L'angelo custode della grande musica di Sandro Cappelletto

L'angelo custode della grande musica Lisbona: morta a 96 anni Olga Nicolis di Robilant, la marchesa di Cadaval L'angelo custode della grande musica Amica di Rubinstein e Stravinskij, nemica dei totalitarismi A SINTRA (Lisbona) NCORA lo scorso settembre, la protagonista fu lei. In uno dei saloni — della grande villa di «Quinta da piedade», mentre la pianista portoghese Maria Joào Pires presentava le sue ultime registrazioni di Cbopin, Olga Nicolis di Robilant, marchesa di Cadaval, intratteneva gli ospiti, anche italiani, ricordando, con intatta lucidità, la sua vita per e nella musica. Questa generosa mecenate si è spenta ieri, all'età di novantasei anni, in un ospedale di Lisbona. Nata a Torino, discendente di una famiglia che annovera tra i propri antenati due sovrani protettori di artisti come Federico II di Prussia e Caterina di Russia, passò gli anni dell'adolescenza a Venezia, a Palazzo Mocenigo, doveva aveva soggiornato George Byron ai tempi della stesura del Pellegrinaggio di Aroldo. «Come sia nata la sua passione per la musica, è un po' un mistero per tutti noi. Certo ha attraversato e segnato la sua esistenza, come quella di molti artisti», ricorda il nipote Alvise di Robilant. Andata in sposa ad Antonio Pereira de Melo, marchese di Cadaval, rimasta presto vedova, non abbandonò più la residenza nella campagna vicino a Lisbona. Un immenso latifondo, che comprende anche la tenuta di Bellavista dove nel 1948 ospitò la famiglia di Umberto di Savoia prima della sistemazione a Cascais. L'amicizia con Salazar non le impedirà di ricevere un'onorificenza da Mario Soares dopo la «rivoluzione dei garofani» del 1974. Allora, fu l'unica grande j proprietaria terriera a non abbandonare il Portogallo: il governo comunista prima e quello socialista dopo ricompensarono questa decisione lasciandole tutti i possedimenti, escludendo la sua Casa della pietà dalla politica di confische e redistribuzioni delle terre avviata in quegli anni. Oggi, il presidente portoghese Jorge Sampaio ricorda che «tutti, senza distinzione, hanno ricevuto l'aiuto e la comprensione di questa generosa nobi 1 donna». Negli anni della guerra civile spagnola e dell'affermazione dei regimi totalitari in Europa, la sua residen- za e le sue conoscenze formarono una rete di protezione sicura, della quale si servì anche il filosofo spagnolo Ortega y Gassel. «Mia zia - continua Alvise - è sempre stata un bastian contrario dalla personalità fortissima: due qualità importanti per comprendere il suo prestigio e la "intoccabili ta", sotto i regimi». Tra i musicisti conosciuti, la frequentazione più assidua fu con il pianista Arthur Rubinstein. «Mi chiede sempre di sposarlo. Ma è troppo vecchio», ripeteva ridendo. L'ipotesi non si realizzò mai, ma Olga di Robilant non mancò all'ultimo concerto italiano del maestro, alla Fenice. A Venezia tornava spesso, riannodando li la frequentazione con Igor Stravinskij, protagonista di tante edizioni della Biennale Musica. E nella «casa rossa» della Salute che fu di Toscanini, incontrava Wanda, la figlia del maestro, e suo marito Vladimir Horowitz. Ad altri esuli russi diede ascolto e protezione, da Mstislav Rostropovic a Nikita Magaloff, che frequentò fino agli ultimi anni. Una così forte presenza della grande tradizione del Novecento storico non le impedì di ascoltare ragioni e urgenze dei giovani artisti, seguendo in questo l'indicazione e l'esempio di Ca lou ste Gulbenkian, l'altro grande mecenate portoghese, creatore di una Fondazione e di un Museo dedicati alle arti contemporanee e suo buon amico. Questi nomi - ai quali si può aggiungere il ricordo del russo, poi cittadino americano Sergej Kusevitzkij - rimandano a un tempo, che oggi sembra essersi internilio, in cui l'ascolto degli artisti era abitudine nobile, e sentita come irrinunciabile, da tante famiglie europee, come se l'atmosfera raccontata da Proust nella Recherche fosse ancora e sempre la loro. La passione di Olga di Robilant si è trasmessa alla figlia, che a Pommerfelden, in Germania, ha inaugurato un festival musicale. L'esempio da seguire è luminoso e felice, come davvero sembrava madame Olga quella sera di Lisbona, quando lei, ancora una volta, volle essere generosa di memorie, di attenzioni, di gesti concreti. Sandro Cappelletto Igor Stravinskij