Il D'Alema francese ha il volto di Hue

Primo congresso del pcf senza Marchais PARIGI Primo congresso del pcf senza Marchais Il D'Alenici francese ha 11 volto di Hue PARIGI. Sarà il volto barbuto di Robert Hue a rappresentai è lino al nuovo millenio un partito comunista francese trasformato che vuole diventare forza di governo. Con la falce e martello e le bandiere rosse ormai riposte in soffitta, il XXIX Congresso del pcf, definito del «cambiamento», si è concluso ieri sera a Parigi con la scontata rielezione a larghissima maggioranza di Hue, il segretario uscente che nel gennaio 1994, dopo più di venti anni, aveva tolto la leadership del partito a Georges Marchais, il «leone rosso», fedelissimo a Mosca. Per la prima volta dopo quasi mezzo secolo, Marchais non ha partecipato al congresso del partito. Disturbi alle coronarie hanno giustificato la sua assenza, tanto che Hue ha annunciato che i medici che lo hanno in cura gli hanno impiantato un pacemaker per normalizzare il ritmo del battito del cuore. L'operazione, ha precisato Hue, è avvenuta mercoledì scorso. Ma a parte i problemi di salute, si sa che il vecchio dirigente ha fatto sapere che non se la sente di far parte del nuovo ufficio politico, ribattezzato ufficio nazionale. Con i nuovi dirigenti voluti da Hue, ha detto Marchais, preferisce non lavorare. Ma del nuovo esecutivo, rinnovato per un terzo, non faranno più parte altri nomi di primo piano della vecchia ?nardi,i da Henry Krasucki al ilosovietico Roland Leroy, ex ferroviere, direttore de «L'Humanité» fino al 1994, dal capo partigiano René Andrieu, a Madeleine Vincent, un'altra protagonista della Resistenza. Nomi mitici della storia del comunismo francese, il cui accantonamento può essere comunque giustificato anagrafìcamente, essendo tutti ultrasettantenni. Diverso invece il caso di Louis Viannet: per la prima volta un segretario della Cgt (Confederazione generale dei lavoratori), il sindacato da 70 anni «cinghia di trasmis- teIl segretario del te* cf Robert Hue sione» del partito, non farà parte dell'esecutivo. Viannet, che resterà nel comitato centrale, ha rivelato di essere stato proprio lui a chiedere al segretario di lasciare l'ufficio nazionale per godere di maggiore autonomia e poter finalmente sperare di entrare nella Confederazione europea dei sindacati (Ces). In ogni caso fa comodo anche a Hue allentare il rapporto politico con la Cgt per aver le mani più libere nella sua trattativa con i socialisti che porti a una coalizione delle sinistre in vista delle elezioni del 1998. Una defezione di altro tipo è quella di Philippe Herzog, economista di spicco e deputato europeo, che ha deciso addirittura di uscire dal Pcf. Herzog, ultraeuropeista, non crede ai cambiamenti di Hue e dice di non poter più sopportare di «sentirsi prigioniero di una struttura soffocante». Del resto è proprio l'Europa il problema più spinoso per Hue. Sulla lotta alla disoccupazione e la riqualificazione dei salari con i socialisti c'è una certa intesa, ma su Maastricht proprio no. Nel capitolo del documento congressuale relativo all'Europa, Hue, per non rompere con l'ala più conservatrice del partito, è stato costretto a formalizzare la richiesta di un refendum nazionale sulla moneta unica. Una eventualità che il segretario del ps, Lionel Jospin, il quale tra i suoi grandi elettori ha numerosi europeisti a cominciare dall'ex presidente della commissione europea Jacques Delors, non prende nemmeno in considerazione. Per allearsi con i socialisti in un cartello elettorale che possa sperare di battere il centrodestra di Chirac e Juppé, il pcf, definitosi «democratico e umanitario», che ha chiuso ieri sera il suo congresso con le note dell'Internazional subito coperte da quelle della « Marsigliese», deve compiere una svolta a favore dell'Europa. [Ansa-Agi] te* Il segretario del pcf Robert Hue

Luoghi citati: Europa, Mosca, Parigi