Bufera sul 117 governo sotto accusa di Francesco Grignetti

Bufera sul 117, governo sotto accusa Bufera sul 117, governo sotto accusa Visco scrive alla Finanza: ignorate le denunce anonime UN SUCCESSO INSPERATO TROMA ANTO poterono le critiche al 117, e gli allarmi, e le interrogazioni parlamentari, che il ministro delle Finanze Vincenzo Visco, ha inviato ieri un messaggio al comandante generale della Guardia di Finanza, Costantino Berlenghi: «Occorre evitare di dare seguito a segnalazioni anonime e evitare di rendere meno evidente la funzione di sostegno e di ausilio al contribuente per la quale tale servizio è nato». Il ministro auspica dunque che il 117 si trasformi in uno sportello informazioni, non in buca delle lettere anonime. Ma così non è, al momento. In futuro, forse, gli operatori saranno collegati a banche dati e potranno informare anche sulle scadenze dell'Iva o cose simili. Allo stato attuale, il 117 è un telefono che raccoglie segnalazioni. Nella sala operativa valutano se mandare una pattuglia o se non si deve dare corso. In ogni caso, qualsiasi segnalazione, anche quella più balzana e anonima, finisce in uno schedario e potrà tornare a galla anche a distanza di anni. Ma d'altra parte così funzionano le polizie di tutto il mondo. Quello che colpisce è la modernità del mezzo e la quantità esplosiva di segnalazioni. Che il 117 registri un successo insperato dalla stessa Guardia di Finanza, infatti, è sotto gli occhi di tutti. In soli tre giorni, sono arrivate 3500 chiamate ai telefoni delle sale operative di tutt'Italia. E il ritmo non accenna a diminuire. Anche la quota delle segnalazioni anonime - circa il 25 per cento - resta costante. «Queste chiamate ci confortano. Evidentemente nell'opinione pubblica c'era una esigenza che aspettava di essere soddisfatta. Se di una cosa possiamo rimproverarci, è non averci pensato prima». Parlano chiaro gli ufficiali della Finanza. Ieri hanno tenuto una conferenza stampa, quattro colonnelli, al comando provinciale di Roma. Difendono a spada tratta l'iniziativa «comunicata al Parlamento il 6 dicembre 1995, nella scorsa legislatura». Forse non si aspettavano tante critiche sul fronte degli anonimi. Ma sentiamo cosa dice il colonnello Angelo Cardile, comandante della nona legione, responsabile di Lazio e Umbria: «Guardate che noi abbiamo i cassetti pieni di lettere anonime. Non è certo l'arrivo del 117 che ha cambiato le cose. Solo che prima non esisteva un numero a cui rivolgersi per informare la Guardia di Finanza, a differenza del 112 o del 113». Gli fa eco un altro colonnel- lo: «E speriamo ora che nessuno proponga l'abolizione del servizio postale». La linea della Guardia di Finanza è chiara. Il 117 serve a raccogliere le denunce. Come il 112 o il 113. Se nessuno protestava prima, perché protestare ora? Il problema delle denunce anonime, poi, era stato preventivato: la Guardia di Finanza assicura che nessun accertamento scatterà sulla base di un anonimo. Indagini discrete, semmai. Ancora Cardile: «Se ci telefona una madre, ed è successo, per dirci che il figlio è perseguitato dagli spacciatori e non vuole dirci il nome, che dobbiamo fare? Indagare. Benedetti questi anonimi, dico io». La pensa in maniera radicalmente diversa la stragrande maggioranza dei commercianti, degli artigiani e moltissimi deputati. Da destra a sinistra, passando per il centro, il ministro Visco è stato subissato da interpellanze. L'ex ministro di Grazia e Giustizia Alfredo Biondi, ad esempio: «Sarebbe interessante se qualche procuratore si ponesse il problema se istigare alla delazione, o peggio alla calunnia, non costituisca reato invece che denuncia di reati altrui». I deputati popolari e democratici delle comissioni Giustizia e Finanze: «Revocare il 117, uno strumento di delazione fiscale che è assolutamente inammissibile». Gavino Angius, pds: «Visco e Berlenghi riferiscano al Senato, anche al fine di diradare dubbi e equivoci». Ersilia Salvato, Rifondazione comunista: «Quale tutela contro le denunce ingiuste? Quali provvedimenti l'amministrazione ha adottato per impedire che il servizio 117 diventi ricettacolo di piccole maldicenze personali?». Giovanni Crema, Rinnovamento italiano: «Chiudere il 117 o almeno fissare con estrema chiarezza le modalità d'uso». Riccardo De Corato, An: «Chiedere ai cittadini di segnalare casi di comportamento fiscale scorretto, chiamando un numero gratuito e anche in maniera anonima, equivale a incitare allo spionaggio fiscale». E secondo il fiscalista Victor Uckmar, «si tratta di un'iniziativa di dubbia moralità». Francesco Grignetti Nell'arco di tre giorni arrivate 3500 chiamate La Finanza si difende: «Era un'esigenza che andava soddisfatta Dovevamo farlo prima» Uckmar: «Iniziativa di dubbia moralità» Due «Fiamme gialle» controllano lo scontrino dopo una telefonata

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