GREENE TRADUZIONE ANTISEMITA di Bruno Ventavoli

GREENE TRADUZIONE ANTISEMITA GREENE TRADUZIONE ANTISEMITA A roccia di Brighton è il primo romanzo dove Graham Greene confessa la sua fede cattolica. Una storia d'amore e morte, di colpa e riscatto, intrecciata coi sordidi ambienti delle scommesse ippiche. Nel 1947 lo stesso Greene ne diresse una versione cinematografica a quattro mani con Terence Rattigan. Interpreti: Richard Attenborough e Carol Marsh. Ora il romanzo del 1938 torna, ripubblicato da Bompiani. In una traduzione che mostra qualche sorpresa, che incastona un giallo nel giallo. Pagma 70: il ragazzo protagonista, fragile e violento entra in un locale, avanza tra «ballerine dalle lucenti capigliature metalliche» e «ebrei». Ebrei? Che c'entrano? Una svista? Nel testo originale (nella «Collected Edition», Heinemann & Bodley Head, 1970), non c'è traccia di ebrei. Andiamo avanti. A pagina 90. Si incontra un bieco protagonista: il mafioso Colleoni, «un ebreuccio con una bella pancina rotonda». Nulla vieta che oltre a portare un nome italiano sia di fede israelitica. Tuttavia anche stavolta, nel testo inglese, non c'è traccia della parola ebreo. Il boss si presenta nella sala di un elegante albergo, in stile Luigi XVI, punteggiata da affascinanti signore, sinuose ragazze, e una «little bitch». Una fanciulla di facili costumi. Una puttanella, si potrebbe dire. Che «annusa» come una cagnetta. Cosa diventa in italiano? «Una piccola ebrea». Tutto il romanzo (in italiano) va avanti così, disseminando ebrei nei luoghi e nelle situazioni più astruse. Inesistenti nella testa e nel testo di Greene. Troviamo facce «semitiche», toni di voce bassa e melliflua («semitici»), modi d'addobbarsi e vivere «semitici». Figuri che si fanno limare il naso per cancellare l'inconfondibile fisionomia. Ebrei che raccolgono scommesse alle corse. Ebrei sicari che feriscono a rasoiate l'eroe e gli uccidono l'amico (la scena dell'esecuzione accentua l'incubo mescolando il sangue, la paura, con «facce semitiche» che «accerchiano da ogni parte», «sogghignando»). Quando nella versione inglese mcappiamo in un mafioso, in un cattivo, in un atteggiamento circospetto, ce lo troviamo immancabilmente voltato nell'italiano «ebreo». Se controllate il copyright, la traduzione è opera di Maria Luisa Giartosio De Courten. Molti indizi lasciano supporre che sia l'edizione apparsa in Italia nel 1948. Ma perché questo parossistico antisemitismo? E' forse un cascame dei tempi fascisti, in cui nei gialli gli italiani (anche quelli emigrati) non potevano essere cattivi? E' un sussulto antiebraico per la guerra d'indipendenza israeliana che si stava combattendo anche contro gli inglesi? Chissà? Se c'è qualche greenologo in grado di dare lumi si faccia avanti. Resta comunque bizzarro che Bompiani ristampi una simile infedele traduzione (senza pulirla), che trasforma La roccia di Brighton nell'appendice mancante dei Protocolli dei Savi di Sion. Per gli amanti di Greene, di quello vero, c'è comunque una buona notizia. L'anglista Paolo Bertinetti sta curando per i Meridiani una ritraduzione dei 12 migliori romanzi. Politicamente, religiosamente e (soprattutto) filologicamente, corretti. Bruno Ventavoli

Luoghi citati: Italia