Callieri governo inesistente «L'idea di Treu fa riaccendere l'inflazione»

Callieri: governo inesistente Callieri: governo inesistente «L'idea di Treu fa riaccendere l'inflazione» INTERVISTA LE RAGIONI DEL DUELLO FROMA ACCIANO loro, a loro coscienza. A noi la cosa interessa, ma ci interessa tutto il complesso della politica economica, a cominciare dalla partita sul Mezzogiorno e sulla decontribuzione del salario aziendale...». Carlo Callieri se ne torna a casa in macchina, a Torino, per una cena tra amici che per lui sancisce l'inizio delle feste di line d'anno. Parla con la consueta e olimpica calma dello scontro in pieno stile Anni 70 sul contratto dei metalmeccanici. Pesa le parole, ma quando le lascia partire sono macigni. Che rotolano su tutti, su Prodi e Treu, su Cofferati e D'Alema. E a renderle più leggere non basta la notizia che gli riferiamo: lunedi rossimo, al Consiglio dei ministri di fine d'anno, il governo presenterà, insieme al decreto di fine d'anno da 4200 miliardi, le famose misure di sostegno all'industria: aiuti alle imprese che fanno progetti di ricerca e formazione, aiuti alla meccanica, all'auto e ai settori del «bianco». Basterà questo «pacchetto» ad ammorbidire il «frontismo» confindustriale? «Gliel'ho detto - ripete il vicepresidente degli industriali - facciano loro, poi si vedrà». Insomma non si esalta per gli aiuti, Callieri. E in questa intervista spiega il perché della linea dura. Frutto di una pericolosa «concertazione asimmetrica» iniziata ai tempi del governo Dini con la mezza riforma delle pensioni, e poi perpetuata dal governo Prodi. Che ha generato l'impasse di oggi: un sindacato la cui forza politica, col puntello di Rifondazione e dello stesso pds, è cresciuta tanto da indurre la controparte imprenditoriale a reagire sul terreno corporativo; un sistema di relazioni industriali «drogato», nel quale i tavoli di una trattativa a tutto campo, e non più solo contrattuale, si sovrappongono, si confondono, si elidono. Dottor Callieri, la mediazione del governo... «Quale mediazione? La chiama mediazione quella?». Beh, la lettera del ministro Treu cos'altro è stata? «Allora, cominciamo col dire che quella lettera l'abbiamo ricevuta solo ieri. Per il resto, il ministro del Lavoro è stato inesistente». Ma con Prodi avrete pur parlato, in questi giorni. «Si, Prodi si è fatto vivo all'ultimo momento, sabato, con una telefonata al presidente Fossa, preannunciandogli che il governo avrebbe fatto una sua proposta, e questo è stato tutto. Per il resto, devo dire che l'unica persona che ha dimostrato un po' di buona volontà in tutta questa vicenda è stato il ministro dell'Industria Bersani, che si è dato da fare, ha parlato con noi, ha tenuto i collegamenti». Va bene, ma non avrete detto «no» alla proposta del governo perché ' vi siete offesi j per come vi hanno trattato. Possibile che queste 200 mila lire di aumento a regime siano così pesanti? «Lo sono, altro che se lo sono! Al di là di tutte le strumentalizzazioni che vengono fatte sulla posizione degli industriali, la vera ragione per la quale abbiamo detto no è una sola: anche (niella proposta innesca un'inaccettabile accelerazione del costo del lavoro». Treu e Cofferati dicono che avete sbagliato i calcoli, e che quella proposta non è affatto inflativa. «Poche balle, qui parlano i numeri. Basta fare i conti, e si vedrà che anche la soluzione proposta dal governo, per la sola parte retributiva nel biennio fa lievitare i costi quasi al 9 per cento, contro un'inflazione programmata che è del 5 per cento. Vorrei chiedere a Cofferati: se passasse una soluzione del genere, lui è così convinto che si riuscirebbe a recuperare tanta produttività, in un quadro di economia ancora stagnante e di ripresa che ancora non si vede? A quel punto, con un contratto nazionale di questo genere, che spazi avremmo per rinnovare i contratti aziendali?». Ecco, veniamo al punto più controverso. L'impressione è che dietro questa «guerra santa» sui metalmeccanici, francamente combattuta per poche migliaia di lire, gli industriali nascondano un altro obiettivo: quello di scardinare l'accordo del luglio '93 sul costo del lavoro. «Non è così. Le ripeto che la sola preoccupazione che abbiamo, sul contratto dei metalmeccanici, riguarda l'impatto inflazionistico e la difesa della competitivtà del sistema industriale. Detto questo...». Detto questo? «Non c'è dubbio che in una fase successiva, che per altro e fisiologicamente fissata nel luglio del prossimo anno, la scansione contrattuale prevista dagli accordi di luglio andrà riconsiderata». Appunto, il timore