«Una morte tanti colpevoli»
«Una morie, tanti colpevoli» «Una morie, tanti colpevoli» II collega dipartito: si sentiva tradito INTERVISTA DOPO IL DOLORE NAPOLI A il cuore oppresso da un dolore troppo forte, che sembra debba schiacciarla da un momento all'altro. Appena ha saputo del suicidio di suo marito, Giuseppe Marchionne, Annamaria Pane ha mormorato poche parole: «Non può essere, non ci credo. Sono stata con lui fino a ieri sera (domenica sera, ndr), mi sembrava tranquillo». Anche gli amici del consigliere del pds, raccolti davanti all'obitorio, stentano ad accettare quella morte apparentemente inspiegabile. «Per me, invece, è tutto dannatamente chiaro», sbotta un vecchio compagno di partito di Marchionne, Salvatore Di Fede. E' uno degli ultimi che hanno visto Giuseppe ancora in vita, e ora sente montargli dentro una rabbia impotente. «Sono in tanti a portare sulla coscienza la morte di Peppe», grida. A chi allude? «Ai giornali locali e alle tv private che dopo il primo tentativo di suicidio hanno avanzato dubbi sull'onestà di quel poveraccio. Hanno affiancato il suo nome a quello di un corrotto». Lei è convinto che Marchionne fosse innocente? «Assolutamente sì». Perché quel suicidio? «Era sconvolto, annientato dall'idea che un semplice sospetto potesse sfiorarlo. Giuseppe dava un'interpretazione fin troppo rigida, quasi maniacale dell'onestà. Ad Anacapri lo prendevano anche un po' in giro per quella sua ossessione. Ma non è solo questo...». C'è dell'altro? «Credo che l'arresto di Antonio Cioffi l'avesse amareggiato anche per un altro motivo. Era deluso perché si sentiva tradito da un uomo che fino a pochi giorni fa aveva considerato come un amico, anche se schierato su un fronte politico diverso dal suo». Lei è una delle ultime persone che hanno parlato con lui? «Sì, l'ho visto ieri. Fino alla fine non ha fatto che ripetere lo stesso ritor¬ nello: "Che fesso sono stato, che fesso". Alludeva ad Antonio Cioffi, non tollerava l'idea di essere stato tradito e usato da lui. Aveva creduto nell'onestà dell'amico, pensava che l'opposizione di Cioffi alla politica dell'amministrazione comunale di Anacapri fosse disinteressata, proprio come la sua. Quando si è accorto che non era così, per lui è stata la fine. In ospedale non riusciva a darsi pace. Anche quando parlava d'altro, ogni tanto si interrompeva, scuoteva il capo e mormorava: che fesso, che fesso...». Sospettavate che tentasse ancora il suicidio? «Era in una condizione psicologica molto debole. Lo tenevamo d'occhio, certo, tentavamo di stargli vicino anche di notte. Forse, se anche i medici e gli infermieri dell'ospedale fossero stati più attenti, non sarebbe finita così». [f. mil.] «Chi ha avanzato sospetti lo avrà sulla coscienza» «L'onestà per lui era quasi un'ossessione» L'ex ministro Francesco De Lorenzo
Persone citate: Annamaria Pane, Antonio Cioffi, Cioffi, Francesco De Lorenzo, Giuseppe Marchionne, Marchionne, Salvatore Di Fede
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