A scuola anche l'ora d'Africa
L'Ulivo: lezioni sul Continente nero e gemellaggi fra istituti L'Ulivo: lezioni sul Continente nero e gemellaggi fra istituti A scuola anche l'ora d'Africa FINALMENTE nelle scuole italiane arriva l'ora d'Africa. Lo ha annunciato il sottosegretario Albertina Soliani, alla quale non farebbe male un'ora di italiano per arginare quel sinistrese sociologico che la porta a definire la sua proposta «percorsi nuovi di interculturalità». L'attenzione alle forme deriva dalla triste constatazione che, dietro la retorica dei sentimenti, di sostanza se ne vede ben poca. Insieme al tacchino e al panettone, la letterina delle buone intenzioni è infatti un classico delle feste, e come tale scrupolosamente osservata dai penitenti dell'Ulivo: associazioni di volontari, missionari, politici terzomondisti, 6 1 2 1 8> tutti in preda a un sano sussulto di mal d'Africa, anche l'impenitente Rutelli, il famoso primato della politica, il quale minaccia di organizzare un convegno dei sindaci africani a Roma «come La Pira». Nella lettera a Gesù Bambino, i bimbi cresciuti dell'Ulivo promettono di essere più buoni con i fratelli africani. Più buoni ad esempio di sei mesi fa, quando il governo Prodi decise insieme ai partners europei di inviare in Africa («la nostra sorella dimenticata», Rutelli) gli stock avariati della «mucca pazza» inglese. Carne passata. Adesso siamo diventati così buoni da offrire al Continente Nero la nostra istituzione più efficiente: la scuola. E' vero che i pochi studenti italiani che hanno una reazione qualsiasi al nome «Maastricht» credono poi che sia un difensore dell'Ajax. Ma non importa: con Nairobi andrà meglio. Ecco allora le nuove iniziative in cantiere: innanzitutto lo studio della musica e dell'arte africana. Si tranquillizzino i leghisti, già in affanno con quella italiana: nella migliore delle ipotesi l'ora d'Africa si ridurrà all'ascolto di un disco di Youssu 'N Dour o di Khaled. Le radio private e le discoteche sono molto più avanti col programma. E veniamo al secondo proposito: il gemellaggio fra scuole italiane e africane. L'idea di un jumbo di ragazzi griffati del Triveneto che sbarca in un liceo della Tanzania non deve inorridire: quelle sfortunate popolazioni hanno visto di peggio. Ma sapranno i nostri insegnanti, già in apnea con l'Europa, tenere lezioni sul Ghana? Si impone una terza iniziativa: corsi, anzi «percorsi» di formazione «con il contributo degli africani presenti sul nostro territorio». L'immigrato che dà lezione al professore. Un bell'esempio di democrazia. Una bella overdose natalizia di retorica. Massimo Gramellini Era larga quasi 2 metri
Persone citate: Albertina Soliani, Gesù Bambino, La Pira, Massimo Gramellini, Rutelli
Luoghi citati: Africa, Europa, Ghana, Nairobi, Roma, Tanzania
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