PROUST CERCA IL TEMPO REALE

PROUST CERCA IL TEMPO REALE PROUST CERCA IL TEMPO REALE Le lettere specchio dell'opera LE LETTERE E I GIORNI Marcel Proust a cura di Giancarlo Buzzi Mondadori «/ Meridiani» pp. 1560 L. 70.000 LE LETTERE E I GIORNI Marcel Proust a cura di Giancarlo Buzzi Mondadori «/ Meridiani» pp. 1560 L. 70.000 ALLA madeleine intinta nel tè alla stanza di sughero impregnata di vapori balsamici, mescolando in un gioco di dissolvenze dati biografici ed elementi della Recherche non è stato difficile statuificare Marcel Proust ancora prima che a decretargli la gloria fosse il giudizio del pubblico cui pensava quando nell'aprile del 1922, quasi moribondo, raccomandava a Gallimard di contenere il prezzo di Sodoma e Gomorra, magari a costo di una carta più scadente, perché «un libro era fatto per essere letto», e si lamentava sia della insufficiente distribuzione che dell'assenza di pubblicità ai volumi già usciti. Contro il silenzio di avanguardie ed esistenzialismo il processo di penetrazione sarebbe stato lento ma il proustismo sempre più fanatico e diffuso che a partire dalla fine degli anni Sessanta lo ha consacrato come l'alfiere della memoria e delle intermittenze del cuore, come il martire dell'opera redentrice che trionfa sul vizio e sul tempo perduto, trasformandolo in personaggio probabilmente non ha troppo giovato allo scrittore. Ed è successo che Proust fosse - come diceva Italo Calvino - «più noto che letto», vagheggiato e vezzeggiato, secondo Arbasino, «come maniaco di bibelots e di potins», e comunque la vittima di un processo non esente, secondo Giovanni Macchia, da «intossicazioni». Ora, è la sua vita a essere direttamente offerta in pasto ai lettori, squadernata in circa ottocento lettere - tante ne propone il Meridiano Mondadori intitolato Le lettere e i giorni, a cura di Giancarlo Buzzi con una prefazione di Giovanni Raboni. Rispetto alle quasi settemila dell'epistolario raccolto e annotato in ventidue volumi dall'americano Philip Kolb, qualsiasi scelta sarebbe ardua. Tuttavia ce n'è quanto basta per tracciare a grandi linee un ritratto che si apre con un Marcel di nove anni «felice di poter(si) divertire leggendo» e si chiude con lo scrittore cinquantunenne che, ossessionato dal portare a termine la messa a punto dell'ultima parte della Recherche, si ostina a non lasciarsi curare e si spegne squassato dalla tosse, scheletrito e afasico al punto di scarabocchiare gli ordini alla fedele Celeste - dal cibo che sa in anticipo di risputare («non mi sento più la schiena lo stomaco niente») ai tagli da apportare al manoscritto di Albertine scomparsa. Dietro aU'immagine canonica del grande malato, insieme ai sentimenti, all'evoluzione delle idee, alla passione per l'arte, si accumulano debolezze, ambiguità, e intimità poco edificanti. Nuoceranno al ben noto santino? Scoprire un adolescente «appiccicoso» e debordante sensualità che cerca di convincere qualche compagno a «cogliere il fiore delizioso» prima che diventi (diritto proibito»; vederlo costruire una strategia letteraria, come la definì Leon PierreQuint, fitta di iperboliche adulazioni a letterati dì spicco - dal decadente Montesquieu al nazionalista Barrès alla languida De Noailles - o a direttori di giornali, a editori e ad animatrici, aristocratiche e non, dei salotti in voga; sapere che a più di trent'anni in una notte d'insonnia, nelle due righe alla cara Mammina «per dirti che ti penso» racconta che al gabinetto s'è perso «la spilla di sicurezza per stringere le mutande» e che risultava vana ogni ricerca, l'ùnpossibilità di «contenere la pancia» gli impedisce il riposo; o ancora, sentirlo durante la guerra discutere di speculazioni azionarie e, perfino sul letto di morte, di percentuali dei suoi diritti d'autore, qualunque ne sia la segreta motivazione, che cosa aggiunge al valore della sua opera? Certamente nulla, e Raboni lo sa così bene che presenta questa raccolta, peraltro preziosa nel rivelare soprattutto il temperamento dell'uomo e l'estetica dello