Francesco il «cantastorie» di M. Ven.
Francesco, il «cantastorie» Francesco, il «cantastorie» Convince De Gregori nell'oratorio di Sparagna Potrebbe essere un musical, questa «Via dei Romei», favola nata dalla fantasia di Ambrogio Sparagna su commissione della rassegna ravennate «Musica in Gioco». D'impronta elegantemente naif e ai confini fra musica colta ed extracolta, l'opera guarda alla tradizione popolare ma anche a Bartòk e Stravinsky: l'altra sera è stata rappresentata sotto for¬ ma non di musical ma di spartano oratorio nel bellissimo Teatro Alighieri, per gruppo musicale, coro e voci recitanti: queste ultime, vere protagoniste, conducono cantando nei meandri della storia dei due contadini Crispino e Procopio, attraverso le ugole di Lucilla Galeazzi e di Francesco De Gregori. Il cantautore romano per la prima volta esce dal proprio ruolo, per affrontare un personaggio teatrale e un repertorio non suo. «Ma non ho fatto niente di diverso dal mio lavoro abituale: un cantautore non è nient'altro che un cantastorie», ha spiegato dopo il debutto, con la consueta flemma, quel simpaticone di De Gregori. Quand'è arrivato sul palco all'inizio, in redingote e cilindro neri, inforcando gli occhiali per poter prendere le parole sul leggio, nel buio del teatro non è volato un sospiro. Forse il pubblico ha riconosciuto con un attimo di ritardo l'inconfondibile voce: che ha dialogato con l'organet¬ to di Sparagna piegandosi duttile al difficile ruolo imposto, senza incertezze o sbavature. Gli applausi, vivacissimi, sono arrivati solo alla fine. La vicenda racconta di due contadini falliti, che nel Medio Evo percorrono la via dei Romei, storica strada che all'epoca congiungeva l'Europa a Roma passando da Ravenna: alla ricerca di ricchezza, s'imbatteranno invece in una donna che li condurrà verso la saggezza. Il disco della poetica opera di Sparagna è in uscita, [m. ven.]
Persone citate: Ambrogio Sparagna, Convince De Gregori, De Gregori, Francesco De Gregori, Lucilla Galeazzi, Procopio, Sparagna, Stravinsky
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