Federmeccanica «schiaffo» al ministro Le imprese bocciano la proposta delle 200 mila di aumento

«Così il costo del lavoro aumenterebbe del 10%». I sindacati: siamo allo scontro totale «Così il costo del lavoro aumenterebbe del 10%». I sindacati: siamo allo scontro totale Federmeccaitica, «schiaffo» al ministro Le imprese bocciano la proposta delle200 mila di aumento ROMA. La Federmeccanica giudica «inaccettabile» la proposta di mediazione avanzata dal governo per superare la fase di stallo determinatasi nella trattativa sul rinnovo del contratto dei metalmeccanici. Mentre i sindacati parlano di rottura, le speranze di riannodare il filo della trattativa sono ora legate a due possibilità. Un'ipotesi che circola in alcuni ambienti politici ò che il governo possa intervenire già nel Consiglio dei ministri del 30 dicembre con provvedimenti assunti per decretolegge a sostegno di alcuni settori industriali. Nei primissimi giorni di gennaio, poi - ha annunciato dal ministro del Lavoro Tiziano Treu, che pure ha accusato gli industriali di aver sbagliato i conti - verranno ripresi i «contatti» con le parti. La bocciatura della Federmeccanica è giunta al termine di una lunga riunione dei delegati secondo i quali la proposta non rispetta gli obiettivi antinflazionistici contenuti negli accordi del 23 luglio. Alla riunione hanno partecipato anche il vicepresidente della Confindustria Carlo Callieri, e il direttore generale Innocenzo Cipolletta, che hanno abbandonato la sede dell'associazione prima della fine dell'incontro, poco dopo mezzogiorno. I motivi del rifiuto sono spiegati in una lettera inviata al ministro del Lavoro Tiziano Treu. «La Federmeccanica - scrive il presidente Alberini - coerentemente con le posizioni a lei già trasmesse, dopo aver attentamente valutato la sua proposta, non può aderire all'invito intendendo puntualmente perseguire gli obiettivi antinflazionistici che stanno alla base del protocollo del 23 luglio 1993». «L'incremento retributivo - prosegue la lettera - a regime di 200 mila lire da lei indicato comporta una crescita della retribuzione media di fat¬ to nel periodo luglio '96-giugno '98 pari al 7,1%, cui deve essere aggiunto l'ulteriore onere derivante dalla contrattazione aziendale e individuale quantificabile, a livello medio di categoria, in ulteriori 3,2 punti percentuali. Pertanto complessivamente la retribuzione media di fatto crescerebbe del 10,3 per cento. Rispetto ad un tasso di inflazione che, rispettando gli obiettivi programmatici del governo, sarà inferiore al 4,5 per cento». Le proposte di aumento retributivo della categoria avrebbero ripercussioni ancora più pesanti, secondo Federmeccanica, nel Mezzogiorno, dove «per effetto della cancellazione degli sgravi contributivi, subirà nel 1998 oneri quantificabili in oltre 9 punti percentuali di costo». Alla luce di questi rilievi, ha concluso Albertini, «la cifra da lei indicata non può configurare un'ipotesi di possibile chiusura del negoziato; ci dichiariamo fin d'ora disponibili a proseguire la trattativa per il perseguimento di soluzioni economiche compatibili con l'abbattimento dell'inflazione, la difesa della competitività delle imprese e, comunque, in grado di garantire il mantenimento del potere di acquisto delle retribuzioni». «La soluzione della vertenza contrattuale - ha aggiunto Figurati - non si può collocare sulla base di queste ipotesi». Anche la Confindustria ha bocciato la proposta del governo, avvertendo che «è molto rischioso politicizzare i contrat- ti», che sono di esclusiva competenza delle parti sociali. Gli industriali hanno espresso inoltre «il proprio rammarico per il fatto che il governo abbia avanzalo una proposta di mediazione senza adeguata consultazione e per le modalità con le quali la proposta è stata formulata, proprio nell'imminenza del voto finale sulla legge finanziaria e sotto le pressioni di esponenti politici della maggioranza». E hanno ricordato che le loro valutazioni e quelle della Federmeccanica «sono ispirate esclusivamente dall'obiettivo di assicurare alle imprese e ai lavoratori, nell'integrale rispetto dell'accordo del 1993, un futuro di sviluppo non inflazionistico». «Molto grave» è il commento dei sindacati di categoria Fini, Fiom e Uilm alia bocciatura degli industriali. «La risposta di Federmeccanica - ha affermato il segretario generale della Fiom Claudio Sabattini - conferma la linea di scontro frontale con il sindacato metalmeccanico e confederale e contemporaneamente contesta al governo il titolo di rappresentante degli interessi generali». L'appuntamento lanciato dai sindacati dei metalmeccanici è per l'8 gennaio quando i consigli generali decideranno come reagire. Flavia Amabile Le parti saranno riconvocate nei primi giorni di gennaio per rilanciare la trattativa LA GUERRA DELLE CIFRE Caro Treu, sulla base delle nostre valutazioni l'incremento retributivo a regime di 200 mila lire comporta una crescita della retribuzione media di fatto nel periodo luglio '96 giugno'98 pari al 7,1% cui va aggiunto l'ulteriore onere derivante dalla contrattazione aziendale ed individuale quantificabile, a livello medio di categoria, in ulteriori 3,2 punti percentuali. Pertanto, complessivamente, la retribuzione media di fatto crescerebbe del 10,3% rispetto ad un tasso di inflazione che, rispettando gli obiettivi del governo, sarà inferiore al 4,5%. Per il Sud la dinamica del costo del lavoro, per effetto della cancellazione degli sgravi contributivi, subirà ne! 1998 ulteriori oneri di oltre 9 punti percentuali di costo. (iabriele Alberimi Caro Albertini, l'affermazione della Federmeccanica secondo la quale l'aumento di 200.000 a regime non sia compatibile con l'inflazione programmata non e accettabile. Si basa su calcoli non adeguati perche la crescita delle retribuzioni nel biennio sarebbe pari ol 6,1% che significa tre punti percentuali l'anno. E mi sembro che di fronte ad un'inflazione programmata del 4,5% ci aggiungeremmo poco più dello 0,7% annuo che non si può dire non sia compatibile con l'andamento dell'industria. Il calcolo di Federmeccanica probabilmente si basa su una retribuzione media più bassa. I nostri conti sono molto più precisi e l'aumento ci sembra sia assolutamente compatibile con l'andamento del settore oltre che con l'accordo del 23 luglio. Tiziano Treu

Luoghi citati: Federmeccanica, Roma