scrittore, come un modo per «farci stare con Proust... in tempo reale» e che è semmai la Recherche a «risultarci indispensabile ai fini di una fruizione attiva e proficua delle sue lettere...». Il curatore le ritiene invece un contributo per iUuminare l'itinerario dell'opera cercando di avvalorare una proposta editoriale che contraddice la volontà di Proust. Dal rischio di confondere l'uomo con lo scrittore, lui aveva infatti messo in guardia teorizzando, nell'ormai celeberrimo Contre Sainte Beuve, che: «un libro è il prodotto di un io diverso da quello che si manifesta nelle nostre abitudini, nella vita sociale, nei nostri vizi. Un tale io, se voghamo cercare di comprenderlo, possiamo attingerlo solo nel profondo di noi stessi, sforzandoci di ricrearlo in noi. Nulla può esimerci da tale sforzo interiore..,». Nessuna lettera inedita, nessuna confidenza o rivelazione degli intimi avrebbe dunque permesso di «giudicare meglio» un autore. Ma, paradossalmente, questa corrispondenza, torna utile a Proust, permettendo ai suoi lettori di disincrostare il personaggio dai luoghi comuni che lo hanno ingessato per ricrearselo dentro più autentico e umano, dopo averne scoperto la complessità. Altri interrogativi solleciteranno il lettore di fronte al rapporto con la sua malattia o all'atteggiamento verso l'attualità - dalla proscrizione dei Gesuiti, alla discussione sul rapporto tra arte e dogmatismo accademico, dal nazionalismo alla guerra. Soprattutto lo sorprenderà la varietà dei registri - piaggeria e umorismo, cortesia squisita e aspro risentimento, schiettezza e astuzia - nella tessitura di quella rete di relazioni da cui attinse l'ossigeno e l'alimento vitali che avrebbero costituito il materiale della sua opera e di cui si sarebbe poi servito per proporla e imporla. «Il grande scrittore è come la semente che nutre altri con ciò di cui si è nutrito» scriveva a Gide nell'ottobre del 1917 quando già da qualche anno la corrispondenza era diventata soprattutto lo specchio dell'avventura editoriale della Recherche. Paola Decina Lombardi Wciiur Hofmann Rilegato, pp. 416, L. 50.000 Due volumi in cofanetto, con 48 pp. di ili., pp. 480, L. 70.000 STORIA DELLA BORGHESIA ITALIANA L'età liberale e poi... lVlarco lYlericci Marisa Bulgheroni Ludwig Wittgenstein Francesco Petrarca Breve storm Apprendista del sogno Filosofia Canzoniere Teresa Calyano dell'Italia settentrionale .Sepotessitoccateunfioccodi vera neve. «I fil™ofi~no come bambim, che prima Vtaggio alle origin, della poena europca ViagglO 1Wl plttOTeSCO daWOttocentoaogg, moaerna.gu.dat.dauncommentosemph- // aiardino inglese tra arte e natura , .A ,, , , smngere nei pugno quel caieraoscop o (.yedono: cne coVe?.. ce e impeccabile. 55 Le ongini e gb sviluppi della «questione setgelato in cut un miramo moto di cnstalh La riconquista del «paesaggio» nell'Inghil- tentrionale. in una sntesi di grande equilibianchi puo provocare unesplosione di A cura di Diego Marconi baaume commentate a cura di Ugo Uotu terra tra Sette e Ottocento brio storiografico arcobaleni...». Traduzmne di Martlena Andronico Due volumi rdegati, pp. 144, L 25.000 Rdegato, pp. 128, L 11.000 pp. 1120,L. 120.000 Rdegato con 72 pp. di ill, pp. 300, L 80.000 pp. 176, L 28.000 a^BiH m^iiMiiMi Biiiiiiifiiiii h^^hs^^i^^m Narnmva *fflB$BfG* Ckssta. S*g& v StoMfptig&u Giovanni D'Alessandro Roberto Esposito James George Frazer Johan Goudsblom Ilvo Diamanti Se un Dio pietoso L'origine della politica L'avvocato del diavolo Fuoco e civilta II male del Nord «Eccolo,gliapparveconuntuffoalcuore, Hannah Arendi o Simone Wedi llrvolodefosipentekmeneUesoc&umane dallapreutona a oggi Lega, localismo, secession? =S^6- Lapolidcae.aguerra.Uverijaeilmale. ;Una ^ndibfle di un cliente for.- Uj-^^I-**** U crisi italiana vista dalle sponde del Po. 3.**—«tadJbW* ^T^^^.^^- Tradlne^AnnaltsaMerl.no pp. 144. L 18.000 pp. 212. L 21.000 pp. 128, L 1*000 A ~* ^ffSSSST' "gE&M& di c e rnb r e 1 9 9 6 I LIBRI DONZELLI

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