degli industriali, che a quanto mi risulta è emerso anche in alcune riu¬ nioni del direttivo, è che molte imprese, in un quadro congiunturale come quello attuale, non ce la facciano a reggere tre rinnovi, uno economico, uno normativo, più quello aziendale, concentrati in due anni. E' così? «Che ci sia una sovrapposizione nei rinnovi tra il primo e il secondo biennio e innegabile, l'ha scritto persino Forlani, sindacalista Cisl, sul Sole 24 Ore. Come pure è innegabile che in una prospettiva di inflazione zero, verso la quale stiamo andando e dobbiamo andare, deve cambiare la distribuzione dei pesi tra i livelli contrattuali. Se l'inflazione è zero, cosa devono dare in termini di aumenti retributivi i contratti nazionali?». Quindi l'accordo di luglio del '93 non funziona più, lo volete azzerare? «Non ho detto questo: l'obiettivo è quello di riattualizzare quegli accordi, alla luce del quadro economico che e cambiato, sul piano della crescita, dell'inflazione, e il cambio della nostra moneta». Ma lo scontro sul contratto dei metalmeccanici è il pretesto per arrivare a questa riattualizzazione oppure no? «No, non lo è. Sono due cose diverse. C'è un momento fisiologico di rivisitazione, che è previsto per il luglio del '97. Poi certo, se ad accelerare quella rivisitazione fosse l'insorgenza di un momento patologico, come può essere appunto la rottura sui metalmeccanici, pazienza, che dobbiamo fare?» D'Alema torna alla carica: giudica la vostra posizione «grave», ancora una volta un «attacco politico», che «inquina» la vertenza... i D'Alema si sbaglia di grosso, noi non attacchiamo nessuno, ne ci muoviamo in virtù di chissà quale disegno politico. Ci preoccupiamo semplicemente di l'are il nostro mestiere, cioè di difendere gli interessi legittimi di una categoria» Anche il sindacato lo fa... «Infatti» Quindi l'unica cosa che non funziona, in questa vertenza, è la posizione del governo',' Non a caso, nel comunicato di ieri, ne avete lamentalo l'intrusione in mia trattativa che doveva riguardare solo le parti sociali. «Ormai c'è poco da l'are, la triangolazione si e rimessa in moto. Quello che chiediamo noi. a questo punto, sono due cose. La pnma e, per lo meno, il rispetto dei ruoli: se nella triangolazione il governo si pone nel punto di equidistanza tra le due parti, allora si può l'are, ma in caso contrario no, non ci stiamo. La seconda cosa e la coerenza: il governo stia dentro o fuori, ormai non importa, purché si muova nel rispetto degli impegni che ha preso». Appunto, su questo ha fatto quasi scandalo il mezzo «ricatto» della Federmeccanica, che aveva posto il mancato rispetto di alcune richieste come possibile causa di risoluzione del contratto. «Il discorso e più ampio. Vede, noi ci aspettiamo alcuni atti di sensibilità da parte del governo, a partire dal prossimo decreto fiscale...». ...Ecco, parliamo degli aiuti all'industria? «Ma no parlo di misure che il governo si e impegnato da tempo a varale, e che invece ancora non ha fatto' Prima di chiedere a noi di onorare gli accordi, il governo si deve ricordare che dagli accordi siglati nel luglio del '93 a quelli sul Mezzogiorno del '94 noi aspettiamo la decontribuzione del salario aziendale, gli interventi sull'occupazione e la flessibilità al Sud, leggi i contratti d'area. Su queste cose aspettiamo che il governo dimostri la sua coerenza- e troppo facile chiederla soltanto a noi. La verità è un'altra...». E cioè qual è? «E' che questo governo, per la sua natura di governo di coalizione, certe scelte non le ha fatte per evitare la bocciatura della Legge Finanziaria, per evitare lo sciopero generale minacciato dai sindacati, per le pressioni politiche che ha subito al suo intemo. Insomma, per le ragioni che tutti sappiamo e indichiamo da tempo». D'accordo, ma se venerdì arrivano gli aiuti all'industria questo contratto dei metalmeccanici si sblocca oppure no? «Degli aiuti non so niente, gliel'ho detto, non sono mai stati oggetto di trattativa col governo. Quanto al contratto, godiamoci queste feste di fine d'anno, poi si vedrà». L'operaio meccanico se le godrà un po' meno... «Lo capisco, ma speriamo bene per i primi di gennaio». Massimo Giannini «Il 30 dicembre aiuti all'industria e all'auto? Facciano loro, a loro coscienza» lla retribuzione media di fat¬ ti vicepresidente della Confindustria Carlo Callieri Cperché vi siete offesi j per come vi hanno trattato. Possibile che queste 200 mila lire di aumento a regime siano così pesanti? o sono, altro e se lo sono! aeFa ti vicepresidente della Confindustria Carlo Callieri

Luoghi citati: Acciano, Torino