Sì al mais di Superman

Bruxelles approva la vendita del granoturco modificato geneticamente per resistere ai parassiti Bruxelles approva la vendita del granoturco modificato geneticamente per resistere ai parassiti Sì al mais di Superman Gli ambientalisti: decisione assurda BRUXELLES DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Diverse tonnellate di granoturco geneticamente modificato, prodotto negli Usa dalla multinazionale svizzera Ciba-Geigy, attendevano da più di un mese nei magazzini dei porti dell'Europa settentrionale: Anversa, Amburgo, Rotterdam. Ma l'attesa è finita, l'autorizzazione alla commercializzazione è arrivata ieri dalla Commissione europea, che ha deciso «alla luce dei pareri scientifici disponibili». E le decine di migliaia di casse potranno essere distribuite, vendute e mangiate da uomini e animali. E' un bene? Il «mais di Superman» resiste ai parassiti e quindi rende inutili Ddt e pesticidi, e questo è sicuramente un bene. Secondo gli ambientalisti, però, mangiando supermais gli insetti si adatteranno presto, trasformandosi in «superinsetti». E c'è un altro piccolo problema. Il granoturco geneticamente modificato resiste a un'intera classe di antibiotici: le ampicilline. Ora, col supermais, molti pericolosi batteri che attaccano uomini ed animali potrebbero diventare immuni all'ampicillina, e l'antibiotico risulterebbe del tutto inefficace. Secondo il Commissario europeo, la signora Ritt Bjerregaard, responsabile per l'ambiente, il rischio è inesistente. Già a novembre stava per partire l'autorizzazione, ma al Parlamento europeo si levarono le proteste dei verdi, e la Bjerregaard decise di consultare i Comitati scientifici comunitari sul cibo, T alimentazione ammale e i pesticidi, che hanno stilato i rapporti. «Leggendoli ha detto la Bjerregaard - siamo arrivati alla conclusione che essi forniscono una base sufficientemente forte per andare avanti e approvare questo prodotto. Non c'è ragione di credere che la modifica genetica del mais provocherà alcun effetto dannoso sulla salute umana o su quella degli animali da allevamento». Quanto agli insetti, la Commissione riconosce che diventeranno resistenti alla «tossina Bt» (con cui è stato manipolato il mais), ma esistono «altri mezzi agricoli per controllare queste specie resistenti di insetti». Tutto chiaro? Per la Bjerregaard sì, e per gli ambientalisti pure: però sono di parere opposto. La loro reazione alla decisione della Commissione è stata infatti durissima. «E' una delle decisioni più irresponsabili che la Commissione europea abbia mai preso», ha dichiarato Greenpeace, «è irresponsabile autorizzare un mais che può aumentare nell'uomo la resistenza antibiotica a pericolosi batteri e che può sviluppare la resistenza degli insetti ai pesticidi». Secondo l'organizzazione, che ieri ha «picchettato» a Bruxelles la sede dell'esecutivo comunitario, «la Commissione ancora una volta ha ceduto alle pressioni degli Usa e dell'industria delle manipolazioni genetiche, e ancora una volta ha ignorato il suo dovere di proteggere l'ambiente e la salute». Il caso più noto cui si riferisce Greenpeace è quello della «muc- ca pazza», ma il mese scorso è stata autorizzata l'importazione di un altro prodotto geneticamente modificato: la soja dell'americana Monsanto. Il verde Maurizio Pieroni ha così lanciato un avvertimento a Prodi: «Noi siamo parte di questo governo, e il governo non può far entrare nel nostro territorio il mais transgenetico, nonostante la decisione della Commissione europea. Siamo di fronte a fenomeni come la mucca pazza, i conigli tossici, gli animali allevati con antibiotici che trasmettono batteri resistenti a tutte le terapie conosciute. E' evidente che, per la nostra specie, dopo il nucleare la nuova frontiera del rischio è quella della produzione alimentare». Ma chi non vuole mangiare il supermais potrà farne a meno? No, perché la normativa europea non obbliga nessuno a indicare sulle etichette che il prodotto è geneticamente modificato. Fabio Squillante Sulle etichette nessuna indicazione I Verdi a Prodi: in Italia non deve entrare CHE COS'È': è una pianta geneticamente trattata che produce una proteina che avvelena gli insetti nocivi I RISCHI SECONDO GREENPEACE: • Potrebbe aumentare nell'uomo la resistenza all'efficacia degli antibiotici contro alcuni batteri • Potrebbe sviluppare la resistenza degli insetti ai pesticidi LA RISPOSTA DEGLI SCIENZIATI: • I test di laboratorio smentiscono entrambi gli allarmi • Questa nuova pianta più resistente aumenterà la produzione alimentare e diminuirà i costi agricoli

Persone citate: Anversa, Bjerregaard, Fabio Squillante, Maurizio Pieroni, Prodi, Ritt Bjerregaard

Luoghi citati: Amburgo, Bruxelles, Europa, Italia, Rotterdam, Usa