Schiarita sui contratti

Federmeccanica e sindacati in stallo. Forse intervento di Prodi Federmeccanica e sindacati in stallo. Forse intervento di Prodi Schiarila sui contratti Due scogli: Sud e salari ROMA. Alti e bassi nella trattativa per il contratto dei metalmeccanici. La fase di difficoltà in cui era entrato il negoziato dopo il primo round di incontri sembra attenuata, anche se la situazione resta delicata. I sindacati hanno riferito che la Federmeccanica nel confronto con il ministro del Lavoro Tiziano Treu ha evitato drammatizzazioni, e la trattativa può proseguire: oggi alle 15 le parti torneranno al ministero del Lavoro. A distendere il clima riferiscono fonti sindacali, potrebbe essere stato l'incontro che Treu ha avuto ieri sera con il ministero dell'Industria Pierluigi Bersani e col vice presidente della Confindustria Carlo Callieri sugli incentivi all'industria. «La drammatizzazione si è un pò ridimensionata - ha detto il segretario generale della Firn Gianni Italia - evidentemente ci sono stati elementi tali da portare gli imprenditori a riconsiderare la loro animosità». Il leader della Fiom Claudio Sabattini ha confermato che oggi proseguirà il confronto al ministero. A questo proposito Luigi Angeletti, numero uno della Uil, ha osservato che «nella sostanza non è cambiato niente ma il metodo e l'atteggiamento sono mutati: la Federmeccanica ha evitato la rottura». Due sono i punti che nel pomeriggio avevano attizzato la tensione. In primo luogo la richiesta di Federmeccanica di ridurre in questo contratto il costo del lavoro nelle regioni meridionali ritardando di sei mesi la decorrenza degli eventuali aumenti. In sintesi, come ha spiegato Figurati, gli imprenditori ritengono insufficiente la proroga di un anno, secondo l'impegno del governo, della fiscalizzazione degli oneri sociali nel Mezzogiorno (che terminerà comunque nel '98 secondo quanto stabilito da Bruxelles). «Questo - ha spiegato il direttore di Federmeccanica - comporterà un aumento del costo del lavoro al Sud del 10%». La conseguenza, per la delegazione degli imprenditori, è che per evitare la deindustrializzazione del Mezzogiorno il costo del contratto, se si farà «deve essere la metà rispetto alle altre regioni». Il secondo punto contestato dai sindacati a Federmeccanica verte sulla richiesta di considerare nella dinamica delle retribuzioni complessive anche gli aumenti salariali derivanti dalla contrattazione aziendale. Perché in questo modo verrebbero annullati i due livelli di contrattazione riconoscuti nell'accordo del luglio '93 sulla politica dei redditi e sul costo del lavoro. Un segnale positivo era arrivato ieri sera con un intervento alla Tv del presidente di Confindustria, Giorgio Fossa: «Sono fiducioso, entro l'anno si chiude». A condizione, però che il contratto «non sia inflattivo. Le cose sono cambiate rispetto a un anno fa, come è emerso giustamente nella Fi¬ nanziaria. E se diamo tutto quello che i sindacati chiedono, saltano i conti del governo sul rientro dell'inflazione programmata al 2,5%. Entro pochi mesi saremo costretti a mandare gente in pre-pensionamento o a casa, perchè saremo meno competitivi». Ora la trattativa sembra destinata a passare direttamente a Palazzo Chigi, nelle mani di Prodi, con l'intervento diretto delle confederazioni sindacali. Questa mattina è in programma un incontro tra i sindacati dei metalmeccanici, con Sabattini (Fiom), Italia (Firn), Angeletti (Uilm) e i vertici di Cgil (Cofferati), Cisl (D'Antoni) e Uil (Larizza). Domani pomeriggio è convocato il «parlamentino» unitario delle tute blu per un verdetto definitivo. Ma prima potrebbe arrivare un segnale di svolta da Treu o dallo stesso Prodi. [p. pat.] Giorgio Fossa

Luoghi citati: Bruxelles, Italia, Roma