«Occupazione senza senso Dietro non c'è nulla»

«Occupazione senza senso Dietro non c'è nulla» Sapienza, il preside di Lettere contro gli studenti «Occupazione senza senso Dietro non c'è nulla» ROMA. Alla Sapienza le occupazioni sono finite. La carica della polizia, l'altra notte, ha lasciato gli studenti con l'amaro in bocca. E con poca voglia di reagire, almeno nell'immediato. Ieri, in mattinata, si è tenuta un'assemblea a Lettere. Un corteo cittadino è previsto per domani. Ce l'hanno tutti con il rettore, Giorgio Tecce, «che ha causato 'sto casino chiamando la polizia». Ma l'unico che sembra davvero fuori di sé è il preside di Lettere, Emanuele Paratore. «Vuol vedere che cosa avevano in serbo quelli che occupavano "pacificamente"?», dice, ed estrae da un armadio due pesanti mazze di legno e ima fionda. «Questi hanno occupato la facoltà soltanto perché quegli altri (gli studenti di Giurisprudenza, n.d.r.) lo avevano fatto». Però ci sono reali motivi di malcontento. «Sì, protestano per i due anni di specializzazione dopo la laurea, ma dietro questo c'è il nulla. Di che si lamentano? Questa è un'università unica: si fanno tre convegni al mese, U liveUo di qualità è altissimo. Io amo questa facoltà, e se così non fosse, me ne sarei già andato in giro per il mondo da tanto tempo. Credetemi». Sta nascendo un nuovo movimento studentesco? Torna la vogha di cambiamenti del '68, degli ultimi Anni Settanta? «Macché. A questi mancano presupposti e motivi di aUora». Per gli studenti, «tutto è precipitato con l'arrivo della pobzia. Un finimondo ricorda Maurizio, un testimone i lacrimogeni, noi asserragliati qua dentro e spaventati; gente che piangeva; altri che non riuscivano a respirare...», [d. dan.)

Persone citate: Emanuele Paratore, Giorgio Tecce, Sapienza

Luoghi citati: Roma