Quelle capriole nel cielo
Quelle capriole nel cielo Quelle capriole nel cielo Sempre più arditi i «giri della morte» zione occidentale - destinata tra l'altro a supporto del progetto del caccia europeo EF 2000 - già nel 1989 i russi, con un caccia Su27 in produzione di serie avevano stupito al salone di Farnborough con una straordinaria manovra denominata «il cobra» (vedi «TuttoScienze del 29-11'89). Grazie a una sofisticata modulazione dei comandi di volo e della spinta, armonizzati sotto controllo elettronico, l'aereo era in grado di impennarsi bruscamente, portandosi pancia al vento, fino a 110° rispetto alla direzione di marcia per poi riprendere tranquillamente l'assetto normale. La brusca frenata che accompagnava la manovra avrebbe potuto costringere un potenziale inseguitore a superare l'inseguito trasformando quest'ultimo da cacciato in cacciatore. Al salone di Farnborough dello scorso settembre il pilota collaudatore della Sukhoi, Eugeny Frolov, su un Su37 a «vettoramento della spinta» ha rincarato la dose trasformando il «cobra» in una capriola. Impennato ad assetti crescenti, co¬ me nel «cobra», l'aereo perde rapidamente energia e si rovescia all'indietro. A questo punto entrano in azione a piena potenza i reattori Liulka Al 37F con i getti deviati verso l'alto e l'aereo continua a rovesciarsi ricuperando l'assetto normale con un mezzo loc^ing a raggio strettissimo e a velocità di avanzamento pressoché nulla. L'armoniosa «gran volta» di Nesterev - oggi eseguita dagli alianti ai ritmi lenti di Nat Ring Cole - si è contratta in un guizzo, col pilota stretto nella morsa della tuta anti-g, a respirare ossigeno sotto pressione. La manovra di Frolov non ha mancato di sollevare polemiche. Contrariato dalle dichiarazioni fatte alla stampa da piloti statunitensi, secondo i quali la manovra sarebbe irrilevante sul piano tattico, Mikhail Simonov, il massimo esponente della Sukhoi, ha sfidato gli americani a un combattimento simulato sul cielo del Salone; sfida rimasta senza seguito per owii motivi di sicurezza. A parte la polemica, resta il fatto che la capriola di Frolov sposta in avanti nella tecnologia il punto d'incontro tra due direttrici fondamentali del progresso aeronautico: la ricerca di una intrinseca instabilità del mezzo per accrescerne la manovrabilità, e lo studio di mezzi estremamente efficaci (calcolatori e sofisticati algoritmi di controllo) per rendere sicura e accurata la traiettoria. Il problema non è nuovo: per Lilienthal e i fratelli Wright non fu tanto difficile staccare da terra le rispettive macchine quanto dirigerle con precisione lungo la traiettoria voluta; e si estende oltre che ai caccia e ai giganti dell'aviazione commerciale, anche all'ala rotante. Igor Sikorsky, pioniere dell'elicottero, raccontava a chi scrive che, dovendo presentare a una commissione di esperti una delle sue prime macchine, riuscì a farla alzare docilmente da terra, a farla muovere con disinvoltura di fianco e all'interno, ma quel cocciuto d'elicottero si rifiutò di muoversi in avanti... Mario Bernardi
Persone citate: Frolov, Igor Sikorsky, Lilienthal, Mario Bernardi, Mikhail Simonov, Ring Cole, Wright
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