La Juventus soffre ma non si spezza

BF IBI * bianconeri in gol nei secondo tempo, restano in dieci e il Piacenza li raggiunge nel finale f * bianconeri in gol nei secondo tempo, restano in dieci e il Piacenza li raggiunge nel finale La Juventus soffre ma non si spezza Padovano entra e decide PIACENZA DAL NOSTRO INVIATO La Juve che vorresti vedere non è quella che ha pareggiato ieri a Piacenza, ma la Juve strafavorita per 10 scudetto sicuramente lo è, perché soltanto nelle annate d'oro capita di non perdere partite come questa. I bianconeri anzi sono andati a pochi minuti dalla vittoria. 11 Piacenza infatti ha pareggiato al 41' con Delli Carri, un difensore cresciuto al Toro che naturalmente l'ha venduto, un ragazzo che quando segna stappano spumante come neppure la sera di S. Silvestro tanto l'evento è raro e impronosticabile. Ieri è salito più in alto di tutti e ha colpito bene di testa. il successo juventino sarebbe stato un furto. Il pareggio invece salva la classifica e tiene immacolate le coscienze com'è giusto che sia a tre giorni dal Natale. Mai come ieri la Signora ha sofferto: il Piacenza veste i colorì del River Piate ma tra la notte di Tokyo e il pomeriggio allo stadio Galleana non c'è stato confronto. Mutti ha dimostrato pome può essere efficace il caldo passata l'ubriacatura sacchiana: marcature rigide (Polonia su Del Piero, il rosso Conte su Boksic), Lucci libero bene arretrato, una cerniera di quattro centrocampisti a pedinare i bianconeri e le ali, Di Francesco e Piovani, pronte ad arretrare con efficacia. Una squadra corta pur senza seguire i dettami della zona e con Luiso, il killer del povero Tabarez, tenuto avanti come un cuneo. La Juve ci ha capito poco forse per svagate zza prefestiva (e dopo il tour de force dell'ultimo mese la si può capire). Contro il Piacenza le grandi sono condannate a patire, come dimostrò il Milan: quando l'avversaria è aggressiva e veloce, eppure così restia a concedere spazi in difesa, la sola possibilità è nelle giocate dei singoli, che ieri nella Juve hanno sbagliato tutto. Del Piero e Boksic sono stati sovrastati, Zidane ha trotterellato come un cavallino di Camargue, dagli altri si sa che non ci si deve attendere colpi di genio ma buona sostanza. L'assenza di Deschamps, squalificato, ha aggravato la difficoltà perché Tacchinardi dopo un avvio incoraggiante ha sbagliato un appoggio, rischiando di mandare in gol Piovani, e tutta la sua fragilità giovanile è emersa da quel momento. Finché alla mezz'ora del secondo tempo è stato espulso per una seconda ammonizione. Dunque la Juve non ha saputo prendere l'avversario, il Piacenza sì, senza timori reverenziali. I bianconeri per accentuare la pressione tenevano la difesa altissima tanto che Monterò e Ferrara stazionavano stabilmente nel cerchio di metà campo e nella praterìa alle loro spalle gli emiliani infilavano spesso un uomo: ogni passaggio intercettato alla Juve (e quanti se ne sono visti) rischiava di trasformarsi in un contropiede straordinario. L'occasione più clamorosa nasceva al 23' da una situazione del genere. Tacchinardi appoggiava male indietro e Piovani filava verso Peruzzi: con quaranta metri di campo libero e con il portiere quasi al limite dell'area, il piacentino non trovava di meglio che calciare un metro fuori. C'era la sensazione che la Juve, pur esposta ai pericoli, potesse infischiarsene e andare oltre grazie alla maggiore qualità dei suoi uomini. Di tiri in porta però non se ne vedevano, se non per un paio di conclusioni da lontano. Al Piacenza mancava invece la precisione dell'ultimo tocco, e poi l'accoppiata Montero-Ferrara stroncava sul nascere molte iniziative. Anche nella ripresa gli spazi per la manovra bianconera erano ristretti. Lippi decideva di rischiare le tre punte, inserendo Padovano per Di Livio. Intuizione giusta o magari è scrìtto che quest'anno le cose girino sempre per il verso giusto. Dopo trenta secondi, su una punizione di Zidane, la deviazione di testa dell'attaccante (con un tocco di Lucci) regalava alla Juve un vantaggio immotivato. La partita poteva mettersi in discesa. Ora il Piacenza doveva offrire spazi al contropiede. Ma tutte le teorìe saltavano: al 19' Luiso colpiva il palo ed erano sempre gli emiliani a premere. Alla Juve, con un uomo in meno, mancava la marcia per colpire, solo Padovano si procurava la palla del raddoppio fallendola di poco. Finché Delle Carri riaggiustava l'equilibrio deviando in rete una palla calciata da Piovani dal calcio d'angolo. Un corner inesistente. Ma ci è parso un errore veniale per Racalbuto, che ieri sembrava sbagliasse per mestiere. Marco Arnaldo PIACENXA (3-4-3) m iUWmVS (4-4-2) TAIBI 6.5 PERUZZI 6 POLON1A 7 TORRICELU 5 LUCCI 6 FERRARA 6.5 CONTEM. 6.5 MONTERO 7 (26' 8.1. DEUJ CARRI) 7 DIMAS 5 VAIOT1 6.5 DILIVIO 6 PAR' 5.6 (13' s.t. PADOVANO) 7 SCIENZA 5.5 ZIDANE 5.5 (30'8.t.MORkMI) s.v. (32' s.t. PESSOTTO) s.v. TRAME22ANI 6 TACCHiNARDI 4.5 (16' s.t. TENTONI) 8.v. JUGOVIC 6 Dl FRANCESCO 7 BOKSIC 5 5 LUISO 5.5 DEL PIERO 5 PIOVANI 6.5 (23' s.t. LOMBARDO) s.v. AH.: MUTTI 7 AII.:UPPI 6.5 1 Arbitro: RACALBUT04 Rati: st.: 14' Lucci (aut.), 40' Datti Carri. Ammoniti: Dlmas. Tacchina/di, Valotl, Conte A., Lucci, Tacchinardi, Pari. Jugovic Espulsi: s.t:30'Tacchinardi. Spottatori: paganti 13.010. incasso 515.320.000, abbonati 6.504, quota abbonati 262.523.234. BF IBIf A j m m Il bianconero Padovano, entrato in campo nella ripresa al posto di Di Livio, dopo 30 secondi fa andare in vantaggio la Juve grazie anche a una deviazione del piacentino Lucci: non è la prima volta che l'ingresso del bianconero risulta propizio per la sua squadra

Luoghi citati: Piacenza, Polonia, Tokyo