E Cochi tornò con Renato di Simonetta Robiony

Anche «La Piovra 8» e la Carrà «Mamma per caso» per sfidare gli americani Anche «La Piovra 8» e la Carrà «Mamma per caso» per sfidare gli americani E Cochi tornò con Renato Ma la fiction italiana è in crisi ROMA. Come siamo messi male. Sergio Silva, il nuovo capo di quella enorme cosa della Rai pomposamente chiamata Macrostruttura-Cinemafiction, comunica ufficialmente che, dai dati dell'Osservatorio di Milly Buonanno è chiaro che l'Italia è ormai fuori mercato. Nel primo quadrimestre del '96, infatti, mentre la Germania ha mandato in onda sulle sue tv 600 ore di filmati nazionali, e 300 la Francia e 200 la Spagna, le nostre televisioni hanno trasmesso soltanto 68 ore di prodotto italiano: il resto è acquisto, cioè soprattutto roba americana. Dimentichiamoci perciò di poter applicare le quote previste dalla Comunità europea, di poter competere coi nostri partner stranieri, di poter ripartire alla grande restituendo all'industria della fiction, un tempo seconda solo agli Stati Uniti, il posto che aveva occupato per inventiva e creatività. Contentiamoci di ricominciare a produrre, investendo in questa prima operazione i cui risultati si vedranno nel '98, almeno una novantina di miliardi. «Perché è facile far quadrare i bilanci come si faceva sotto la Moratti - ha detto Sergio Silva quando si bloccavano le produzioni e si ritardavano i pagamenti ai fornitori con la scusa che gli appalti andavano eliminati». Il primo ciak-Rai del '97 è per «La Piovra 8», ma è una Piovra anomala, perché fatta solo di due episodi contro i cinque o sei delle passate serie, perché ambientata nella Sicilia degli Anni 50 quando il bambino Tano Cariddi scopre la mafia, perché a interpretarla sarà Raoul Bova, nei panni di un carabiniere e non in quelli indossati, proprio nella «Piovra», di giovane commissario di pubblica sicurezza. Un'idea balzana che la Rai difende a spada tratta sostenendo che è tempo che Michele Placido torni nella Piovra non più come commissario Cattani e Florinda Bolkan non più come Contessa Camastra perché gli attori sono attori e possono fare tutto. Come se «La Piovra» fosse uno sceneggiato qualunque bell'e dimenticato, e non il serial più visto, più replicato, più inciso nella testa e nei cuori del pubblico. Il fatto è che la Rai deve spendere poco e fare ascolti alti, perciò, in questa nuova ondata di fiction, punta soprattutto su facce di teledivi popolari e quindi via a Raffaella Carrà attrice in «Mamma per caso», via a Fabio Fazio attore in «Un giorno fortunato», via a Renato Pozzetto e Cochi Ponzoni, coppia scoppiata dai mitici anni del Derby che torna unita in «Detective per caso». E per continuare a puntare sul sicuro va bene anche la ripresa ad opera di Ettore Scola dello spettacolo teatrale «Le ultime lune» con Marcello Mastroianni; il ritorno di Giancarlo Giannini nel ruolo di un super-poliziotto della Dia con «Nessuno escluso»; la versione televisiva aggiornata del famoso film di Luciano Emmer «Le ragazze di piazza di Spagna» pare addirittura con Ambra al posto di Lucia Bosè; la riproposta di Giamburrasca, mitico bambinaccio del duo Lina Wertmùller-Rita Cochi e Renato ai «tempi d'oro»: erano gli inizi, in coppia, della loro fortunata carriera Pavone, rifatto adesso per l'Italia di oggi. E poi la «Bibbia», «Il maresciallo Rocca», Negrin con «Il cielo sotto il deserto», Barbara De Rossi con «In fondo al cuore», gli «Avvocati» di Giorgio Ferrara, Massimo Dapporto con «Mio padre è innocente». In più, proprio per provare a trasformare la nostra fiction da artigianato in industria, due feuilleton chilometrici: «Incantesimo» e «Come un fiume profondo», cinquanta ore che se dovessero venire bene potrebbero aiutare l'Italia a ricollocarsi sul mercato internazionale. Simonetta Robiony Francesco De Gregori dice: «Sono sempre stato un cantastorie» RAVENNA DALL'INVIATO Ravenna, applausi per l'insolita parte nell'opera «Via dei Romei»