«Drogati dopo lo choc di Capaci»

«Drogati dopo lo choc di Capaci» Nel '92 facevano parte della scorta di Falcone, ora vanno a giudizio «Drogati dopo lo choc di Capaci» Due agenti rapinavano per comprarsi la cocaina MILANO. Durante la settimana erano poliziotti di scorta, nel tempo libero rapinatori di banche. Non è la prima volta che accade, ma in questo caso le motivazioni di due agenti in servizio alla questura di Palermo, arrestati a Milano all'inizio di quest'anno, sono state davvero singolari: le rapine - hanno spiegato al magistrato che li stava interrogando - servivano per finanziare l'acquisto di cocaina, di cui erano diventati schiavi per superare la paura di un lavoro a rischio e stressante, quello di scorta ai magistrati antimafia. Idee un po' confuse quelle degli agenti Vincenzo Ruisi e Giovanni Argento, il primo accusato di aver partecipato a otto rapine e una tentata estorsione, il secondo di avere svolto un ruolo da complice in almeno una delle rapine. La loro storia, se venisse creduta, for¬ se servirà come attenuante al processo cui intende sottoporli la procura milanese, che ieri mattina ha chiesto il loro rinvio a giudizio. Fino al 1992 Ruisi e Argento erano addetti al servizio scorta di alcuni magistrati impegnati in prima linea nella lotta contro le cosche mafiose. Ma dopo gli attentati in cui persero la vita prima Giovanni Falcone e poi Paolo Borsellino, pur non avendo mai scortato i due giudici, Ruisi e Argento hanno raccontato di essere rimasti sotto choc: per loro, improvvisamente, niente era più come prima. Così, per poter affrontare meglio il lavoro quotidiano, fatto di continue tensioni, cambi di programma improvvisi, stress di ogni tipo, hanno pensato bene di iniziare a sniffare un po'. Prima soltanto qualche tiro, ogni tanto, poi velocemente è arrivata la tos- sicodipendenza, fino a dover organizzare un'attività criminosa parallela per mantenersi il vizio e pagare spacciatori sempre più esosi. Le rapine infatti sarebbero state compiute in gran parte nel corso del 1994. A mettere fine alla loro doppia vita ci hanno pensato altri colleghi, arrestandoli all'inizio di quest'anno. Finiti nel carcere di Peschiera del Garda, inizialmente Ruisi e Argento hanno negato ogni accusa, poi di fronte all'evidenza di alcune prove, ai fil¬ mati dei circuiti chiusi delle banche, alle testimonianze di altri colleghi, hanno ceduto, confessando di essere loro gli autori delle rapine. Colpi che svolgevano, da bravi pendolari del crimine, prevalentemente a Milano, trasferendosi nel capoluogo lombardo da Palermo ogni qualvolta ottenevano delle licenze sufficientemente lunghe. Il giorno dopo le rapine tornavano in servizio. Adesso sono stati sospesi in attesa che si svolga il processo. [p. col.] Un'immagine della strage di Capaci

Persone citate: Argento, Giovanni Argento, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Ruisi, Vincenzo Ruisi

Luoghi citati: Capaci, Falcone, Milano, Palermo, Peschiera Del Garda