STORIE VARIE

STORIE VARIE STORIE VARIE A. de Contreras Storia della mia vita // Melangolo, pp. 200. L 20.000 Prima edizione critica italiana dell'autobiografia di un autore spagnolo del Secolo d'Oro, scritta nel 1633 e dimenticata per tre secoli. Narra le peripezie di un soldato di ventura da Napoli alle Fiandre, dalla Spagna alle Americhe. A. Platonov Mosca felice Adelphi, pp. IS9.L. 24.000 Mosca non è una città, ma una donna, una creatura randagia, infedele e sfuggente, che si accoppia con tutti gli uomini che incontra. Scritto negli Anni 30, il romanzo è apparso in Russia soltanto nel 1991. Raffaele Crovi L'indagine di via Rapallo Piemme, pp. 295. L 28.000 Ritratto di una metropoli lacerata da emarginazione e violenza attraverso le storie dei personaggi di un palazzo, coinvolti dalla morte di un inquilino in una catena di sospetti. C. Nembrini Fine dell'amore Marsilio, pp. 140. L. 20.000 Un incontro tra un bibliotecario scettico e una donna vogliosa di vivere fa nascere una passione tra due creature troppo diverse nei comportamenti e nelle idee. G. Sartori Di solito mi telefona il giorno prima Il Saggiatore, pp. 137. L 18.000. Galleria di donne e dei loro pensieri che disegnano storie di follie solitarie, manie e desideri sospesi tra assalti del cuore e scatti di nervi. Ivo Scanner Le mani del Che Data News, pp. 122. L. 18.000 Il revival di Guevara genera romanzi. Questo «thriller rosso», anticipato da Liberazione, immagina che un ex terrorista abbia ritrovato le mani del Che, tagliate dalla Cia per controllare le impronte digitali. Indaga il detective che già aveva scovato Lo borsa di Togliatti. Guglielmo Zucconi Quell'estate di San Martino Camunia, pp. 186. L 26.000 Le ultime tentazioni amorose di un vecchio professore di filosofia, sedotto due volte dalla stessa creatura femminile, prima allieva e poi collega. IOR di filologi, di glottologi e letterati si sono occupati di «brutte parole», di parole oscene; uno studioso francese (J. Toscan) qualche anno fa ha preparato un'opera poderosa in più volumi uscita a Lille nelle «Presses Universitaires» sul lessico erotico dei poeti burleschi e giocosi italiani da Burchiello a Marino. Ora due studiosi torinesi, italianisti esperti, Valter Boggione e Giovanni Casalegno, che si sono fatti le ossa come redattori del Grande dizionario della lingua italiana della Utet, hanno preparato un consistente dizionario di oltre 3500 voci di ambito erotico-sessuale, ognuna distribuita nei relativi settori, definita con cura e accompagnata poi da larga serie di attestazioni letterarie disposte in ordine cronologico, tratte da una larghissima serie di DIZIONARIO STORICO DEL LESSICO EROTICO ITALIANO V. Boggione G. Casalegno Longanesi pp. 684, L. 49.000 testi antichi e moderni, dal Fiore attribuito a Dante alla narrativa contemporanea; e ci sono tutti i novellieri, a cominciare naturalmente da Boccaccio, le cui metafore diventano la base dell'intera novellistica comico-erotica, al Firenzuola e al Bandelle dal Grazzini allo Straparola, ed è pure censito il lessico dei canti carnascialeschi e della commedia, dei giocosi e dei burleschi, e larga parte hanno i dialettali, da Alione a Ruzante, da Belli a Porta, da Domenico Tempio a quello spregiudicato Giorgio Baffo, che Apollinaire definì «il più grande poeta priapico che sia mai esistito». Insomma, un serio e ampio repertorio della letteratura italiana, dalle origini ai giorni nostri, un autentico contributo alla storia della lingua nei settori del comico e della satira, della parodia e della polemica, dovunque si potesse sviluppare un controcanto alla linea seria ed ufficiale, al monolinguismo selettivo della lirica, al filo d'oro della linea petrarchesca. Questo dizionario ci mostra come si debba leggere la poesia burlesca del Rinascimento, interamente basata su una metafora carnale e sessuale continuata e sistematica, su un senso rovesciato che rivolta come un guanto tutto il lessico apparentemente «neutro» che compone i Capitoli del Dolce, del Molza, del Lasca e tutti gli altri. I due curatori non si sono assoggettati ad una delle solite astute operazioni editoriali, limitandosi a raccogliere purchessia voci plebee e scurrili, ma hanno