COLLETTIVA I MAESTRI ITALIANI
COLLETTIVA COLLETTIVA I MAESTRI ITALIANI Dipinti di qualità con grandi firme PER qualità delle opere e politica culturale (oltre che mercantile) la galleria Biasutti, situata in via Juvarra proprio di fronte all'Ospedale oftalmico, è tra quelle encomiabili della città, mentre esiste una miriade di luoghi dove si espongono casualmente casuali opere d'arte. Alla Biasutti lavorano i due fratelli Biasutti, la moglie, Anna, di uno di essi e il figlio dell'altro. Un gruppo familiare agguerrito e con compiti ben differenziati. A Natale, come in altre gallerie, anche alla Biasutti è consuetudine presentare una collettiva di tutti-capolavori nel campo che è più congeniale alla galleria stessa, quello dei maestri italiani del Novecento. Quest'anno la carrellata è di particolare interesse perché sono tutte opere che appartengono allo stantard medio-alto dei rispettivi autori e almeno una, quella di Bruno Cassinari (un grande paesaggio verticale, ai limiti dell'astrazione, intitolato «Mare e palme») mi sembra forse il più bel Cassinari che mi sia capitato di vedere, con una felicissima gamma di colori (un blu meraviglioso) fortemente giocati con sicurezza assoluta. La piccola «Spiaggia» di Car- SUL filo del tempo» è il titolo della mostra che raccoglie gli ultimi lavori di Giosetta Fioroni. Su quattro tavob sono appoggiati dei piccob teatri; sulla scena si riconoscono figure, lune, stelle e cuori sospesi nel vuoto. Sono immagini di fiaba, pensieri, ricordi e colori. Piccoli boccascena pieni zeppi di simboli, segni e forme. La maggior parte di questi lavori nasce dalla letteratura: da Shakespeare a Ceronetti fino a Erri De Luca infatti, è proprio dalla parola scritta che l'artista romana trae ispirazione: «Nel mio lavoro la parola è provocatrice di immagini... ho realizzato dei libri con Ceronetti, Zanzotto, con Parise, e ho chiarito a me stessa sempre di più un'attrazione nel tradurre in immagini testi letterari, non come iter parallelo... ma come sollecitazione del profondo, la messa in moto di un meccanismo interiore, la scintilla dell'immaginazione». Attraverso la ceramica Giosetta Fioroni racconta delle storie «per portare chi guarda lontano dalla realtà». Ma nella seconda metà degli Anni Sessanta, quando il suo nome si unì a quello di altri giovani artisti della capitale - Angeli, Festa, Schifano - nel gruppo riconosciuto come «Scuola di piazza del Popolo» o più comunemente «pop romana», i lavori della Fioroni erano molto diversi, più freddi forse, sicuramente molto lontani da quelli che realizza oggi. «Il mio è stato un percorso a ritroso». Molti artisti durante la loro carriera partono da un'immagine piena, opulenta che, nel tempo, viene ripulita e alleggerita. Per la Fioroni non è così. Il suo lavoro inizia con po¬ lo Levi (qui riprodotta) è un'altra gemma della mostra. Del grande Felice Casorati, i Biasutti hanno scelto quest'anno una natura morta «Con pifferi e e uova», datata 1953, ed estremamente raffinata, con un colore stemperato all'acqua ragia e assorbito dalla tela. Un bel Francesco Menzio rappresenta una composta signora bionda su uno straordinario colore blu-verde di fondo. Bella anche la «Natura morta con conchiglia», caratte nzzata dall'audace fondo rosso, di Nicola Galante, un pittore che con poco riesce a comunicare un forte sentimento di allegria. Luigi Spazzapan ha un interno con pittore al cavalletto, ottenuto con sciabolate di pennello; Aligi Sassu due cavallini, uno bianco e l'altro rosso, che danzano sui monti della Valle d'Aosta. La materia è granulosa, ricca di pigmento stratificato, senza però giungere all'apoteosi materica di un Morlotti, presente in mostra con notevole studio di vegetazione. Riuscitissimo il dipinto di Francesco Tabusso, ispirato alla vendemmia, dove frutta e oggetti dimostrano, come sempre in questo pittore, un vitalismo estremo e un'aura di accettazione positiva del mondo, «Spiaggia» di Carlo Levi, un piccolo capolavoro nella mostra di pittori italiani del '900 alla Biasutti
Luoghi citati: Valle D'aosta
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