Dossetti le ultime parole a Prodi di U. B.

Folla rende omaggio alla salma. Domattina il cardinale Biffi celebra i funerali Folla rende omaggio alla salma. Domattina il cardinale Biffi celebra i funerali Possetti, le ultime parole a Prodi «Puoifidarti diD'Alema. E' chiaro e leale» ULIVETO (Bologna). Il vescovo di Ivrea, don Luigi Bettazzi, e il cardinale di Firenze Silvano Piovanelli. Eppoi politici, magistrati e tanta gente comune mescolata agli intellettuali del «Mulino» e alle tante comunità che in Emilia e fuori si richiamavano al suo pensiero. Non accenna a esaurirsi il fiume di persone che si reca a rendere omaggio alla salma di don Giuseppe Dossetti sulla collina di Monteveglio che sovrasta Bologna. «Maestro incomparabile e testimone della fede nello storico crocevia dai primordi della libertà riconquistata al giubileo sulla soglia del Duemila», recita il manifesto approvato dal cardinale di Bologna Giacomo Biffi. Sarà lui a celebrare, domattina, in San Petronio, la solenne celebrazione eucaristica e nel frattempo avverte che «la celebrazione di fede avrà carattere strettamente sacro e guarderà soprattutto a don Giuseppe come sacerdote e uomo di Dio». Eppure non è facile, di fronte alla processione di uomini e donne, dimonticare il Dossetti politico, l'intellettuale, soprattutto, capace di far convergere su un obiettivo comune uomini così diversi. E così, mentre un altro don Giuseppe Dossetti, il nipote, celebra messa a Uliveto, si svelano i particolari di una delle ultime pagine di una vita straordinaria, votata anche alla scienza della politica. Tutto è avvenuto poche settimane fa, all'ospedale di Bazzano, dove Dossetti è stato ricoverato più volte durante la malattia. Proprio lì a Bazzano, il 2 novembre scorso, è arrivato in mattinata Romano Prodi per quella che, probabilmente, è stata la sua ultima visita al grande malato. Pochi giorni prima Dossetti era stato colpito da un'ischemia cerebrale. Prima ancora, l'il ottobre, aveva ricevuto il segretario del pds, Massimo D'Alema, alla vigilia della sua partenza per il Medio Oriente. D'Alema ricorda un interlocutore sofferente ma «lucido e appassionato». Davanti a Prodi compare un uomo che, ormai, può pronunciare, con grande fatica, poche parole. Ma è un uomo attento, che sa ascoltare e che, indicando con il dito le lettere su una tavoletta, riesce a rivolger le sue domande al premier. No, non dà consigli al discepolo che siede a Palazzo Chigi. Qualche settimana prima aveva spiegato al professor Alberigo che, adessso che Romano è al governo, non può più permettersi di interferire con i suoi consigli. Ma la sua curiosità è inarrestabile, più forte della malattia e della fatica. E Romano Prodi racconta i problemi del governo e dell'Europa. Soprattutto gli racconta dei nodi della riforma costituzionale e di quella bicamerale su cui, lo sa bene, don Giuseppe nutre più di un dubbio, come conferma uno dei suoi collaboratori più stretti nel movimento per la difesa della Costituzione, il professor Umberto Allegretti. In quei giorni, all'inizio di novembre, fervono le trattative tra Berlusconi e il leader del pds... Ma proprio qui, nella stanza, si sentì la voce di Dossetti: «Fidati di Massimo D'Alema. E' chiaro e leale». E poi fu il silenzio. [u. b.]

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