddisfazione - alla caserma «Scianna» di Palermo, nel corso della visita di Massimo Brutti, sottosegretario alla Difesa, al comando della regione militare Sicilia. Dal 25 luglio 1992, data d'inizio dell'operazione «Vespri siciliani», decine di militari, ufficiali e soldati di leva si sono fidanzati e sposati con ragazze siciliane. Che c'è di strano? Sentite un po'. «Per molti giovani in divisa la missione a Palermo è stata l'unica opportunità di conoscere la Sicilia», ha detto commosso il generale Enzo Conte, comandante della regione militare, «modificando l'immagine fuorviarne che spesso si ha dell'isola e apprezzando la generosa solidarietà ed il calore umano della gente» Parole che profumano d'antico, che riecheggiano un'Italietta ruspante di deamicisiana memoria, con una Sicilia lontanissima dal resto dello stivale, sulla quale gli italiani veri - quelli non insulari - concentrano pregiudizi e fantasie. Eppure, a quanto pare, l'interpretazione del generale Conte è quella più realistica. Se tanti pregiudizi sembrano cancellati, in parte lo si deve alla mobilitazione antimafia. «Amor omnia vincit», dunque. Brutti ha annuito con soddisfazione. Gli ufficiali hanno sorriso compiaciuti. E tutti sono sembrati contenti della miracolosa fusione multi-etnica provocata a sorpresa dalla campagna dell'esercito contro Cosa nostra. Ma i successi conquistati sul campo dai «Vespri siciliani» negli ultimi quattro anni non sono solo amorosi: 736 154 persone identificate, 1100 persone fermate, 132 armi sequestrate, 3113 chilogrammi di esplosivi sottratti all'ala militare della mafia. Non è davvero poco. Anche se queste, ormai, sembrano curiosità minori. Tra squilli di fanfare e luccicar di sciabole - si fa per dire, visto che i soldatini spediti in Sicilia maneggiano modernissime mitragliette - la riunione militare di ieri ha finito per far notizia, principalmente, per il risvolto sentimentale, da feuilleton ottocentesco, degli amori interregionali tra soldati in missione speciale e signorine siciliane che il luogo comune vuole appassionate e romantiche. Non che le manovre amorose siano finora passate inosservate. A Palermo, per esempio, non c'è postazione militare, sotto i palazzo¬ ni dei giudici antimafia, dove gli eroici vespri non vengano periodicamente presi d'assalto da fanciulle a caccia di conqui¬ ste. «Attuaimente - ha sottolineato il generale Conte - nell'isola sono impegnati 10 reggimenti». Il che significa un totale di 5150 soldati. Il traffico amoroso è alle stelle. Tante le curiosità che attanag'iano: sono legami duraturi? E cosa succede quando - ogni due mesi - i reparti si avvicendano e i militari sono costretti a lasciare la Sicilia? Niente di tragico, naturalmente. Il corteggiamento del soldato innamorato si conclude quasi sempre con i sospirati fiori d'arancio. L'idillio, però, non durerà all'infinito. Il 31 dicembre del 1997 l'operazione «Vespri siciliani» potrà dirsi conclusa. Il tempo delle conquiste, dunque, sta per finire. E il conto alla rovescia è già iniziato. Meditate, ragazze. Sandra Rizza Due immagini di soldati impegnati in Sicilia nell'operazione «Vespri siciliani» (foto mke palazzotto]

Persone citate: Enzo Conte, Massimo Brutti, Sandra Rizza, Scianna

Luoghi citati: Palermo, Sicilia