Il kit del provocatore Mostra a Mosca: come incastrare i rivali

Il kit dei provocatore Il kit dei provocatore Mostra a Mosca: come incastrare i rivali IL CASO IL PAESE DEI COMPLOTTI MOSCA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Agit-prop, samizdat, compro mat. Fermi tutti, finalmente nasce il lessico eltsiniano, come per ogni era che si rispetti. Se «agitprop» (agitatore propagandista) risaliva all'era staliniana, se «samizdat» (edizione clandestina) fu tipico dell'era brezneviana, «kompromat» (materiale compromettente) passerà alla storia come tipico del glorioso periodo eltsiniano. Sono ormai tanti i materiali compromettenti che circolano in Russia da convincere qualcuno a trasformarli in merce da vendere e comprare. S'intende artefatti. Così alla fine la confusione sarà tanta che quelli veri non si riconosceranno più. E' nata perfino un'impresa, la «Kompromat Limited», specializzata in produzione di roba falsa: del tipo documenti statali contraffatti, fotografie, certificati e licenze, registrazioni video e audio ecc. Detto e fatto. Dove poteva tenersi, se non a Mosca, la prima esposizione di «kompromat»? Trattandosi di materiali ad alto contenuto artistico, era logico che fosse una galleria d'arte - la «Marat Ghelman» - a ospitare la mostra. Che ha avuto un successo eccezionale di visitatori: curiosi, giornalisti, deputati, funzionari dell'amministrazione presidenziale, perfino agenti dell'ex KGB, e poi poliziotti e inquirenti a go go. Obiettivo pare fosse di dimostrare che, con le tecniche moderne si può falsificare tutto. Cosa del resto nota nel mondo virtuale. Ma qui la bravura ha origini sociali e storiche consolidate. Sotto gli occhi sbalorditi dei visitatori sono state realizzate (e vendute a 300 dollari l'ima) cinque lettere del Kgb con la firma «autentica» di Jurij Andropov. Altra chicca è stata una cassetta (1500 dollari) con tutte le telefo- nate fatte dal capo della guardia presidenziale eltsiniana, Aieksandr Korzhakov, il giorno dopo essere stato licenziato. Vere o false non è chiaro. La ditta «Kompromat Limited» aveva prodotto per l'occasione un kit «fai da te» (1000 dollari) con tutto l'occorrente per mettere nei pasticci tutti i vostri nemici: dalle firme false, alle fotografie contraffatte, incluse quelle in pose scabrose di momenti molto scabrosi, alle registrazioni sulle segreterie telefoniche, alle buste intestate e cosi via manipolando. Pare che il kit sia andato a ruba. Brividi di terrore ha fatto serpeggiare nelle schiene dei banchieri e degli alti funzionari russi il documento (certamente falso) dell'agenzia investigativa privata americana «Kroll» contenente l'elenco dei nuovi russi che hanno conti in banca segreti all'estero. C'è stato anche un dato curioso: gli espositori avevano promesso di realizzare su richiesta anche «kompromat» pronto uso per i visitatori. Pare che siano state soprattutto le donne visitatrici ad avvalersi del servizio. Ma la curiosità non è questa. Gli organizzatori si erano preparati a operazioni per imbarazzare gli amanti (o i coniugi) maschi. Un vasto complesso di pose fotografiche maschili era stato preparato per la bisogna. Politici che prendevano e davano bustarelle, magistrati colti in flagrante, ministri con valigette piene di dollari. Tutto molto verosimile in Russia (e non solo in Russia). Invece la signore hanno chiesto in genere «kompromat» contro se stesse. Per esempio foto comprovanti plateali tradimenti. Ma perché mai? Quelle cui è stato chiesto hanno dato la stessa risposta, con modeste variazioni: «Per apparire più interessanti». GiuStetto Chiesa L'ex capo della guardia presidenziale Aieksandr Korzhakov Alla mostra era in vendita una cassetta con le telefonate fatte il giorno dopo il suo licenziamento Impossibile stabilire se vere o false

Persone citate: Jurij Andropov, Korzhakov, Kroll, Marat Ghelman

Luoghi citati: Mosca, Russia