«Non possiamo cedere ai ricatti della destra» di Antonella Rampino

«Non possiamo cedere ai ricatti della destra» «Non possiamo cedere ai ricatti della destra» ARMANDO COSSUTTA OROMA NOREVOLE Cossutta, ieri Rifondazione ha detto ancora una volta «no» al governo. E subito dopo, già in serata, la maggioranza ha trovato con l'opposizione un accordo per la decretazione d'urgenza, e su quella per l'emittenza televisiva anzitutto. Siete pentiti di essere stati così drastici? «E' una questione di democrazia. Come avremmo potuto non essere contrari, dal momento che vi è stato un impegno dello stesso governo, appena insediato a Palazzo Chigi, secondo il quale non vi sarebbe stata alcuna proroga sull'emittenza televisiva, e che tutto sarebbe stato risolto entro il 31 gennaio? Agli impegni assunti occorre tener fede. Non poniamo solo una questione di metodo: la nostra è una convinzione, e cerchiamo di interpretare uno stato d'animo del Paese. Sulle questioni dell'emittenza, nella quale si intrecciano poteri politici e poteri economici, interessi privati e interessi pubblici, non bisogna indugiare, non si possono fare concessioni». Già, ma così saltano anche altri decreti, si finisce per bloccare il Paese, dal trasporto aereo alla Rai, all'editoria, al Giubileo. Come lo spiegherete, questo, ai cittadini che vi hanno votato? «Ai decreti che riteniamo validi noi daremo il nostro voto, come abbiamo sempre fatto in tutti questi mesi. Lo abbiamo fatto anche per provvedimenti che appartenevano ai governi precedenti. Nessuno ha mai avuto dubbi su questo. Ma non si può cedere al ricatto della destra, che dice "se volete che io voti gli altri decreti, dovete far passare quello sull'emittenza". Questo non lo possiamo in nessun modo accettare». Ma così il governo vi scavalca: ha trovato un accordo col Polo, in mancanza di Rifondazione. Dando vita a un nuovo scenario politico: per la prima volta si sperimenta quella che Prodi ha chiamato, a suo tempo, maggioranza variabile. «Il governo è in difficoltà, per la serietà della condizione economica del Paese, e perché si è determinato questo groviglio di decreti che per la nuova norma della Corte Costituzionale non possono essere più reiterati. Ma il governo è egli stesso in ritardo. Dunque, comprendiamo queste difficoltà. Ma se per uscirne si mortifica l'opinione pubblica democratica, la gente semplice, il cittadino comune, se non si fa leva sulla coscienza civile della grande maggioranza del Paese, il governo non troverà la forza per arginare la pesante offensiva della destra, che c'è in questo momento». Ma onorevole Cossutta, il governo accusa voi di averlo costretto a questo passo. «Tutto questo conferma che quella strada è sbagliata. Non si deve cercare l'accordo con la destra attraverso compromessi deteriori, o, peggio, attraverso accordi compromettenti. Non si vince così contro la destra, ma seguendo una politica limpida, chiedendo l'appoggio delle forze dell'Ulivo, e dell'opinione pubblica. Che non è affatto disponibile a suffragare compromessi come quelli che il governo sta praticando». Ma se Prodi dovesse sperimentare una maggioranza diversa anche sulla manovra economica, sulle riforme istituzionali? «Si vedrà, intanto, se lo faranno davvero sull'emittenza. Noi non siamo fuori dalla realtà. Mi auguro, anche se questo non è ancora chiaro, che si dia vita al più presto al dibattito per le riforme istituzionali. Può darsi che anche lì si cerchi di formare delle maggioranze diverse da quelle che hanno portato al governo l'Ulivo. Se dovesse essere così, ognuno si assumerà le proprie responsabilità». Insomma, Rifondazione ha iniziato l'offensiva contro il pds? «Niente affatto. Lo abbiamo detto al congresso: guardiamo con grande e sincero interesse alla vicenda e alle scelte del pds. Ma è evidente che si stanno confermando due strategie diverse. Nel Paese ci sono due sinistre, quella moderata che fa capo al pds e quella antagonista che noi cerchiamo di interpretare. Tra queste due sinistre è in atto una vera e propria competizione. Noi operiamo perché non diventi una contrapposizione. Rifondazione, oggi, è così forte e rispettata proprio perché ha saputo difendere strenuamente la propria autonomia, e l'unità con la sinistra». Siete disposti anche a una resa dei conti, a uscire dalla coalizione di governo? «Questa espressione non mi appartiene. Consideriamo sbagliata questa scelta di compromesso, e la contrastiamo. Punto». Antonella Rampino «No ai compromessi Nessuna concessione sull'emittenza, ma ai decreti ritenuti validi diamo il nostro voto» A sinistra il segretario di Rifondazione Comunista Fausto Bertinotti

Persone citate: Cossutta, Fausto Bertinotti, Prodi