L'ultimo applauso a Dossetti di Ugo Bertone

I politici arrivano in pullman. Tra gli altri, Prodi, D'Alema, Casini e la Bindi. Il cardinale Biffi: ci ha affascinati I politici arrivano in pullman. Tra gli altri, Prodi, D'Alema, Casini e la Bindi. Il cardinale Biffi: ci ha affascinati L'ultimo applauso a Dossetti Bologna, in cinquemila al funerale BOLOGNA DAL NOSTRO INVIATO I big della politica? Arrivano in piazza Maggiore in pullman, guidati da Prodi, poco prima che in cattedrale inizi l'ultimo omaggio a Giuseppe Dossetti. Ma l'automezzo si ferma davanti al Comune. Poi tutti a piedi verso San Petronio: guida la marcia Prodi, dietro di lui Rosy Bindi. Casini, l'unico leader dell'opposizione, cammina a fianco di D'Alema. «Certo - mormora Emilio Colombo - fa una certa impressione vedere a questo funerale anche il segretario del pds. Qui, su questa piazza dove abbiamo lottato contro 0 pei. Qualcosa è cambiato». E don Dossetti è senz'altro uno degli uomini che più hanno contribuito, «incantatore della nostra giovinezza» come lo ha definito il cardinale di Bologna Biffi, a far saltare gli steccati. E basta un colpo d'occhio di San Petronio riempita da 5 mila bolognesi (cattolici e pidiessini gomito a gomito) per capire l'influenza della sua testimonianza di intellettuale, politico, religioso. Impressiona la schiera di decine di vescovi e sacerdoti accorsi da tutta Italia per concelebrare Messa. L'ala sinistra della Chiesa, riempita, dietro il fratello Ermanno, dai frati e dalle suore della piccola famiglia dell'Annunziata, in saio e giacca di lana marrone, che hanno vegliato tutta la notte leggendo brani del Vangelo, come aveva chiesto don Giuseppe. Dall'altra parte, la politica e la cultura. In prima fila c'è Ro¬ mano Prodi, assieme alla moglie Flavia. Accanto a lui Emilio Colombo, nel primo dopoguerra seguace del Dossetti vice segretario della de, e Rosy Bindi assieme al sindaco di Bologna Walter Vitali e al presidente della Regione, Antonio La Forgia, pidiessino pure lui. Dietro D'Alema; accanto siede Casini (i due confabulano a lungo durante l'Eucarestia) e una bandiera della vecchia de, l'ex ministro Luigi Gui, assieme a uno dei Prodi, Vittorio, il presidente della Provincia. Eppoi ci sono Bianco, Rognoni, Ardigò, La Valle («Era l'anima di questa città» mormora), il vicesindaco Luigi Pedrazzi (una figlia è in comunità). Eccolo, insomma, l'incontro tra cattolici e postcomunisti; e quel pullman, forse, non sta in piazza per caso. «Un ricercatore integerrimo e infaticabile della giustizia - dice dall'altare il cardinale di Bologna, Giacomo Biffi nell'omelia, che ha celebrato assieme al cardinale Silvestrini - In tutta la vita don Giuseppe ha preso sul serio il suo prossimo, il bene comune, il valore di una convivenza organizzata secondo giustizia; e forse qui sta la fonte del suo essere e sentirsi un po' straniero e spaesato entro il mondo politico italiano». Biffi racconta il suo primo incontro con Dossetti, padre della Costituzione. ((Andai a cercarlo in Terrasanta nel settembre del 74. Che eravamo andati a fare? Volevamo riscoprire l'uomo che più di un quarto di secolo prima ci aveva letteralmente affascinati facendoci balenare la prospettiva di una fede e di una rigorosa militanza cristiana al servizio, finalmente, della storia d'Italia». E Dossetti, continua Biffi, non aveva affatto «illanguidito» l'impegno civile. «Perciò non mi sono meravigliato più di tanto quando in questi ultimi tempi ha levato la sua voce sui temi così terrestri della Costituzione repubblicana e degli indirizzi di governo». Finisce qui, con un lungo applauso, l'ultimo viaggio di don Giuseppe Dossetti. Come da sua volontà, il monaco è stato poi seppellito nel cimitero di Monte Sole con il crocifisso e il rosario fatto di legno di Palestina e la Bibbia. A quell'ora la comitiva dei politici era già ripartita. In prima fila c'è Prodi. Dietro D'Alema. Il pullman riparte così, alla volta di Roma, dopo l'ultima benedizione di don Dossetti. Ugo Bertone Un'immagine dei funerali di don Dossetti

Luoghi citati: Bologna, Italia, Palestina, Roma