Sport Quell'oro di Atlanta di Gian Paolo Ormezzano

Sport Sport Quell'oro di Atlanta LA scelta di cosa portarci dietro del 1996 dello sport italiano è difficile per colpa di Atlanta: tredici medaglie d'oro non possono essere lasciate lì, ma non ce n'è una che davvero mandi riflessi di luce assoluta, che sia di tutti e per tutti. Meglio forse usare i piccoli gesti per grandi pensieri, progetti, speranze. Per esempio Ravanelli che segna il gol del successo della Juventus nell'ultima autentica Coppa dei Campioni (la prossima sarà aperta anche a squadre senza scudetto fresco) e corre coprendosi il viso con la maglia alzata: esportato tramite lo stesso Ravanelli in Inghilterra, il gesto è ormai di molti calciatori in tanto mondo, è un successo del made in Italy. Per esempio il modo nostro nuovo di fare ciclismo, da Paola Pezzo, quella della mountain-bike, che inventa la scollatura da gara, a Figueras che precede altri tre azzurri sul traguardo mondiale dei giovani e subito parla del doping che lo circonda e in qualche modo lo coinvolge. Oppure quel modo speciale di vincere quando apparentemente non si può più, ad esempio con Tomba o con Biaggi. O lo splendido contorto delirare «nazionalistico» per un tedesco, Schumacher, pagato miliardi, come nessun altro, per guidare da dio un'auto italiana. Gian Paolo Ormezzano

Persone citate: Biaggi, Figueras, Paola Pezzo, Schumacher, Tomba

Luoghi citati: Atlanta, Inghilterra