«Ma io sto con D'Alema » «Giuste le critiche al governo»

Bonino, In Grande Europea «Ma io sto con D'Alema » «Giuste le critiche al governo » E LAGU9DA LROMA UIGI Berlinguer, da quando è entrato nel governo Prodi, rilascia con parsimonia commenti su tutto ciò che non sia strettamente legato al suo settore. Ma adesso, girata la boa della Finanziaria, il ministro della Pubblica istruzione e dell'Università si concede il diritto di parlare. Del governo, che difetta di direzione politica. Di Rifondazione, che a suo giudizio deve siglare un patto di maggioranza, perché non è più possibile andare avanti con i quotidiani «altolà» di Bertinotti. E parla anche del suo partito, l'esponente pidiessino, per dire che la rivalità con i neocomunisti potrebbe frenarne l'evoluzione riformista... Infine, le riforme: è un bene, secondo Berlinguer, che su questo terreno si formi una maggioranza diversa da quella che sostiene il governo. Allora ministro lei ha l'aria soddisfatta, dopo sei mesi di governo, D'Alema, giorni fa, si è detto invece insoddisfatto. «Credo che lui abbia voluto intendere che nel governo c'è un'insufficienza di guida politica che genera malessere. E c'è un fondo di verità in questa affermazione. L'esecutivo ha di fronte a sé due compiti: la gestione concreta e la guida ideale del Paese, ecco questo secondo aspetto è meno nitido del pri- mo. Forse è proprio questo il difetto del governo». Ma questo compito non spetterebbe anche al vicepresidente del Consiglio, che rappresenta il partito di maggioranza e che è meno comvolto di Prodi nella gestione quotidiana? «Walter ha rifiutato di fare il cavallo di Troia del pds dentro il governo. Sa, su ciascuno di noi del pds pesa una duplice ipoteca. La prima riguarda il passato, quando i comunisti si organizzavano dovunque in cellula, anche a casa altrui. La seconda è legata al fatto che il nostro è il partito più forte. Ecco forse è questo complesso di forza che Veltroni ha sublimato attraverso una correttezza istituzionale persino spinta». Tra i difetti del governo non c'è anche la cattiva comunicazione? «E' vero. L'esecutivo ha fatto cose immani: una finanziaria inimmaginabile fino a quattro mesi fa, il rientro nello Sme, la riduzione dell'inflazione. Ha ottenuto anche la fiducia dei mercati esteri, ma non è riuscito a far capire alla gente il gran lavoro che ha svolto Ma la cattiva comunicazione è dovuta anche ad un altro problema». Quale? «La natura composita della coalizione introduce elementi di rivalità: quella di Bertinotti nei confronti del pds, quella di Dini nei confronti di Bertinotti, quella del ppi nei confronti di domineddio... Le discussioni e i litigi avvengono nella maggioranza, non nel governo, ma all'esterno sembra che si svolgano anche dentro l'esecutivo». Quindi il rimedio sarebbe quello di semplificare le coalizioni, magari arrivando al bipartitismo? «No, io sono un patito dei partiti e penso che non si possano bruciare i tempi del maggioritario riducendo una coalizione eterogenea come la nostra in un unico partito». A proposito di partiti, a febbraio si terrà il congresso del pds. Che cosa si aspetta da questo appuntamento? «Il problema principale del pds è la sua cultura politica, non quella del suo segretario, quella del corpo del partito. In ogni pidiessino c'è una contraddizione: da una parte c'è l'istinto riformista, dall'altra quello ideologico. E io temo che l'azione di Rifondazione freni la cultura riformista che si è creata da dui; anni in qua nel partito. Non vorrei che prevalessero i richiami nostalgici e la paura di essere scavalcati a sinistra». Rifondazione, secondo alcuni, rappresenta un freno anche per il governo. «Loro hanno una rilsph.ee identità. Quella togli.-ttlana, che fa sì che approvino una manovra da 62.000 miliardi. L'altra, quella conservatrice, li sospinge a frenare a ogni pie sospinto il cambiamento. E il rischio è , che il governo si logori. Per ' questo ci vuole un chiarimento strategico: si deve aggiornare il patto di maggioranza. Non può succedere che su ogni punto Ri- 1 fondazione, caminin facendo, sollevi delle obiezioni. E non è possibile che, come è accaduti! per l'intesa sulle televisioni, Bertinotti opti per le maggioranze variabili, a cui io sono contrarissimo: loro devono stare dentro un accordo preciso». Rifondazione ha già sollevato delle obiezioni anche per quel che riguarda le ri- ! forme... «Di una cosa sono convinto; | quella di governo e quella delle riforme sono due maggioranze distinte. Questo è un principio irrinunciabile anche perché la seconda deve essere più ampia della prima». Ma Berlusconi chiede la caduta di Prodi in cambio della Bicamerale. «Questo non è ammissibile. | Forse parla cosi perche nel Polo c'è chi è affamato di posti e do- ; po qualche mese di digiuno soffre già di crisi d'astinenza». Maria Teresa Meli indietro. Berlusconi adombra una grande intesa anche per facilitare questa impresa. E' una opinione rispettabilissima». Questo di¬ Il ministro della Pubblica Istruzione Luigi Berlinguer Il ministro della Pubblica Istruzione Luigi Berlinguer

Luoghi citati: Troia