L'italiano? Nasce col fascismo

Fu VEiara insegnarci la nuova pronuncia IL CASO. Su «Letture» una tesi controcorrente: il regime inventò la moderna linguistica L'italiano? Nasce col fascismo Fu VEiara insegnarci la nuova pronuncia L~ INGUA e fascismo, che brutto binomio. Con i fantasmi dell'«italianissimo voi», la lotta ai vo Icaboli stranieri, la repressione dei dialetti, la parola Duce imposta nel grido bisillabo a tutti gli innocenti d'Italia: «Du-ce, Du-ce, Du-ce!». Perché Duce è «parola che ancor più mostra la sua formidabile forza espansiva quando, disintegrata e staccata nelle sillabe componenti, viene armonizzata dall'immenso affetto di un grande popolo che, nell'entusiasmo e nella fede, grida scandendo: "Duce, du-ce '», come scriveva il letterato fiorentino Ettore Allodoli nel 1934. Ma c'era solo questo? A cinquant'anni di distanza, con il distacco della storia, lo studioso scopre che, sotto la superficie dell'imbecillità nazionale, si muoveva anche altro. Sta per avviarsi un nuovo revisionismo che, senza entrare nel terreno politico, ridiscute molti luoghi comuni sul problema linguistico. Anzi, si è già avviato, con due scritti di Claudio Marazzini, apripista di questo filone: un articolo appena apparso sul mensile Letture e un più ampio saggio che uscirà sulla rivista Lingua nostra. L'autore torinese, docente a Udine, confessa di avere dovuto rivedere molte convinzioni dopo aver letto il diario di Giuseppe Bottai. «Sono rimasto colpito dal numero di interventi che quelle pagine dedicano al tema della lingua», ci dice. E ha cercato di saperne un po' di più. La scoperta è che proprio durante il ventennio nasce in Italia un interesse nuovo alla storia della lingua, con strumenti moderni di ricerca, e con criteri non così grettamente nazionalistici, come voleva la propaganda ufficiale. Certo, la linea dominante è un'altra: è la fabbrica degli slogan, l'imposizione del linguaggio littorio, il sole dell'impero che, anche linguisticamente, toma a splendere dopo quindici secoli sui colli fatali di Roma. Lo stesso Bottai, avverte lo studioso, a sfatare un bugiardo mito, opera da fascista ali interno del fascismo, per un disegno coerente con la strategia del regime. Ma - e non è poco, sufficiente a distinguerlo subito dagli altri - con capacità critica. Ministro della Educazione Nazionale, Bottai istituisce la prima cattedra di Storia della lingua italiana. all'Università di Firenze. Attenzione all'anno: è il 1938, lo stesso delle leggi razziali. Mentre il fascismo becero, maggioritario, premeva su un pedale, quello intelligente, di minoranza («non di fronda», precisa Marazzini), giocava sull'altro. E la cattedra toccò a uno studioso veneto, che aveva insegnato a Friburgo, non troppo esposto politicamente, anche se imbevuto dello spirito nazionale dell'epoca. Bruno Migliorini, autore, proprio a partire dall'esperienza fiorentina, della prima fondamentale Storia della lingua italiana, diede un contributo decisivo al dibattito sulla italianità del nostro lessico: accettando i principi della battaglia e suggerendo sempre la moderazione nelle scelte. «Contro i puristi a oltranza, Migliorini si proclamava neopurista. Non sentiva il proprio compito come autoritarismo, ma come servizio che il linguista deve rendere alla società. Alle parole straniere, cercava di offrire alternative italiane, così ben costruite da imporsi. Propose autista, invece di chauffeur; regista, invece di régisseur». Parole che usiamo ancora oggi. Bottai, scrive Marazzini, «intendeva utilizzare la scienza linguistica, mettendone a frutto le potenzialità al servizio del regime». Migliorini ne approfittava, intendendo i suoi suggerimenti «come incentivo allo studio (allora assolutamente inusuale) della lingua contemporanea» e per una campagna, come scrisse egli stesso nel 1941, «antisnobistica piuttosto che esterofoba». Ne approfittò anche per occuparsi del linguaggio scientifico, e offrire suggerimenti per l'italiano tecnologico, su Scienza e tecnica. «Non c'era soltanto il dannunzianesimo, in quegli anni», sottolinea Marazzini. La seconda sorpresa è il Dizionario dell'Accademia d'Ita¬ lia, di cui uscì solo il primo volume, sotto la direzione di Giulio Bertoni, nel 1941. «Era un ottimo dizionario - scrive lo studioso - in realtà molto più aperto verso i forestierismi di quanto lasciassero credere le prese di posizione ufficiali nella campagna esterofoba». Le parole straniere ci sono, eccome, con la sola cautela di una sottile parentesi quadra troviamo per esempio box, boxe, chèque, chassis, chalet, corner... Tanto è vero che l'uscita del volume provocò le reazioni dei puristi; Paolo Monelli lo stroncò duramente proprio su Primato, la rivista di Bottai. E ci sono altre novità, in quel libro: il grande spazio dato agli autori contemporanei; la etimologia delle parole, per la prima volta in un nostro dizionario; soprattutto la coscienza, dichiarata nella introduzione, che «i vocaboli non si impongono per autorità né di Accademie né di decreti». Poi quegli stessi uomini, nelle loro riunioni, facevano le liste di proscrizione contro anglismi e francesismi. «Glielo imponevano dall'alto» cerca di capirli Marazzini. Ma proprio Giulio Bertoni, con Francesco Ugolini, ha il merito di un altro, fondamentale progetto: il Prontuario per l'Eiar, del 1939. Dimenticato da tutti, è un avvenimento storico: «Perché fino allora le scuole di linguistica avevano visto solo i modelli letterari, l'italiano si misurava sulla scrittura, l'avvento della radio rende importante la pronuncia». E il prontuario per gli annunciatori ne fissa, per la prima volta, le regole: l'italiano che parliamo oggi nasce di 11. Giorgio Calcagno LE PAROLE STRANIERE RECREATE Dai verbali dell'Accademia d'Italia - Riunione del 29 aprile 1941 PROPONENTI PAROLA STRANIERA SOSTITUZIONEITALIANA ANTONIO BALDINI COUPON D HOTEL BUONO AIBERG0 COTTAGE VILLETTA DEJEUNER CtKAZiONE MASSIMO BONTEMPEUI DEPENDANCE OIPENDENZA DEPLIANT PROSPETTG PIEGHEVOLE DESSERT FINE PASTO GUELFO CIVININI DOSSIER SNCARTAMENTO FERRY-BOAT HAVE TRA&HETTO FRANCESCO PASTOWCHI FESTIVAL FESTA FIVE 0' CLOCK TEA MEKNOA FOYER RI00TT0 EMILIO CECCHI EXTRA DRY STRASECCO ELIXIR EUSIR ALFREDO SCHIAFFINI GIN GINEPRO KIRSCH ESSENZA Dl CiLIEGIE U60 OJETTI SLIVOWITZ GRAPPA 01PRUGNE TRIPLE SEC TRIPL0SECC0 WHISKY SPIRITO D'AVENA Dietro l'imbecillità del «mi», le cattedre e i dizionari di Bottai In alto. Bottai inaugura il nuovo anno accademico dell'Istituto di politica internazionale Bruno Migliorini autore della prima «Storia della lingua italiana»; sotto, da sinistra Monelli e Bertoni

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