messo insieme, in modo sistematico, un ricchissimo inventario dell'eufemismo, dei processi di sostituzione e di attenuazione (la cosa, l'atto: «In letteratura - scriveva Calvino in un saggio su «il sesso e il riso» - la sessualità è un linguaggio in cui quello che non si dice è più importante di quello che si dice»; ci muoviamo difatti in un settore dove si tratta per lo più di nominare l'innominabile). Questo dizionario delle metafore erotiche e dei sovrasensi equivoci si può anche leggere come un catalogo dell'iperbole, dell'esasperazione, o un repertorio del comico e dell'ironico, dell'ammiccante, dell'esclusivo e della com¬ plicità. Basterà scorrere le attestazioni sulla «mona», la cosa, o il luogo, che può esser essa, potta, trappola, vischio, gondoleta o barca, chitarrina, la parrocchia nell'Aretino, la gattaiola nel Belli, il boschetto dai tempi più antichi, o fontana, e giardino sin dai biblici testi, orto nel Cantico dei cantici, podere nei migliori novellieri, che pur hanno vigna, o inferno di boccacciana memoria, e c'è il bestiario folto, da calandra, a gatta, da passera, a sorca, topa, e nei canti popolari insalata, insalatina e fiore e rosa, e i frutti, da fica stranoto a castagna; pure registrati il piemontese ciorgna, che dicono venir da ciamporgna «zampogna», ma è meglio pensare alla voce piem. ciorgn «sordo», dunque la cosa che non sente o non vuol sentire, e documentato il piem. brignùn «prugna» dell'Alio¬ O oggi caulicai dialettasatira, p secoli forma,lo scuquantoCertsparitasce oscnerazidio pedopo lvero pquelle notazifigo, figarsendesemventat«mi pido contro: nopure umità, udelle zgico e tensio ne, le varianti geografiche bergna brigna, il gergale gnocca, a Genova troffia e lasagna, ancora a Genova mussa, al Centro fregna e poi i nomi di persona, Bernarda, Filippa e via dicendo. Gergo giovanile moderno e attestazioni antiche spesso convergono: vedi le attestazioni antiche di beccare, o l'uso in senso equivoco dei termini che indicano l'atto dello «scopare», documentato almeno a partire da Saffo e da Anacreonte, e poi in Aristofane, e ricompare nei testi del nostro Quattrocento, al punto che è difficile dire se la metafora sia rinata, a grande distanza di tempo, in maniera del tutto autonoma, come suggeriscono i curatori, o non si sia conservata invece nelle parlate popolari, nei dialetti, dai quali un testo letterario ha poi attinto. A saperlo leggere, il Dizionario ci mostra poi quanto l'italiano sia ricco di metafore di ambito erotico ignote ad altre lingue: nel parlato ci serviamo ampiamente di termini sessuali per indicare «grande quantità» (un frego, un fottio di...), oppure la rabbia (incazzarsi, incavolarsi, avere le fregne), o i seccatori (rompere le scatole, ecc.) o un qualcosa di cui non ce ne importa {fregarsene, sbattersene i...). E il Dizionario ci mostra infine che non è soltanto di oggi quell'esplosione, che spesso lamentiano, di parole sessuali, ma che nei secoli passati, nei testi delle patrie lettere, in specie nei Un dizionario .storico di olire 3500 voci collezionale nei secoli: caulicarnascialeschi, la commedia, i dialettali satira, parodia, polemica secoli che precedono la Controriforma, la libertà dell'osceno e dello scurrile era ben più larga di quanto non sia oggi l'interdizione. Certo, ora la censura sociale è sparita, il discorso corrente esibisce oscenità, e in effetti la mia generazione prova un giusto fastidio per questa sorta di rivincita dopo lunga proibizione. E' anche vero però che a forza di usarle quelle parole hanno perso la connotazione sessuale (vedi, per es.: figo, fighetto, o i più antichi fregarsene, fesso, sfottere, o la totale desemantizzazione di casino, diventato un mero quantificatore: «mi piace un casino», ecc.), finendo con l'assumere un grado neutro: non comunicano niente, neppure una trasgressione, una enormità, una protesta, sono per lo più delle zeppe, come un gesto fisiologico e nevrotico di «scarico» delle tensioni, e anche dell'indifferen- Gian Luigi Beccaria Una ragazza di Mino Manara, disegnatore di eros. Il «Dizionario» del lessico erotico nella letteratura italiana esce da Longanesi

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